Il riutilizzo di imballaggi

Riciclo e riuso sono due termini spesso erroneamente utilizzati per esprimere lo stesso concetto.

Per chi vuole approfondire il tema, è disponibile qua la presentazione tenuta dall’ing. Rigamonti nel convegno “R1 REUSE: la rete europea per il riutilizzo” organizzato in occasione della fiera MACFRUT2018.

Inoltre, all’interno del convegno LCE2018 (Life Cycle Engineering 2018), l’ing. Rigamonti ha tenuto una presentazione sul riutilizzo di una particolare tipologia di imballaggio. Per saperne di più è disponibile qua l’articolo preparato in occasione della conferenza.

Controllo del mercurio, recupero delle ceneri pesanti, material flow analysis dei rifiuti in Italia e Danimarca, incentivi sul biometano

Una intensa sessione di laurea, quella di Aprile 2018!

Il nostro lavoro di Tesi, in collaborazione con il gruppo Unicalce S.p.A., ha avuto come scopo l’analisi degli effetti del dosaggio ad alta temperatura di un sorbente magnesiaco sull’abbattimento dei gas acidi e sulla rimozione di mercurio nella termovalorizzazione. Si sono analizzate le prestazioni ambientali, gestionali ed energetiche del reagente grazie ai risultati ottenuti da una prova sperimentale condotta presso il termovalorizzatore di Torino di TRM S.p.A.
Dai risultati è stato osservato un marcato abbattimento dei gas acidi liberati dalla combustione e un risparmio di bicarbonato con conseguente riduzione della produzione di prodotti sodici residui. Inoltre, il dosaggio del reagente da luogo a ceneri leggere di caldaia più fini e con punti di fusione più elevati, con vantaggi dal punto di vista della pulizia della caldaia.
Il sorbente ha infine manifestato un effetto di attenuazione sul valore di mercurio totale registrato in uscita caldaia, con effetti più marcati all’aumentare del dosaggio.
La tecnologia studiata si è rivelata semplice, economica e adattabile ai sistemi già esistenti per la termovalorizzazione dei rifiuti urbani.
Andrea Martino Amadei e Federico Monti

L’obbiettivo del mio lavoro di tesi è stato quello di ottenere dei valori di cessione coerenti con i valori di pH e di rapporto L/S di campo da inserire all’interno di uno studio LCA sul trattamento e sul recupero delle ceneri pesanti. Per raggiungere tale obbiettivo, sono stati eseguiti in laboratorio dei test di cessione a pH variabile e rapporto L/S variabile su due diversi materiali ottenuti dal recupero delle ceneri pesanti. Per le specie maggiormente influenzate dal pH, sono stati selezionati i valori di concentrazione risultanti dal test a pH variabile in corrispondenza del pH di campo, mentre per le specie maggiormente influenzate dal rapporto L/S, sono stati selezionati i valori risultanti dal test a rapporto L/S variabile in corrispondenza del rapporto L/S di campo. I risultati ottenuti hanno confermato l’importanza di considerare i valori di campo di pH e di rapporto L/S per l’ottenimento di un’analisi che sia rappresentativa della situazione reale.
Peter Piperno

Le recenti normative europee nel campo della gestione dei rifiuti mirano ad applicare il concetto di Economia Circolare in tutti i paesi europei. Sarebbe necessario ottimizzare la separazione dei rifiuti e i processi di riciclo affinché i rifiuti mandati in discarica diminuiscano e, contemporaneamente, una maggior quantità di rifiuto venga mandato a recupero. Prima di effettuare una qualsiasi azione è necessario analizzare la situazione attuale ed in questo contesto che si inquadra la mia tesi. Infatti, lo scopo è stato quello di creare un modello della attuale gestione dei rifiuti urbani, basato sul concetto di Analisi di Flussi di Materiali (MFA), come supporto a sviluppi futuri. La tesi, svolta in parte presso la Technical University of Denmark, in particolare, si focalizza sulla gestione dei rifiuti Danesi e Italiani, effettuando anche dei confronti interessanti tra i due paesi.
Il modello proposto è stato inoltre utilizzato per effettuare una serie di scenari futuri, per entrambi i pesi, con lo scopo di incrementare la separazione dei rifiuti alla sorgente. I risultati proposti mirano al raggiungimento degli obiettivi posti dalle normative europee.
Elisabetta Abbate

Nel mio lavoro di tesi mi sono occupato dell’upgrading di un impianto di compostaggio esistente (SILEA spa) con un comparto anaerobico finalizzato alla produzione di biometano. Il binomio anaerobico-aerobico è infatti considerata la miglior prassi per il trattamento del rifiuto organico e la valorizzazione economica risultante dall’applicazione del decreto biometano firmato in data 2 Marzo 2018 prefigura degli interessanti scenari di sviluppo in tal senso. In questo lavoro prettamente progettuale, si sono enfatizzati aspetti tecnico-pratici affiancati ad un’approfondita ricerca in merito a casi di impianti reali pervenendo alla redazione di uno studio di fattibilità che ha mostrato interessanti prospettive.
Federico Bonacina

 

 

Rifiuti C&D: punti di partenza e nuove sfide

Lunedì 16 aprile– Palazzo Pirelli, Milano. Nel corso del convegno organizzato da Regione Lombardia “Studi e ricerche per un’economia circolare nel settore dei rifiuti da costruzione e demolizione” (link al programma del seminario e alle presentazioni) sono stati presentati i risultati dei recenti lavori di ricerca condotti dal gruppo AWARE e dall’Università degli Studi di Brescia, ovvero rispettivamente l’analisi LCA del sistema di gestione dei rifiuti C&D in Lombardia (studio completo consultabile qui) e un’indagine inerente le applicazioni reali degli aggregati riciclati nel settore delle costruzioni. A seguire, la tavola rotonda con i rappresentanti di ANCE Lombardia, ANPAR, ANEPLA, CMR e NAD ha rappresentato un momento di confronto sulle criticità che interessano ad oggi la gestione della filiera di riciclo dei rifiuti C&D, dalle pratiche di demolizione selettiva in cantiere al mercato degli aggregati riciclati, offrendo alla platea parecchi spunti di riflessione.  

Da destra: Mario Nova (Direttore D.G. Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile), Raffaele Cattaneo (Assessore all’Ambiente e Clima), Sara Pantini (gruppo AWARE), Lucia Rigamonti (gruppo AWARE) e Paola Zerbinati (D.G. Ambiente e Clima).

Uno studio di fattibilità per il dumpsite di Ngong (Kenya)

Uno studio di fattibilità per la chiusura di un dumpsite (discarica non controllata) nella città di Ngong, e per l’apertura di un impianto di trattamento e recupero dei rifiuti indifferenziati.
Il gruppo AWARE arriva in Kenya nel quadro di una collaborazione che vede il Politecnico di Milano, con tre Dipartimenti coinvolti (DICA, ABC e Energia), coordinare un consorzio che include come partner locali la Technical University of Kenya (TUK) e l’azienda di consulenze LDK Africa Ltd. L’incarico arriva da UN-Habitat, agenzia delle Nazioni Unite che dal 1978 si occupa di vivibilità e miglioramento degli insediamenti umani.

Con una popolazione superiore a 150’000 abitanti, Ngong nasce come suburbio di Nairobi, prima di acquisire dignità come città appartenente alla Kajiado County, la contea limitrofa alla capitale. I rifiuti prodotti dagli abitanti di Ngong vengono conferiti dalla fine degli anni Novanta in una cava in disuso prossima alla strada principale che attraversa la città, che ad oggi ha assunto la forma di un grosso cumulo di spazzatura, esteso su una superficie poco inferiore ai due ettari e alto in alcuni punti fino a sette metri. In prossimità della discarica è sorto l’insediamento informale (slum) di Mathare, vicinissime si trovano una chiesa e una scuola, e il corso d’acqua che attraversava l’area è ora parzialmente sepolto dai rifiuti e ridotto ad un rigagnolo. Questa situazione incontrollata è causa di diversi problemi, da un punto di vista ambientale e sanitario, tanto da richiedere un intervento deciso.

Dumpsite  of Ngong (Kenya)
Il dumpsite di Ngong

Si è posto quindi il problema non solo di chiudere la discarica e spostarla in un sito identificato dal Governo, ma di individuare anche una tecnologia adatta per trattare i rifiuti, tenendo in considerazione la loro composizione  (oltre al contenuto prevalentemente organico, vi si trovano anche frazioni riciclabili come plastica, metalli e carta) e soprattutto i vincoli sociali dati dal contesto locale.

Diversi attori infatti partecipano alla raccolta e al conferimento dei rifiuti: il County Council, che organizza la raccolta dai contenitori dislocati per la città e lo spazzamento stradale; un consorzio di piccole imprese (PSPs o Private Service Providers) che portano avanti la raccolta dei rifiuti domestici, strutturata in maniera simile ad un porta a porta; e infine il NURU Youth Group, l’associazione (CBO) dei raccoglitori di rifiuti, che tutti i giorni popolano la discarica per separare e vendere materiali e oggetti di valore. I raccoglitori di rifiuti, conosciuti nei paesi anglofoni come waste pickers o (più volgarmente) scavengers, sono figure assai presenti nei contesti a basso reddito, una caratteristica manifestazione dell’economica informale, e spesso non viene riconosciuto loro il ruolo ricoperto nel recupero e riciclo dei materiali. Tra gli obiettivi di questo progetto c’è anche quello di realizzare un intervento che non leda quella che è fonte di sostentamento per oltre centocinquanta persone.

Assemblea di NURU Youth Group all'interno del dumpsite di Ngong
Assemblea di NURU Youth Group all’interno del dumpsite di Ngong

Ad inizio febbraio, Mario Grosso e Francesca Villa sono andati in missione a Nairobi per un workshop organizzato da UN-Habitat, con la partecipazione di tutti i partner coinvolti, delle istituzioni locali, dell’associazione delle PSPs e di Nuru Youth Group. La missione di Francesca si è poi protratta per portare avanti interviste e approfondimenti della situazione locale. Il prossimo appuntamento del progetto sarà a maggio.

Workshop a Ngong, Kenya (2 febbraio 2018)

Qualità dei materiali ottenuti dal riciclo

AWARE, insieme ad altri ricercatori europei, ha preparato l’articolo Recycling processes and quality of secondary materials: Food for thought for waste-management-oriented life cycle assessment studies, pubblicato recentemente sulla rivista internazionale Waste Management.

L’articolo descrive il fenomeno del down-cycling che si può verificare durante il processo di riciclo di materiali quali carta, plastica, legno e metalli. Inoltre, fornisce suggerimenti per migliorare la modellizzazione dei benefici derivanti dal processo di riciclo all’interno di studi di Life Cycle Assessment, ossia di analisi del ciclo di vita, aventi come oggetto la gestione dei rifiuti.

L’articolo è disponibile qui.

 

Rifiuti da C&D e Journal of Cleaner Production

È da poco stato pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Cleaner Production l’articolo “Life cycle assessment of non-hazardous Construction and Demolition Waste (CDW) management in Lombardy Region (Italy)”, disponibile qui in open access fino al 27 aprile 2018.

L’articolo presenta i risultati ottenuti dall’analisi del ciclo di vita del sistema di gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione (C&D) in Regione Lombardia. Il focus è sulla frazione maggiormente prodotta a livello nazionale e regionale, ovvero i rifiuti misti non pericolosi (codice CER 170904), solitamente miscelati con altri flussi minori (cemento, mattoni, ceramiche, etc.) negli impianti di riciclo per la produzione di aggregati riciclati misti. Particolare attenzione è stata posta sull’utilizzo degli aggregati riciclati misti a livello regionale e sullo sviluppo attuale del loro mercato, considerati elementi chiave per la quantificazione dei benefici ambientali conseguibili in seguito al risparmio di materia prima vergine.

A Ghent per collaborare sulla sostenibilità

A fine febbraio AWARE è andato in missione nella fiabesca città di Ghent, nelle Fiandre orientali.

Scopo della missione era quello di creare un contatto per future collaborazioni con il gruppo di ricerca del prof. Dewulf, attivo nel “Department of sustainable organic chemistry and technology”  della Ghent UNiversity.

Lucia Rigamonti ha spiegato quindi le attività portate avanti da AWARE concentrandosi su alcuni dei progetti più recenti. La presentazione è disponibile qui: Rigamonti_Ghent.

 

Lo spreco alimentare e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030

Affrontare e ridurre lo spreco di cibo è un elemento essenziale dell’Obiettivo 12 “Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”. In quest’ottica si inserisce il progetto REDUCE, dove il gruppo AWARE collabora con altre prestigiose Università italiane nell’analisi dello spreco alimentare a diversi livelli. Un nuovo Editoriale su Waste Management & Research, scritto da Mario Grosso e Luca Falasconi, inquadra la situazione attuale e anticipa alcuni risultati del progetto.