A short but intense visit to Polimi

During the first half of November, Dr. Laura Megido Fernández, lecturer and researcher at University of Oviedo (Spain), spent a week at the DICA of Politecnico di Milano as part of an international teaching training stay.
Throughout the week, she attended several classes across different courses taught both in English and Italian, gaining insights into diverse teaching approaches and methodologies.

She also held enriching discussions with Professor Mario Grosso and his team on topics such as teaching innovation, artificial intelligence in education, and strategies to foster more engaging and inclusive learning environments.

“I always enjoy coming back to Italy,” Dr. Megido shared. “Since my PhD years, when I first came to conduct research at the Università degli Studi di Padova, I have always felt warmly welcomed here. This stay at Polimi has been a truly enriching experience, both professionally and personally.”
As part of her stay, she observed different classes and interacted with students and faculty members, focusing on the dynamics and delivery of teaching in various formats.
“When attending classes now as a lecturer rather than a student, I notice new aspects, like the teaching strategies taken by professors to the fluency and rhythm of the lectures” she reflected. “It has been a great opportunity to observe different styles and think about how to adapt some of those approaches in my own courses, as well as to reflect on new ways of connecting more effectively with students.”
Another interesting aspect of the stay was the relevance of multidisciplinarity. Dr. Megido also attended a short seminar by researcher Lucia Tecuto from the University of Bologna on the psychological response to climate change.
“It was a brief but enriching session,” she noted, “and a good reminder of how interconnected technical, environmental, and social perspectives really are.”
Outside the university, she also took the opportunity to explore Milan for the first time.
“The roof terraces of the Duomo di Milano are absolutely stunning, and visiting the Castello Sforzesco was another highlight of the trip. As always in Italy, the food is exceptional! I was also lucky to reconnect with some dear friends from previous research visits in Italy, sharing conversations, memories, and coffee together reminded me how valuable these personal connections are, and how they grow with each new experience abroad.”
This exchange marks another step in strengthening the collaboration between University of Oviedo and Politecnico di Milano, fostering international cooperation and lifelong learning.

AWARE ad Ecomondo 2025

Dal 4 al 7 novembre 2025 si è svolta presso la Fiera di Rimini la 28ª edizione di Ecomondo, uno dei principali eventi internazionali dedicati alla sostenibilità, con un programma particolarmente ricco e articolato. La manifestazione nasce con l’intento di creare un punto d’incontro tra imprese, start-up, ricercatori e policy makers, favorendo dialogo e collaborazioni utili ad accelerare la transizione ecologica e a promuovere i principi dell’economia circolare.

Anche AWARE ha partecipato attivamente all’evento con le seguenti presentazioni:

Managing future waste from the energy transition: recovery technologies and future perspectives for Italy” – Ing. Federica Dei. Una presentazione dedicata a un progetto di ricerca sui rifiuti della transizione energetica, in collaborazione con il Centro Studi MatER. In particolare, sono state illustrate le principali strategie di recupero delle batterie agli ioni di litio, dei motori elettrici, dei pannelli fotovoltaici e delle pale eoliche. Inoltre, è stata fornita una stima quantitativa, riferita al contesto italiano, dei rifiuti attesi tra il 2030 e il 2050, alla luce degli obiettivi strategici del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) e dei diversi scenari di decarbonizzazione.

Casein-based film enriched with lignin as a biodegradable substrate for enzyme immobilization“, PhD Giovanni Dolci. Una presentazione effettuata all’interno dell’evento conclusivo del progetto Ecosister (Ecosistema Territoriale di Innovazione dell’Emilia-Romagna) e relativa alla valutazione LCA della produzione di un film biodegradabile a base di caseina.

The role of the LCA methodology in regional waste management plans in Italy: updates from the latest plans” PhD Giuseppe Cecere. Quest’ultimo intervento è stato effettuato all’interno del Convegno “Sistemi innovativi di prevenzione dei rifiuti e gestione circolare delle risorse” organizzato dalla Prof.ssa Lucia Rigamonti insieme al Prof. F. Passarini e D. Bonato, Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali di Erion.

Formazione sulla metodologia LCA: un’opportunità per il personale PoliMi

Venerdì 31 ottobre 2025, si è tenuto al Politecnico di Milano un corso introduttivo alla metodologia Life Cycle Assessment (LCA) rivolto al personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo, organizzato dal Polimi LCA Network in collaborazione con ARUO (Area Risorse Umane e Organizzazione) e AGIS (Area Gestione Infrastrutture e Servizi).

Durante l’incontro la Prof.ssa Lucia Rigamonti, l’Ing. Elisa Amodeo e il PhD Roberto Rocca del Polimi LCA Network hanno guidato i partecipanti nella scoperta dei principi fondamentali dell’LCA, mettendone in evidenza logiche e potenzialità attraverso un approccio ludico e partecipativo. Questo metodo ha favorito un apprendimento attivo, stimolando lo scambio di idee e la collaborazione tra i corsisti.

Un ulteriore passo per diffondere una cultura della sostenibilità fondata su dati, metodo scientifico e collaborazione: quando l’apprendimento diventa un’esperienza condivisa, si trasforma in valore per tutto il gruppo!

Per maggiori informazioni e per scaricare i materiali: https://lnkd.in/dzgC-y-f 

Analisi di letteratura sulla valorizzazione delle microalghe in diversi settori produttivi

Sulla rivista specializzata Algal Research è stata pubblicata una nostra analisi di letteratura sul tema delle microalghe e, nello specifico, sugli studi di valutazione del ciclo di vita (LCA) ad esse applicati. Le microalghe ricevono ormai da anni crescenti attenzioni per il loro ruolo come alternativa all’uso di materiali di origine fossile nelle più svariate applicazioni. In questo lavoro bibliografico, sono stati analizzati 92 studi LCA pubblicati tra il 2020 e il 2025. Dapprima, è stato descritto e discusso in che modo la metodologia sia stata applicata. Successivamente, l’attenzione si è spostata sui 41 studi comparativi, ossia quelli che presentavano almeno un confronto fra gli impatti ambientali causati dall’uso di microalghe e quelli di materiali convenzionali. Gli studi sono stati raggruppati in cinque settori produttivi: biocombustibili, prodotti per l’agricoltura, cibo e mangimi, sostanze chimiche e un ultimo gruppo per le restanti applicazioni.

Sul lato metodologico, sono state trovate delle limitazioni in vari studi in termini di ridotto numero di categorie di impatto, mancanza di trasparenza e carente qualità dei dati di inventario. Ne è scaturita quindi una serie di raccomandazioni, fra le quali l’uso di standard e linee guida, la scelta di confini del sistema dalla culla alla tomba, l’inclusione di un ampio numero di categorie di impatto, la pubblicazione dettagliata dei dati di inventario e il ricorso ad analisi di sensibilità e incertezza.

Evoluzione temporale del numero di studi LCA a tema microalghe e dei rispettivi settori di utilizzo.

Riguardo agli studi comparativi, non sono emersi risultati netti e comuni a tutti i settori produttivi. Complessivamente, nessuno dei possibili destini delle microalghe è risultato particolarmente favorevole o penalizzante, con ciascun singolo risultato che dipende dalla peculiarità del sistema analizzato.

Panoramica dei processi di produzione di biocombustibili da microalghe, limitatamente agli studi inclusi nell’analisi di letteratura. I biocombustibili sono l’applicazione per microalghe più studiata negli studi LCA. Acronomi: FAME = fatty acid methyl ester; HEFA = hydroprocessed esters and fatty acids; LPG = Liquified Petroleum Gases.

Questa corposa analisi di letteratura offre uno sguardo aggiornato e critico sulle pubblicazioni scientifiche a tema microalghe ed è una lettura d’obbligo per gli interessati al tema. L’articolo è scaricabile gratuitamente al seguente collegamento: https://doi.org/10.1016/j.algal.2025.104377

Il lavoro è parte dell’attività svolta nell’ambito del progetto Ecosister, progetto finanziato dal Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (Missione 4 Istruzione e ricerca – Componente 2).

AWARE at the waste-to-energy plant in Brescia

My research aims to improve the energy efficiency of the numerous small-scale waste incineration facilities in Japan and reorganize them into a more rational system. To this end, we visited a Waste-to-Energy (WTE) facility in Italy renowned for its exceptional energy utilization rate, and one of the largest in Italy. This advanced plant not only generates electricity from steam produced by incineration heat but also supplies hot water to Brescia’s extensive district heating network. In addition, it features a highly sophisticated system for recovering additional heat via flue gas condensation, achieving an exceptional overall energy recovery efficiency of 98%.
Compared to facilities in Japan, the scale of Termoutilizzatore A2A Brescia is truly remarkable. Its investment in heat recovery equipment and its actual heat utilization rate are significantly higher. Moreover, the close collaboration between the incineration plant and the city to build a district heating network that meets the entire city’s heat demand is a highly rational and effective model.

Yukiya Kandabashi

PoliMi LCA Network: nuovo insegnamento di Dottorato – “Advanced Models and Methods for Life Cycle Assessment (LCA)”

A partire dall’anno accademico 2025-2026, PoliMi LCA Network propone un nuovo insegnamento per i programmi di Dottorato in Ingegneria Ambientale e delle Infrastrutture e Ph.D. STEP -Change del Polimi dal titolo: “Advanced Models and Methods for Life Cycle Assessment (LCA)”. Il corso è coordinato dalla Professoressa Lucia Rigamonti e prevede tra i docenti anche il nostro ricercatore Giovanni Dolci.

Il corso offrirà un’analisi approfondita di alcuni temi chiave e controversi della metodologia Life Cycle Assessment (LCA):

  • modellizzazione del contenuto di materiale riciclato nei prodotti e dei processi di riciclo di scarti;
  • analisi dell’incertezza e dei fattori dipendenti dal tempo nell’LCA;
  • struttura computazionale dell’Input-Output Analysis;
  • differenza tra modellizzazione attributional e consequential.

Il programma combina fondamenti teorici 📚 con casi di studio pratici 🛠️, fornendo ai partecipanti gli strumenti e le competenze necessari per affrontare sfide complesse nell’ambito dell’LCA, sia nel contesto della ricerca scientifica che in ambiti professionali.

Maggiori informazioni sul corso sono disponibili a questo link

Analisi dal pozzo alla ruota di autovetture alimentate da una miscela di GPL, bio-GPL e dimetil etere rinnovabile

È stato pubblicato un nuovo articolo sulla rivista Clean Technologies and Environmental Policy, dal titolo: “Well-to-Wheel analysis of passenger cars fuelled with a blend of LPG, bio-LPG, and renewable DME”.

Lo studio applica la metodologia di Life Cycle Assessment (LCA) Well-to-Wheels (WTW) per confrontare gli impatti ambientali di autovetture di segmento B e C alimentate a benzina con quelli derivanti dall’uso di una miscela innovativa composta da gas di petrolio liquefatto GPL (60%), bio-GPL (20%) e dimetil etere (DME) rinnovabile (20%). Sono stati considerati due percorsi produttivi per il DME rinnovabile: i) come biocarburante da biometano (bio-DME) e ii) come e-fuel a partire da CO₂ catturata e idrogeno prodotto tramite elettrolisi dell’acqua con energia idroelettrica (e-DME).

I risultati mostrano che la miscela proposta riduce le emissioni di gas serra fino al 28% per le auto di segmento B e fino al 22% per quelle di segmento C rispetto alla benzina. Inoltre, le prestazioni della miscela variano in base al tipo di DME e al tipo di autovettura: gli scenari con e-DME offrono risultati migliori rispetto al bio-DME in entrambi i segmenti, le auto di segmento B riducono gli impatti rispetto a quelle di segmento C, mentre lo scenario con bio-DME in un’auto di segmento C ha le prestazioni ambientali peggiori.

Risultati della fase di valutazione degli impatti ottenuti per 16 categorie di impatto ed espressi come variazione percentuale rispetto alla benzina come carburante di riferimento.

Oltre ai benefici climatici, la miscela mostra miglioramenti in diverse categorie di impatto, tra cui l’uso di risorse fossili, il particolato, la riduzione dello strato di ozono stratosferico e l’ecotossicità delle acque dolci. Tuttavia, emergono anche degli svantaggi, con impatti più elevati osservati in categorie come acidificazione, consumo d’acqua, uso di risorse minerali e metalliche ed eutrofizzazione. Le ricerche future dovrebbero estendere il confronto alle auto elettriche, testare miscele con percentuali più elevate e adottare una prospettiva dalla culla alla tomba che includa il ciclo di vita del veicolo e le emissioni non-exhaust.

Impatti ambientali per la categoria di impatto “Cambiamenti climatici”, espressi in kg CO₂ eq/km. Il rombo bianco si riferisce all’impatto totale “Well-to-Wheels”.

Per ulteriori informazioni, la pubblicazione completa è disponibile qui.

Quantificazione dei benefici ambientali del riutilizzo di beni

È ora online e pubblicato nel numero speciale Effective Waste Management towards Promoting Circular Economy della rivista Environmental Science and Pollution Research l’articolo dal titolo: “Quantification of the environmental benefits of the reuse of goods”.

Lo studio propone una metodologia per quantificare gli impatti ambientali associati al riutilizzo di beni, attraverso lo sviluppo di un modello ad hoc basato sull’approccio del Life Cycle Assessment (LCA).

Nella formulazione del modello sono stati introdotti tre parametri chiave:

  • tasso di sostituzione: indica in che misura l’acquisto di un bene usato sostituisce effettivamente l’acquisto di un bene nuovo;
  • tasso di qualità: rappresenta la qualità del bene usato in termini di durata media attesa, comparata a quella di un prodotto nuovo;
  • tasso di prestazione energetica: confronta il consumo energetico di un bene nuovo rispetto a quello di un bene usato equivalente.

Come proof of concept, la metodologia è stata applicata a un centro del riuso situato in Italia, una struttura dedicata alla raccolta di beni usati che altrimenti sarebbero smaltiti, permettendone invece il ritiro da parte di altri utenti per un nuovo utilizzo.

Lo studio da un lato intende colmare una lacuna nella letteratura scientifica, offrendo un modello e un caso applicativo per valutare i benefici ambientali delle attività dei centri del riuso; dall’altro, sottolinea il ruolo cruciale della consapevolezza dei consumatori nel tradurre le pratiche di prevenzione dei rifiuti in effettivi vantaggi ambientali.

Per approfondire, la pubblicazione completa è disponibile a questo link.

Primo premio all’ISWA YPG Online Conference 2025: i rifiuti della transizione energetica

Federica Dei ha ottenuto il primo premio durante l’ottava ISWA YPG Online Conference, l’evento internazionale organizzato dallo Young Professionals Group dell’International Solid Waste Association, che riunisce ogni anno giovani ricercatori e professionisti del settore rifiuti provenienti da tutto il mondo.

Federica ha presentato il lavoro dal titolo “Modeling Future Waste From The Energy Transition: A Forecast-Oriented Approach For Italy”, riguardo la stima quantitativa dei flussi di rifiuti generati dalla transizione energetica. Il lavoro è parte del progetto a tema promosso dal centro studi MatER. I rifiuti analizzati sono batterie al litio, motori elettrici, pannelli fotovoltaici e pale di turbine eoliche. Si tratta di rifiuti complessi e ad alta intensità di risorse, che rappresentano una sfida emergente per il settore della gestione rifiuti e per l’economia circolare. L’obiettivo della ricerca è comprendere e stimare in anticipo questi flussi di rifiuti, così da trasformare potenziali criticità in opportunità concrete.

Nel messaggio condiviso con il Comitato Organizzatore, Federica ha evidenziato come questa esperienza sia stata particolarmente significativa non solo per il riconoscimento ottenuto, ma anche per l’opportunità di confronto internazionale. Nonostante le distanze geografiche e culturali, infatti, tutti i partecipanti hanno dimostrato di condividere problematiche simili e lo stesso impegno nel trovare soluzioni innovative per un futuro più sostenibile.

Questo importante risultato conferma l’impegno del gruppo AWARE nell’affrontare le sfide ambientali emergenti attraverso la ricerca scientifica, il dialogo internazionale e l’innovazione.

Il conference book è scaricabile qui.

LCA a supporto di un’azienda di gestione rifiuti in un’ottica di economia circolare

E’ ora disponibile su Procedia CIRP (sezione riguardante la 32nd CIRP Conference on Life Cycle Engineering) una nuova pubblicazione inerente il percorso verso la sostenibilità ambientale intrapreso da RMB S.p.A., piattaforma polifunzionale specializzata nel trattamento e recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi nel Nord Italia. L’articolo presenta le prime valutazioni del ciclo di vita (LCA) svolte con l’obiettivo di rendere l’azienda consapevole dei propri impatti ambientali e conseguentemente definire un piano di miglioramento delle performance sia da un punto di vista dei prodotti che dell’organizzazione.

Una prima valutazione preliminare, che sarà approfondita nel prossimo periodo, riguarda una LCA sul prodotto Ferro Proler, frazione ferrosa (5-150 mm per singolo pezzo) ottenuta dal trattamento dei veicoli fuori uso (VFU). Si tratta di un’analisi cradle-to-gate, con confine di sistema definito dalla culla al cancello aziendale che ha preso in considerazione un ampio spettro di categorie d’impatto inerenti l’ambiente, la salute umana e il consumo di risorse. I primi risultati evidenziano come i principali contributi agli impatti provengano da attività esterne alla piattaforma di riferimento. In particolare, a seconda della categoria d’impatto analizzata, le fasi più critiche risultano essere l’approvvigionamento dei VFU dagli autodemolitori e il trattamento finale della frazione di scarto del processo produttivo costituita prevalentemente da plastiche e gomme. Pertanto, l’ottimizzazione della logistica di trasporto e l’adozione di nuove tecnologie per il riciclo della frazione di scarto risultano di fondamentale importanza in un’ottica di miglioramento ambientale.

Analisi dei contributi associata alla produzione di 1 tonnellata di Ferro Proler.

La seconda analisi è una Carbon Footprint di Organizzazione, condotta secondo lo standard UNI EN ISO 14064:2018. L’analisi ha incluso sia le emissioni dirette di gas serra (categoria 1) sia le emissioni indirette derivanti dall’energia importata (categoria 2). Poiché il consumo di energia elettrica dalla rete nazionale italiana incide in modo significativo sulle emissioni complessive dell’organizzazione, sono state definite e analizzate diverse strategie di riduzione dei consumi alla fonte e l’acquisto di energia rinnovabile certificata.

L’articolo completo è disponibile al seguente link: qui