Roma, 14 febbraio 2023
AWARE ha partecipato al Convegno “Gestione dei rifiuti, economia circolare e PNRR: le nuove sfide e l’impatto per i Comuni” promosso da Associazione Italiana dei Comuni Italiani (ANCI) e CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi, la cui registrazione è disponibile qui.
Nel secondo panel intitolato “Presentazione studio inerente a innovazione, qualità ed efficienza nella gestione dei rifiuti – modelli di analisi ed esperienze europee” il Professor @mario ha illustrato i risultati dello studio svolto con la Professoressa @lucia e l’Ingegner @gaia-brussa.
Nello studio, attraverso la Material Flow Analysis sono stati analizzati diversi scenari in cui la raccolta differenziata della plastica da imballaggio è stata integrata da modalità innovative come la raccolta selettiva tramite ecocompattatori o il sistema con deposito cauzionale (DRS dall’inglese Deposit-Return System). Dopo aver ricostruito i diversi scenari a livello quantitativo, gli stessi sono stati confrontati attraverso alcuni indicatori come: il tasso di raccolta, il tasso di avvio a riciclo e il tasso di raccolta separata delle bottiglie in PET.
Infatti, il focus dei modelli di raccolta analizzati è stato sui contenitori per bevande (CPL) in PET, di cui vengono immesse sul mercato in Italia circa 13 miliardi di unità all’anno. Inoltre, negli ultimi tempi le bottiglie in PET sono state al centro di diverse discussioni in quanto oggetto sia della direttiva europea Single-Use Plastic Products (SUP) che della più recente bozza di regolamento europeo sui rifiuti da imballaggio . La prima, infatti, ha stabilito gli obiettivi di raccolta separata e di contenuto minimo di materiale riciclato proprio delle bottiglie di plastica; il regolamento, invece, potrebbe prevedere l’obbligatorietà dell’implementazione del DRS per i contenitori monouso per bevande, sia in plastica che in metallo, per cui non sia stato già raggiunto un tasso di raccolta pari al 90% entro il 2027.
In sintesi, il sistema DRS prevede che al prezzo dell’imballaggio venga associato un deposito cauzionale che viene pagato al momento dell’acquisto e che viene restituito nel momento in cui l’imballaggio post-consumo viene consegnato a degli appositi punti di raccolta (automatizzati o meno). Chiaramente, questo tipo di sistema non ha impatti solo sulle abitudini del consumatore, che di fatto perderà la cauzione non riportandp la bottiglia o la lattina, ma anche sugli altri attori della filiera di produzione, raccolta e riciclo degli imballaggi inclusi nel DRS. L’alternativa al DRS, qui chiamata “raccolta selettiva”, non prevede che il meccanismo di incentivazione sia strettamente monetario, ma sfrutta altri sistemi di premialità, come sconti e raccolte punti, per favorire il conferimento di alcuni specifici packaging separatamente dalla raccolta differenziata tradizionale.
La possibile introduzione del DRS in Italia ha fatto decisamente discutere: da alcuni la proposta è stata accolta con entusiasmo nella speranza di veder diminuire il numero di bottiglie vuote abbandonate per strada o in ambiente; d’altra parte ci si chiede se imporre uno specifico modello di raccolta non sia una forzatura che rischia di tradursi nella perturbazione di un sistema già assodato e performante, che in Italia si basa sulla stretta collaborazione tra comuni e consorzi di filiera.
Dal punto di vista tecnico, promuovere dei modelli di raccolta mirata delle bottiglie per liquidi alimentari ha il vantaggio di creare un flusso separato di imballaggi post consumo che, essendo ad uso alimentare, possono essere avviati a processi di riciclo closed-loop, ossia che permettono di produrre materiali riciclati nuovamente adatti al food-contact e che quindi potrebbero contribuire agli obiettivi della direttiva SUP, nonché al risparmio di materie prime vergini. Tuttavia, una riflessione più ampia deve tener conto delle variabili comportamentali dei consumatori che vanno ad influire sui modelli di raccolta mirata che si basano su meccanismi incentivanti di diverso tipo. Quindi, al di là delle implicazioni a livello di costi e qualità dei materiali, non è facile prevedere come i consumatori, che nella pratica corrispondono al primo anello della catena di gestione dei rifiuti, potrebbero accogliere e quindi partecipare con più o meno attenzione al tipo di raccolta messa in campo.
Si dice che il miglior rifiuto da gestire è quello non prodotto. Questo sarebbe possibile, ad esempio, consumando acqua di rete invece che acquistando acqua in bottiglie di plastica. Ci si chiede quindi se nel momento in cui verrà fatto passare il messaggio che le bottiglie restituite verranno inviate a riciclo con alta efficienza il cittadino dimenticherà che l’azione migliore è quella della prevenzione.
La sfida sarà proprio trovare il modo di far convivere le diverse tecniche di raccolta con l’obiettivo del conseguimento del minor impatto ambientale possibile.
Oltre all’analisi degli scenari dal punto di vista dei tassi di raccolta e riciclo, è stato presentato uno studio preliminare incentrato sull’aspetto economico: è stato costruito un modello che potesse rappresentare una prima stima del costo o profitto di un sistema DRS per bottiglie monouso in PET da implementare in Italia. Il modello è stato sviluppato congiuntamente al Professor Alberto Bellini, dell’Università di Bologna, e ha tratto ispirazione dall’esperienza svedese, tramite il contatto diretto con Returpack, l’operatore del sistema cauzionale in Svezia.
Durante gli altri panel del convegno hanno partecipato anche diversi rappresentanti del Mase, di ISPRA, Utilitalia, AssoAmbiente e delle Amministrazioni Comunali, che hanno portato diversi spunti di discussione e riflessione, anche da un punto di vista diverso da quello del mondo accademico e più vicino a quello degli operatori del settore.