Cronache dallo Spazzatour 2024 in Lazio

Anche quest’anno, nel mese di febbraio, 50 ragazzi del Politecnico di Milano, di formazione diversa, sono stati accompagnati dal prof. Mario Grosso e dalla prof.ssa Lucia Rigamonti a visitare degli impianti di trattamento di rifiuti. La meta scelta è stata la regione Lazio e sono stati visitati un impianto TMB e un termovalorizzatore.

Nel Lazio la frazione indifferenziata viene pretrattata e poi inviata a impianti di termovalorizzazione o a discarica. Ad oggi sono attivi, infatti, 11 impianti per il trattamento meccanico (TM) o meccanico biologico (TMB), mentre il numero di impianti per la termovalorizzazione si riduce a uno. Di conseguenza il combustibile solido secondario (CSS) prodotto non può essere utilizzato nella sua totalità all’interno della regione e viene parzialmente trasportato al di fuori della stessa o, talvolta, all’estero.

Dopo aver incontrato per casualità alcuni camion dell’ATAC lungo il tragitto verso l’impianto, i ragazzi sono giunti a Guidonia Montecelio (RM) per visionare il TMB. I gestori dell’impianto di Ambiente Guidonia hanno accolto calorosamente tutto il gruppo e hanno guidato la visita.
Il rifiuto indifferenziato che arriva all’impianto (circa 100.000 tonnellate all’anno), dopo aver superato il controllo radiometrico, viene scaricato in un’area di ricezione e sottoposto ad un trituratore apri sacchi. Viene quindi fatto passare per un vaglio, che divide, su base dimensionale, in due, il flusso. Il sottovaglio contiene un’alta percentuale di organico, per cui, previa deferrizzazione, risulta necessario stabilizzarlo biologicamente in una vasca apposita. La frazione organica stabilizzata (FOS) risultante è al momento destinata a discarica (o, in certi casi, a termovalorizzazione), in quanto non è ancora stato indentificato il possibile utilizzo nella specifica situazione regionale (potrebbe essere utilizzata in operazioni di ripristino ambientale, quali il riempimento di cave dismesse o la ricopertura di discariche).

Sala di manovra della benna che alimenta il rifiuto in ingresso all’impianto TMB di Guidonia Montecelio (RM)

Vasca di bioessiccazione della frazione organica putrescibile dell’impianto TMB di Guidonia Montecelio (RM)

La restante frazione secca (sopravaglio) subisce un’altra serie di trattamenti quali la rimozione dei metalli e una separazione aeraulica al fine di distinguere due frazioni: la frazione pesante, poi inviata ad altri impianti per operazioni di ulteriore recupero di materiali ancora recuperabili, e la frazione leggera, sottoposta a triturazione e deferrizzazione per ottenere il CSS (classe 321), poi mandato a termovalorizzazione. L’impianto è di recente avviamento ed è in fase di espansione.

Il termovalorizzatore visitato, l’unico della regione, si trova a San Vittore del Lazio (FR) ed è gestito da Acea Ambiente. Suddiviso su tre linee identiche e indipendenti, è in grado di trattare circa 390.000 tonnellate di rifiuto sotto forma di CSS all’anno. Tramite il processo di incenerimento avviene una significativa riduzione del peso e del volume dei rifiuti da smaltire e, soprattutto, viene recuperato il contenuto energetico dei materiali presenti per la produzione di energia elettrica, che viene immessa nella rete nazionale. La combustione avviene su griglia mobile e la raccolta delle ceneri pesanti è di tipo sia a umido sia a secco, in base alla linea. Le ceneri pesanti vengono successivamente recuperate in altri impianti. La linea di trattamento dei fumi è caratterizzata da una doppia depolverazione (precipitatore elettrostatico e filtro a maniche), intramezzata da una fase di rimozione dei gas acidi con bicarbonato di sodio, e da un catalizzatore finale volto alla riduzione selettiva degli ossidi di azoto. Nello stesso reattore a secco del bicarbonato viene dosato anche il carbone attivo, al fine di rimuovere principalmente metalli pesanti e diossine. Anche questo impianto è in via di espansione: è prevista la realizzazione di una quarta linea entro il 2025, che consentirà di mandare in revamping due delle attuali linee esistenti.

Scorcio di una delle tre camere di combustione dell’impianto di termovalorizzazione di San Vittore del Lazio (FR)

Tra una visita e l’altra, gli studenti hanno avuto l’opportunità di assistere ad un convegno organizzato dall’università Tor Vergata di Roma, in cui sono stati esaminati la situazione attuale del sistema di gestione integrata dei rifiuti del Lazio e di Roma Capitale e i relativi potenziali sviluppi futuri. Tra i diversi interventi, sono stati fatti un approfondimento sul recupero dei residui solidi di combustione e uno sul termovalorizzatore di cui si doterà la regione nel breve termine. Nel contempo alcuni ragazzi hanno avuto modo di confrontarsi con un gruppo di manifestanti contrari alla realizzazione del nuovo termovalorizzatore, traendo interessanti spunti di riflessione sulle motivazioni che rendono controverso questo tema a livello sociale.
L’insieme delle tre attività ha permesso ai partecipanti di comprendere più approfonditamente il sistema di gestione dei rifiuti della regione Lazio ed eventualmente di confrontarlo con quello della propria regione di origine. È stato reso chiaro a tutti che dei miglioramenti possono essere fatti e che c’è un lavoro continuo di ricerca finalizzato all’efficientamento del sistema e, soprattutto, alla riduzione dei rifiuti destinati a discarica. L’augurio è che gli studenti siano riusciti a valutare criticamente la situazione e che abbiano fatto tesoro delle attività svolte, in modo che possano potenzialmente tornare utili nel loro futuro lavoro.

Testo di Francesca Neri, con il contributo di Mary Jo Nichilo

Le potenzialità della termovalorizzazione: visita all’impianto Silla 2 di Milano

Yes-Europe Italy organizza una visita al termovalorizzatore Silla 2 di Milano il giorno Sabato 2 marzo 2024.

Il Gruppo AWARE parteciperà con un intervento del Professor Mario Grosso per discutere delle potenzialità collegate agli impianti di termovalorizzazione e di come gestire correttamente tali impianti per minimizzarne gli impatti ambientali.

Sarà inoltre indagata la percezione del rischio sociale per questo tipo di impianti, tramite un questionario predisposto da Giuseppe Cecere. Lo scopo sarà quello di identificare i temi maggiormente sentiti per discutere di quali possano essere le misure più adeguate per ridurne i rischi connessi.

Qui il comunicato di Yes Europe-Italy:

Partecipa alla visita al termovalorizzatore di Silla 2, a Milano il Sabato 2 marzo 2024. Sarà un’opportunità unica per scoprire il funzionamento di un vero termovalorizzatore e imparare come contribuire alla salvaguardia dell’ambiente.

Unisciti a noi per una giornata divertente e informativa, dove potrai partecipare a visite guidate, ascoltare interessanti start-up innovative e partecipare a un workshop interattivo a gruppi. Avrai la possibilità di incontrare esperti del settore e porre loro tutte le tue domande sul trattamento dei rifiuti.

Parteciranno all’evento

-WiSort start-up innovativa che sviluppa soluzioni hardware e software hightech per migliorare la qualità dei rifiuti e ottimizzare la user-experience per una raccolta differenziata più sostenibile.

-M.Grosso Professore associato e docente di Solid waste managment and treatment presso il Politecnico di Milano.

La partecipazione all’evento è completamente gratuita e include il servizio navetta da e per Milano Centrale, un pranzo fornito da un catering e una visita guidata all’impianto. Non ci sono costi nascosti o aggiuntivi per i partecipanti, tutti questi servizi sono offerti gratuitamente per garantire un’esperienza indimenticabile.

Non perdere questa occasione per imparare e divertirti allo stesso tempo! Ti aspettiamo al termovalorizzatore di Silla 2 per una giornata indimenticabile. Prenota subito il tuo posto!

Per partecipare, qui il link di iscrizione!

SPAZZATOUR 2024: alla scoperta della gestione dei rifiuti in Lazio

Dopo la Campania, AWARE e gli studenti del Politecnico di Milano si dirigono in Lazio per approfondire il tema della gestione dei rifiuti nella regione stessa. Tra il 24 e il 28 febbraio 2024 i ragazzi, accompagnati da Mario Grosso e Lucia Rigamonti, si muoveranno tra Roma e i dintorni per visitare alcuni impianti di trattamento e cercare di comprendere la situazione e i problemi che affliggono la capitale.

Insieme agli studenti del corso di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio dell’università di Tor Vergata, verranno visitati due impianti di trattamento dei rifiuti. In entrambi i casi saranno i gestori degli stessi a fare da guide e a rispondere alle domande di ragazzi e docenti.
Lunedì 26 febbraio si visiterà, in mattinata, l’impianto di trattamento meccanico-biologico di Guidonia, dove avviene la produzione di un combustibile solido secondario, destinato alla produzione di energia, e di una frazione organica stabilizzata, che può essere utilizzata per il ripristino ambientale.
Il rapporto tra Roma e i rifiuti è piuttosto conflittuale ed è ben noto a tutti che ci siano delle problematiche nella gestione degli stessi. Per capire meglio quali siano i nodi da sciogliere, è stato organizzato un convegno in collaborazione con l’Università Tor Vergata di Roma per il pomeriggio del 26 febbraio (vedi la locandina in fondo al post), in cui si parlerà della situazione attuale di gestione dei rifiuti e degli scenari futuri, facendo un particolare riferimento al termovalorizzatore di cui si doterà la capitale nei prossimi anni.
Il giorno successivo, martedì 27 febbraio, sarà la volta del termovalorizzatore di San Vittore del Lazio, il più grande della regione, dove i rifiuti vengono bruciati per produrre energia elettrica.

Lo scopo dell’attività è duplice. Si pone in primis l’obiettivo di informare i ragazzi di quale sia la condizione in una regione importante e non troppo distante dalla Lombardia, caso già noto a molti. In secondo luogo, si cerca di stimolare una lettura critica e propositiva della situazione, accogliendo domande e ragionamenti. A questo proposito, è favorevole l’integrazione tra le due università, di Milano e Roma, nel far venire a contatto studenti con background e quotidianità differenti.

Testo di Francesca Neri

Prevenzione e trattamento dei rifiuti e produzione di idrogeno nella sessione di laurea magistrale di dicembre

Nel contesto delle attività di economia circolare e prevenzione dei rifiuti, il mio lavoro di tesi ha analizzato se e in che misura l’attività del centro del riuso “Panta Rei” di Vimercate possa effettivamente contribuire a fornire benefici ambientali. Tale valutazione è stata effettuata utilizzando la metodologia LCA, modellizzando la prima e la seconda vita dei beni in esame e distinguendo tra impatti ambientali evitati (prima vita) e impatti aggiuntivi (seconda vita). I risultati hanno mostrato che nel 2022 il centro ha generato benefici ambientali in solo 6 delle 16 categorie di impatto esaminate. La prestazione ambientale dell’attività di riuso, infatti, dipende da numerosi fattori, quali il tasso di sostituzione (indica se l’acquisto di un bene usato sostituisce realmente l’acquisto di un bene nuovo), il tasso di qualità (indica la vita media attesa del bene usato rispetto a quella del bene nuovo), l’indice di prestazione energetica (indica la prestazione energetica del bene usato rispetto a quella del bene nuovo), la distanza tra centro del riuso e abitazione del secondo utente e il tempo effettivo di utilizzo del bene. Una sostituzione del 100% tra beni nuovi e usati, ad esempio, porterebbe a benefici ambientali in tutte le categorie di impatto. Sono state così identificate tre azioni chiave per migliorare le prestazioni ambientali dei centri del riuso: aumentare la consapevolezza dei cittadini sugli impatti delle loro azioni, promuovere la mobilità sostenibile e ridurre le distanze tra centro e consumatori. Il lavoro sottolinea, in definitiva, l’importanza del ruolo del consumatore nel garantire benefici ambientali nelle attività di prevenzione dei rifiuti. Mary Jo Floriana Antonia Nichilo

Lo studio svolto nella mia tesi parte da un’indagine effettuata sul territorio calabrese, nella provincia di Catanzaro, ove risulta frequente il fenomeno dell’abbandono massiccio di rifiuti. L’obiettivo dello studio è stato analizzare l’impatto ambientale della gestione dei suddetti rifiuti tramite la metodologia LCA. A causa della loro qualità compromessa dall’azione degli agenti atmosferici, il riciclo di materiali viene escluso, ma ne viene considerato il recupero energetico. Sono stati individuati tre scenari: lo smaltimento in discarica, la gestione tramite termovalorizzatore e la gestione tramite gassificatore. I risultati hanno mostrato come la gestione tramite gassificatore ha un impatto irrilevante (a tratti negativo) sulle categorie di tossicità, mentre dal punto di vista delle emissioni atmosferiche è nettamente in svantaggio rispetto il termovalorizzatore. Perciò per la gestione immediata di tali rifiuti è consigliato il trattamento tramite termovalorizzatore. Tuttavia, la gestione tramite gassificatore lascia degli interessanti spunti di lavoro per la riduzione delle emissioni, al fine di renderlo comparabile e competitivo rispetto al termovalorizzatore in termini di impatto ambientale. Sara Mattei

In today’s world, there is an urgent need to shift towards sustainable fuel and energy options, and these alternatives to consider need to be environmentally friendly, throughout their life cycle. Hydrogen emerges as a promising option due to its lack of Carbon dioxide emissions, high-energy content, and favourable combustion kinetics. The Helmholtz Centre for Environmental Research (UFZ) in Leipzig, Germany, has developed a white hydrogen production technology utilizing cyanobacteria, that could contribute to global sustainable energy demands. This study conducts a comprehensive Life Cycle Assessment of this white hydrogen production technology, intending to elucidate its environmental consequences and potential as a sustainable energy solution. Results show that this technology is an energy-intensive process and relies significantly on electricity, and the impact on the environment is exacerbated by the German electricity mix to levels comparable to conventional grey hydrogen production technologies. Shifting to renewable energy sources, especially wind, reduces environmental impacts by 75%, but challenges persist. This study advocates a holistic approach, combining renewable energy sources and sustainable choices of BG-11 medium to substantially diminish environmental impacts. Despite challenges, hydrogen production by cyanobacteria remains a promising avenue for sustainable hydrogen production, aligning with the global pursuit of greener energy alternatives. Usamah Derwaish

Cronache dallo SpazzaTour: visita agli impianti di trattamento dei rifiuti in Campania

Rifiuti in ingresso all’impianto di selezione multimateriale Nappi Sud a Battipaglia (SA)

Il gruppo AWARE, insieme a 50 studenti e studentesse del Politecnico di Milano, ha partecipato allo SpazzaTour 2.0, tenutosi dal 23 al 25 marzo tra le province di Napoli e Salerno, per visitare i sistemi di gestione e gli impianti di trattamento dei rifiuti urbani nella Regione Campania.  

Il tour, organizzato in collaborazione con ARPA Campania, si è sviluppato seguendo il percorso di trattamento della frazione indifferenziata e di quelle riciclabili dei rifiuti urbani. 

Nella Regione i rifiuti indifferenziati sono trattati negli impianti TMB (trattamento meccanico – biologico) per produrre CSS (combustibile solido secondario), poi utilizzato come combustibile alternativo al termovalorizzatore di Acerra (NA). L’impianto di termovalorizzazione di Acerra, gestito da A2A, è dotato di tre linee per l’incenerimento, tramite dei forni a griglia mobile inclinata a dente di sega, e per il trattamento dei fumi. Il recupero energetico avviene tramite un’unica turbina a condensazione che permette di produrre energia elettrica.  

Camera di combustione del termovalorizzatore di Acerra (NA)

Le scorie, raccolte con un sistema a umido, sono inviate al nuovissimo impianto di recupero delle ceneri di Marigliano (CE), gestito da RI.GENERA. Le ceneri pesanti sono lasciate maturare in cumuli per circa 2 settimane, durante le quali avvengono reazioni di carbonatazione, processi di evaporazione dell’umidità e reazioni di ossidazione dei metalli, come l’alluminio, che producono idrogeno e scoppi. Sarà poi implementata un’ultima sezione per la raffinazione del materiale inerte delle ceneri per la produzione di End of Waste da vendere all’industria dell’edilizia. 

Ecoballe nella piazzola a Caivano (NA) di SAPNA

Durante gli anni dell’emergenza rifiuti in Campania i rifiuti indifferenziati sono stati imballati e stoccati in siti specifici. Nelle piazzole impermeabilizzate – come quella gestita da SAPNA a Caivano (NA) – le cosiddette ecoballe sono impilate in tronchi di piramide e ricoperte da un telo in HDPE che non permette l’infiltrazione delle acque meteoriche. Le ecoballe, accumulate durante l’emergenza rifiuti, si stanno pian piano smaltendo; in particolare, in Campania sono trattate negli STIR (Stabilimenti di Tritovagliatura ed Imballaggio Rifiuti) – come quello gestito da A2A a Caivano (NA) – dove subiscono una fase di triturazione, di separazione dimensionale e aeraulica, per produrre CSS di differente qualità, inviato all’estero o in cementifici e termovalorizzatori del Nord Italia. 

Smantellamento delle ecoballe (Caivano, NA)

Le ultime tre tappe del tour hanno coinvolto gli impianti per la selezione e il riciclo dei materiali riciclabili dei rifiuti urbani. Nell’impianto di selezione multimateriale di Battipaglia (SA) della società Nappi Sud, i rifiuti in ingresso, provenienti sia dalla raccolta dei rifiuti urbani sia da attività commerciali, seguono diverse fasi per selezionare i prodotti, in base alla tipologia di polimero, al colore o alle caratteristiche dimensionali del materiale.

Selezione nell’impianto di selezione multimateriale Nappi Sud (Battipaglia, SA)

La cartiera di Pellezzano (SA) di Cartesar SpA tratta i rifiuti in carta e cartone dalla raccolta differenziata per ottenere un prodotto totalmente costituito da materiale riciclato. L’impianto di Sada SpA a Pontecagnano Faiano (SA) produce folding carton per imballaggi, utilizzando sia materiale vergine sia riciclato. 

Il tour si è concluso con un evento con l’Assessorato all’Istruzione e l’Assessorato all’Ambiente di Battipaglia, con Legambiente e CONAI, per dialogare con gli studenti e le studentesse delle scuole di Battipaglia sulla gestione dei rifiuti in Campania. 

Evento conclusivo con le scuole di Battipaglia (SA)

Maggiori dettagli sugli impianti visitati sono disponibili qui

SPAZZATOUR 2.0: alla scoperta degli impianti di gestione e trattamento dei rifiuti in Campania

Dopo 12 anni, AWARE e il Politecnico di Milano tornano in Campania per immergersi nuovamente nella gestione dei rifiuti e per ri-visitare i più importanti impianti di trattamento nella Regione. 

La storia della gestione dei rifiuti urbani in Campania vede un periodo critico dal 1994 al 2012, quando gli impianti di smaltimento dei rifiuti erano giunti a saturazione, portando a dei malfunzionamenti dell’intero sistema e all’abbandono dei rifiuti nelle strade delle città. In questo contesto, si è messo in atto un piano per rispondere allo stato di emergenza. Tale piano prevedeva la progettazione, costruzione e l’integrazione nel sistema di gestione di nuovi impianti di trattamento meccanico e biologico dei rifiuti urbani, di termovalorizzazione e di trattamento dei materiali riciclabili o biodegradabili, nonché la promozione della raccolta differenziata, che negli anni si è sviluppata in maniera importante grazie alla collaborazione dei cittadini. 

Sulle tracce di quanto già svolto nel 2011, ARPA Campania guiderà i docenti, i ricercatori e gli studenti del Politecnico di Milano nel tour, che si terrà dal 23 al 25 marzo tra le province di Napoli e Salerno. 

Nel dettaglio, giovedì 23 marzo si visiterà l’impianto di Caivano (NA), dove avviene lo stoccaggio e trattamento meccanico e biologico delle ecoballe e della frazione indifferenziata dei rifiuti per la produzione di CSS (Combustibile Solido Secondario). Ad Acerra (NA) si farà visita al termovalorizzatore e a Marigliano (NA) al nuovo impianto di trattamento delle ceneri. 

Nella giornata di venerdì 24 marzo è prevista la visita alle cartiere di Pellezzano (SA) e Pontecagnano (SA), specializzate nel processo di riciclo di carta e cartone. A Battipaglia (SA) ci si recherà all’impianto di selezione delle plastiche raccolte per via differenziata. 

Per concludere il tour, sabato 25 marzo il gruppo AWARE parteciperà all’evento di chiusura a Battipaglia, organizzato in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente e l’Assessorato all’Istruzione, ARPA Campania e Legambiente, per incontrare gli studenti delle scuole locali e dialogare sull’attuale gestione dei rifiuti nella Regione Campania. 

Raccolta selettiva delle bottiglie in PET: spunti di riflessione a valle del Convegno di ANCI e CONAI

Roma, 14 febbraio 2023

AWARE ha partecipato al Convegno “Gestione dei rifiuti, economia circolare e PNRR: le nuove sfide e l’impatto per i Comuni” promosso da Associazione Italiana dei Comuni Italiani (ANCI) e CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi, la cui registrazione è disponibile qui.

I relatori del secondo panel, da sinistra: Fabio Costarella (CONAI), Mario Grosso (DICA, Politecnico di Milano), Alberto Bellini (DEI, Università di Bologna), Edoardo Croci (GREEN, Università Bocconi di Milano)

Nel secondo panel intitolato “Presentazione studio inerente a innovazione, qualità ed efficienza nella gestione dei rifiuti – modelli di analisi ed esperienze europee” il Professor @mario ha illustrato i risultati dello studio svolto con la Professoressa @lucia e l’Ingegner @gaia-brussa.

Modalità innovative di raccolta differenziata, raccolte selettive e sistemi a cauzione: l’intervento del gruppo AWARE

Nello studio, attraverso la Material Flow Analysis sono stati analizzati diversi scenari in cui la raccolta differenziata della plastica da imballaggio è stata integrata da modalità innovative come la raccolta selettiva tramite ecocompattatori o il sistema con deposito cauzionale (DRS dall’inglese Deposit-Return System). Dopo aver ricostruito i diversi scenari a livello quantitativo, gli stessi sono stati confrontati attraverso alcuni indicatori come: il tasso di raccolta, il tasso di avvio a riciclo e il tasso di raccolta separata delle bottiglie in PET.

Infatti, il focus dei modelli di raccolta analizzati è stato sui contenitori per bevande (CPL) in PET, di cui vengono immesse sul mercato in Italia circa 13 miliardi di unità all’anno. Inoltre, negli ultimi tempi le bottiglie in PET sono state al centro di diverse discussioni in quanto oggetto sia della direttiva europea Single-Use Plastic Products (SUP) che della più recente bozza di regolamento europeo sui rifiuti da imballaggio . La prima, infatti, ha stabilito gli obiettivi di raccolta separata e di contenuto minimo di materiale riciclato proprio delle bottiglie di plastica; il regolamento, invece, potrebbe prevedere l’obbligatorietà dell’implementazione del DRS per i contenitori monouso per bevande, sia in plastica che in metallo, per cui non sia stato già raggiunto un tasso di raccolta pari al 90% entro il 2027.

In sintesi, il sistema DRS prevede che al prezzo dell’imballaggio venga associato un deposito cauzionale che viene pagato al momento dell’acquisto e che viene restituito nel momento in cui l’imballaggio post-consumo viene consegnato a degli appositi punti di raccolta (automatizzati o meno). Chiaramente, questo tipo di sistema non ha impatti solo sulle abitudini del consumatore, che di fatto perderà la cauzione non riportandp la bottiglia o la lattina, ma anche sugli altri attori della filiera di produzione, raccolta e riciclo degli imballaggi inclusi nel DRS. L’alternativa al DRS, qui chiamata “raccolta selettiva”, non prevede che il meccanismo di incentivazione sia strettamente monetario, ma sfrutta altri sistemi di premialità, come sconti e raccolte punti, per favorire il conferimento di alcuni specifici packaging separatamente dalla raccolta differenziata tradizionale.

Schema di un sistema con deposito cauzionale; modello basato su un operatore centrale

La possibile introduzione del DRS in Italia ha fatto decisamente discutere: da alcuni la proposta è stata accolta con entusiasmo nella speranza di veder diminuire il numero di bottiglie vuote abbandonate per strada o in ambiente; d’altra parte ci si chiede se imporre uno specifico modello di raccolta non sia una forzatura che rischia di tradursi nella perturbazione di un sistema già assodato e performante, che in Italia si basa sulla stretta collaborazione tra comuni e consorzi di filiera.

Dal punto di vista tecnico, promuovere dei modelli di raccolta mirata delle bottiglie per liquidi alimentari ha il vantaggio di creare un flusso separato di imballaggi post consumo che, essendo ad uso alimentare, possono essere avviati a processi di riciclo closed-loop, ossia che permettono di produrre materiali riciclati nuovamente adatti al food-contact e che quindi potrebbero contribuire agli obiettivi della direttiva SUP, nonché al risparmio di materie prime vergini. Tuttavia, una riflessione più ampia deve tener conto delle variabili comportamentali dei consumatori che vanno ad influire sui modelli di raccolta mirata che si basano su meccanismi incentivanti di diverso tipo. Quindi, al di là delle implicazioni a livello di costi e qualità dei materiali, non è facile prevedere come i consumatori, che nella pratica corrispondono al primo anello della catena di gestione dei rifiuti, potrebbero accogliere e quindi partecipare con più o meno attenzione al tipo di raccolta messa in campo.

Si dice che il miglior rifiuto da gestire è quello non prodotto. Questo sarebbe possibile, ad esempio, consumando acqua di rete invece che acquistando acqua in bottiglie di plastica. Ci si chiede quindi se nel momento in cui verrà fatto passare il messaggio che le bottiglie restituite verranno inviate a riciclo con alta efficienza il cittadino dimenticherà che l’azione migliore è quella della prevenzione.

La sfida sarà proprio trovare il modo di far convivere le diverse tecniche di raccolta con l’obiettivo del conseguimento del minor impatto ambientale possibile.


Oltre all’analisi degli scenari dal punto di vista dei tassi di raccolta e riciclo, è stato presentato uno studio preliminare incentrato sull’aspetto economico: è stato costruito un modello che potesse rappresentare una prima stima del costo o profitto di un sistema DRS per bottiglie monouso in PET da implementare in Italia. Il modello è stato sviluppato congiuntamente al Professor Alberto Bellini, dell’Università di Bologna, e ha tratto ispirazione dall’esperienza svedese, tramite il contatto diretto con Returpack, l’operatore del sistema cauzionale in Svezia.

Durante gli altri panel del convegno hanno partecipato anche diversi rappresentanti del Mase, di ISPRA, Utilitalia, AssoAmbiente e delle Amministrazioni Comunali, che hanno portato diversi spunti di discussione e riflessione, anche da un punto di vista diverso da quello del mondo accademico e più vicino a quello degli operatori del settore.