Si è conclusa la fase di valutazione dei contributi candidati al Premio Giovani Ricercatori LCA 2024, l’iniziativa promossa dall’Associazione Rete Italiana LCA che si rivolge a giovani ricercatori che operano nel campo della valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA), al fine di promuovere la ricerca e divulgare le loro attività.
Il riconoscimento prende in esame ricerche originali e innovative, effettuate negli ultimi cinque anni, riguardanti gli sviluppi metodologici delle metodologie operanti nell’ottica del Life Cycle Thinking (LCT) a supporto di modelli di produzione e di consumo sostenibili.
Il primo premio è stato conferito a Mary Jo Nichilo del gruppo di ricerca AWARE con il paper dal titolo “Avanzamenti metodologici nella quantificazione delle prestazioni ambientali dei centri del riuso”. Il secondo premio è stato assegnato ad Antonella Accardo del Politecnico di Torino con il paper intitolato “LCA ex-ante di batterie di nuova generazione per la futura mobilità elettrica”.
I lavori saranno presentati in occasione del XVIII Convegno dell’Associazione Rete Italiana LCA, che si svolgerà presso l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti – Pescara (sede di Pescara) dal 3 al 5 Luglio 2024.
Si è concluso il processo di valutazione delle candidature alla IV edizione del Premio di Studio dedicato alla memoria di Pasquale De Vita, l’iniziativa promossa da Automobile Club d’Italia – ACI, Sara Assicurazioni e Unione Energie per la Mobilità – unem, in collaborazione con ENERGIA, per incentivare lo studio e la divulgazione scientifica sul futuro della mobilità.
Il Premio di 2.500 euro è stato conferito a Francesco Orsini per la tesi di dottorato «Conflict-based approach for road safety analysis» discussa a marzo 2022 presso l’Università di Padova.
Tra i 18 studi ammessi alla fase di valutazione, la tesi di dottorato di Stefano Puricelli, dal titolo «Effects of the use of innovative fuels and biofuels on the reduction of air pollution and the climate change», è stata inserita tra i quattro lavori che la Commissione Giudicatrice ha ritenuto meritevoli di menzione speciale.
Questo il commento della Commissione Giudicatrice:
Il lavoro analizza diversi scenari per la decarbonizzazione dei trasporti in coerenza con gli obiettivi ambientali al 2030 e al 2050 attraverso un’analisi LCA. Vengono messi a confronto diversi blend di carburanti rinnovabili, contenenti intermedi di origine biologica e/o a più basso contenuto carbonioso (es. bioalcoli; bionafta; bio-ETBE ect.). La metodologia di lavoro applicata è completa ed esaustiva. Per garantire la coerenza con le condizioni reali di utilizzo delle diverse scelte, oltre ad una sperimentazione di laboratorio è stata effettuata una sperimentazione su strada in condizioni di guida reale.
Maggiori informazioni sugli altri lavori premiati sono disponibili qua.
Nel progetto è stata applicata la metodologia LCA per analizzare le prestazioni ambientali dell’attuale sistema di gestione dei Rifiuti solidi urbani (RSU) implementato in Lombardia a partire dal 2009. Lo studio LCA, inserito come uno dei capitoli del PRGR, è stato utilizzato per la definizione degli scenari di gestione dei rifiuti del piano.
Nel progetto l’applicazione delle metodologie di LCA e LCC si sono rivelate utili per rivelare gli hotspot nell’attuale sistema di gestione dei rifiuti C&D in Lombardia. L’analisi ha consentito di individuare le soluzioni più efficaci per migliorarne la sostenibilità, quantificandone gli effetti sulle prestazioni ambientali, energetiche ed economiche dell’intero sistema.
Clicca qui per visualizzare il documento completo.
I giorni 22 e 28 ottobre 2021, Giovanni Dolci e Stefano Puricelli hanno discusso le rispettive tesi di dottorato.
Il primo dottorato ha previsto la valutazione di come l’intera filiera di trattamento del rifiuto alimentare domestico sia influenzata dalla tipologia di sacchetto utilizzato per la raccolta. Gli attuali sistemi si basano principalmente sull’utilizzo di sacchetti in bioplastica. Anche se meno diffusa, esiste una tipologia alternativa di sacchetto in carta riciclata appositamente studiata per la raccolta del rifiuto alimentare.
In primo luogo, è stata analizzata la fase di stoccaggio domestico del rifiuto. Successivamente è stata considerata la fase di trattamento del rifiuto effettuando, presso la Fabbrica della Bioenergia del Politecnico di Milano, test di biometanazione (BMP) sui sacchetti per caratterizzarne il comportamento in condizioni anaerobiche. Per meglio simulare le reali condizioni di funzionamento dei digestori a scala reale, i sacchetti sono stati inoltre sottoposti a prove di co-digestione in semi-continuo con il rifiuto alimentare. Infine, sono state valutate le prestazioni ambientali dell’intera filiera di gestione del rifiuto alimentare tramite un’analisi del ciclo di vita (LCA), confrontando due sistemi in cui i sacchetti per la raccolta sono rispettivamente in bioplastica e in carta.
I risultati dell’intero
studio mostrano, per tutte le fasi della filiera analizzate, un’influenza
positiva associata all’utilizzo dei sacchetti in carta in luogo di quelli in
bioplastica. In primo luogo, i sacchetti in carta garantiscono una maggiore
perdita di peso durante la fase di stoccaggio domestico del rifiuto, con un
minore rilascio di odori e percolato. I test BMP in condizioni mesofile e le
prove di co-digestione in semi-continuo hanno evidenziato una degradabilità
anaerobica dei sacchetti in bioplastica estremamente scarsa. Al contrario, il
sacchetto in carta ha un’elevata compatibilità con il processo di digestione
anaerobica. Infine, la LCA comparativa ha evidenziato una generale riduzione
dei potenziali impatti ambientali con l’utilizzo di sacchetti in carta
riciclata in luogo dei sacchetti di bioplastica; si è osservato tuttavia che la
scelta dell’approccio metodologico ha un’influenza importante sui risultati.
Per approfondimenti sono disponibili tre pubblicazioni relative allo studio.
Il secondo dottorato, cofinanziato da PoliMi e Innovhub-SSI, nonché congiunto con la VUB di Bruxelles, ha confrontato gli impatti ambientali di un’automobile alimentata con quattro miscele di benzina e combustibili rinnovabili. Le miscele, provate su un’automobile sia in laboratorio che in strada, sono state formulate in modo da essere già utilizzabili dall’attuale flotta circolante. I combustibili analizzati, prodotti da diverse biomasse, sono stati bioetanolo, bionafta, bio-ETBE, e metanolo (modellizzato nell’LCA come biometanolo ed e-metanolo). L’automobile tradizionale è stata anche posta a confronto con un’automobile elettrica. Eccetto per bioetanolo e bio-ETBE da grano, tutti i combustibili rinnovabili miscelati permettono una riduzione, seppur modesta, dell’impatto sul cambiamento climatico (da 0,8% a 10,2%), a confronto con l’auto a benzina. La bionafta ha contribuito al miglior risultato (-10,2%), ma gli effetti da cambiamento di destinazione d’uso dei terreni (land-use change) connessi all’olio di palma utilizzato per la sua produzione devono essere evitati, in quanto potrebbero annullare i benefici. L’automobile elettrica permette potenzialmente di ridurre del 41% le emissioni di gas serra rispetto all’auto a benzina. Sebbene l’uso di miscele parzialmente rinnovabili e l’uso di elettricità riducano gli impatti di cambiamento climatico e uso di risorse fossili, per le altre 14 categorie di impatto il quadro è più vario.
E’ possibile richiedere la tesi di dottorato all’indirizzo email stefano.puricelli@polimi.it.
Journal of Cleaner Production è una rivista internazionale e interdisciplinare incentrata su ambiente, sostenibilità e produzioni più pulite. “Cleaner production” è un concetto che mira a prevenire la produzione di rifiuti, aumentando al contempo l’efficienza nell’utilizzo di energia, acqua, risorse e capitale umano.
Le aree tematiche coperte dalla rivista includono:
Produzione e processi tecnici più puliti, Sviluppo sostenibile e sostenibilità,
Consumo sostenibile, Valutazioni ambientali e di sostenibilità, Prodotti e
servizi sostenibili, Sostenibilità aziendale e responsabilità sociale
d’impresa, Educazione allo sviluppo sostenibile, Governance, legislazione e
politiche per la sostenibilità.
Lo studio di LCA (Life Cycle Assessment) applicato ai rifiuti da costruzione e demolizione, condotto recentemente per Regione Lombardia e supervisionato da Lucia Rigamonti, assieme allo studio di LCC (Life Cycle Costing) oggetto del dottorato di Federica Carollo sono stati scelti come buona pratica all’interno del progetto Interreg Europe LCA4Regions.
LCA4Regions è un progetto del Programma comunitario Interreg Europe, che persegue la Cooperazione Territoriale Europea tra 9 Stati: Austria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Germania, Italia.
Il Progetto LCA4Regions si prefigge di integrare in modo più efficace l’applicazione delle metodiche di analisi del ciclo di vita alle politiche ambientali, in considerazione del fatto che usualmente molte politiche sono sviluppate in modo autonomo rispetto alle altre. Il Progetto si focalizza sulla estensione dei metodi LC (life cycle) come approccio olistico nella concezione di politiche pubbliche di protezione dell’ambiente e dell’efficienza del ciclo delle risorse. Su you tube è possibile vedere un breve filmato di spiegazione del progetto.
La presentazione delle buone pratiche selezionate avverrà mercoledì 21 ottobre durante la Transnational Learning Journey n. 3: LCA for waste management and material flows. Maggiori informazioni incluso il link a cui effettuare l’iscrizione (gratuita) all’evento sono disponibili qui.
Il 21 luglio 2020 ho discusso la mia tesi di dottorato di ricerca in “Metodologie e Tecniche appropriate nella Cooperazione Internazionale allo Sviluppo” (Università di Brescia).
Ho trascorso gli ultimi anni seguendo progetti di cooperazione allo sviluppo legati alla gestione dei rifiuti, dal Libano al Kenya, passando per il Mozambico e il Brasile. In ognuno di questi contesti ho potuto toccare con mano gli impatti sociali ed ambientali di una scorretta gestione dei rifiuti, scontrandomi con gli stessi ostacoli che incontrano quotidianamente gli attori locali impegnati su questo fronte.
Il mio lavoro di ricerca, dal titolo “Open Source GIS tools for local administrations: pursuing the economic sustainability of Solid Waste Management in low-income countries“, rappresenta la sintesi di questo percorso. In particolare, ho voluto sviluppare degli strumenti in ambiente GIS (Geographical Information System) per supportare progettisti e amministratori locali nella pianificazione della raccolta dei rifiuti, sfruttando le informazioni e i dati disponibili, spesso scarsi e inaffidabili. Il consumo di carburante dei veicoli impegnati nella raccolta è stato uno degli aspetti su cui mi sono focalizzata, includendo nell’analisi anche l’impatto della morfologia del territorio, e la pendenza stradale, oltre alla collocazione geografica dei possibili punti di raccolta (tenendo in considerazione l’accessibilità dal reticolo stradale, e la comodità degli utenti). Ho poi applicato gli strumenti sviluppati ad un caso studio reale, un progetto di INTERSOS in Libano, nel quale sono stata direttamente coinvolta.
Gli strumenti che ho utilizzato sono liberamente accessibili e scaricabili (QGIS, con il suo Processing modeler, e OpenStreetMap), in modo da evitare la barriera economica all’accesso legata al pagamento delle licenze, nella speranza che questo renda i risultati della mia ricerca fruibili a chiunque abbia alcune competenze informatiche, a prescindere dalla latitudine e dalla provenienza geografica.
Il pacchetto di strumenti sviluppato in QGIS è attualmente in fase di debug, in attesa di essere reso disponibile, sempre secondo la logica open source.
Vorrei ringraziare i miei relatori, prof. Mentore Vaccari (UniBS) e prof. Mario Grosso (PoliMI), e la commissione (prof. Marco Ragazzi – UniTN, prof. Raffaella Pomi – La Sapienza, prof. Sabrina Sorlini – UniBS), per l’interesse dimostrato per il lavoro, e per gli spunti forniti durante la discussione.
Un pensiero va alle colleghe e ai colleghi del Libano, che mi hanno affiancato negli ultimi due anni, e che in questi mesi stanno vivendo una situazione molto difficile, tra la crisi politica economica scoppiata a settembre 2020, la pandemia, e il recente catastrofico incidente che ha devastato Beirut, e che vede molti di loro impegnati nella gestione dell’emergenza. A loro va la mia gratitudine e la mia solidarietà.
Avendo discusso la tesi da remoto, a causa degli strascichi dell’emergenza sanitaria, esiste il video della discussione, disponibile su richiesta. Per chi fosse interessato, anche la tesi. Di seguito sono invece scaricabili il sommario (ITA/ENG) della tesi e la presentazione:
Anche AWARE ha partecipato alla prima edizione del campionato mondiale di plogging, ovvero della camminata o corsa con contestuale raccolta dei rifiuti trovati sul percorso. L’evento si inserisce all’interno di Keep Clean and Run, iniziativa nata nel 2015 per sensibilizzare sul tema dell’abbandono di rifiuti in ambiente, il cosiddetto “littering”.
A seguito di una procedura di valutazione delle oltre 1200 candidature pervenute al Ministero, Mario Grosso è stato nominato componente della Commissione Tecnica di verifica dell’Impatto Ambientale – VIA e VAS di cui all’articolo 8 del decreto legislativo n. 152/2006. La Commissione, che rimarrà in carica per quattro anni, è costituita da 40 persone, di cui 25 di area ambientale, 8 giuridica, 4 economica e 3 di salute pubblica.