Dottoressa di Ricerca in "Metodologie e Tecniche appropriate nella Cooperazione Internazionale allo Sviluppo" (DICACIM, CeTAmb, Università di Brescia) da luglio 2019 con una tesi sull'applicazione dei GIS Open Source alla gestione dei rifiuti in un progetto di cooperazione in Libano, comincia la sua collaborazione con AWARE seguendo gli aspetti legati alla gestione dei rifiuti, degli effetti ambientali e delle ricadute igienico-sanitarie ad essi collegati nel progetto Polimiporocinha.
Ad oggi, all'interno del gruppo segue progetti legati alla gestione e agli impatti ambientali e sociali dei rifiuti in contesti a medio-basso reddito. Tra i paesi in cui ha affrontato questo tema (in ambito accademico e non): Libano, Mozambico, Kenya, Bosnia Herzegovina, Serbia, Palestina, Tanzania Costa Rica).
Nella sua "vita" precedente, laureata in Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio a Trento nel 2013, ha fatto ricerca sugli impatti del cambiamento climatico sulla disponibilità della risorsa idrica e sulla produzione energetica idroelettrica all'interno del gruppo di Costruzioni Idrauliche e Idrologia (UniTN), e ha collaborato con il Dipartimento di Gestione dei Rifiuti della BOKU di Vienna approfondendo la gestione e il trattamento degli E-Waste in Sud America.
Saranno presenti 47 sessioni, organizzate nei seguenti macro-temi:
Salute
Formazione ed educazione
Modelli di cooperazione
Patrimonio culturale materiale e immateriale
Cambiamenti climatici
Inclusione, migrazione, pari opportunità
Transizione ecologica
Tra le tante sessioni interessanti e dal taglio multidisciplinare, si segnalano le sessioni promosse dalla sezione ECS-CUCS (Early Career Scholars), animata tra gli altri da Francesca Villa, che si occupa per AWARE di progetti di gestione dei rifiuti in contesti di cooperazione internazionale allo sviluppo.
(Modelli di cooperazione) SESSIONE 15. Gioie e dolori della ricerca sul campo – Un momento di confronto per i ricercatori coinvolti in progetti di cooperazione allo sviluppo (Villa Francesca, Serrao Livia, Castelli Giulio)
(Transizione ecologica) SESSIONE 44. ECS CUCS Innovation and Technology Session – Technology Design in International Cooperation Projects: Keys for Success and Errors from which to Learn (Domini Marta, Crevani Giacomo, Vinti Giovanni)
Nel 2022, a valle della VII edizione del Convegno Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo (Napoli 2022), un gruppo di ricercatrici e ricercatori ha cominciato ad incontrarsi e discutere per indagare nuove possibilità di collaborazione tra le diverse Università e i vari settori disciplinari coinvolti in più modi in progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo.
Da queste discussioni, l’anno scorso è nata la sezione ECS (Early Career Scholars) del Coordinamento Universitario allo Sviluppo, con diversi scopi, tra cui: facilitare i contatti tra persone all’inizio della propria carriera, appartenenti alle diverse Università o che pratichino ricerca in questo ambito; favorire la diffusione di informazioni su opportunità di lavoro e convegni; favorire lo scambio di contenuti scientifici; organizzare seminari e momenti di formazione in senso più ampio.
Questo sforzo di coordinamento rappresenta un’opportunità di cooperazione non solo verso l’esterno, ma anche verso l’interno degli ambiti accademici. È infatti importante mettere in comunicazione gli attori della ricerca, spesso coinvolti in prima persona in esperienze e attività sul campo, e permettere gli scambi tra i tanti settori disciplinari che un singolo progetto di cooperazione internazionale può tirare in ballo.
Al gruppo organizzatore, costituitosi in prima Segreteria ECS-CUCS, con affiliazione al Politecnico di Milano, partecipano Francesca Villa, del nostro gruppo di ricerca, e Giacomo Crevani.
E’ disponibile il programma e sono aperte le iscrizioni per la sesta edizione di “Rifiuti e Life Cycle Thinking”, giornata dedicata alla presentazione e discussione di lavori sul tema: “Circolarità e sostenibilità: il ruolo di una corretta gestione dei rifiuti e delle risorse e le potenzialità del Life Cycle Thinking”.
L’evento si svolgerà il giorno Martedì 7 marzo 2023 in presenza presso il Politecnico di Milano, Aula Magna Carassa Dadda (Bovisa).
Prima di procedere con l’iscrizione chiediamo di prendere visione dell’informativa privacy.
È la seconda volta che siamo chiamati a partecipare ad un progetto per migliorare la gestione dei rifiuti in Libano, un paese di cui ormai conosciamo la complessità, e che da più di due anni sta attraversando una importante crisi economica e sociale. In un momento così delicato potrebbe sembrare che l’ambiente non sia una priorità, ma la situazione di degrado ambientale generalizzata impatta tangibilmente sulla qualità della vita delle persone, e la gestione dei rifiuti appare un tema molto sentito dalla popolazione e dai rappresentanti delle istituzioni locali.
Ridurre l’impatto negativo su salute e ambiente dovuto ad una problematica gestione dei rifiuti è quindi l’obiettivo generale del progetto, da raggiungere attraverso tre risultati attesi principali: il miglioramento della raccolta dei rifiuti attraverso l’introduzione della raccolta differenziata ad Hasbaya e Chebaa (R1), la realizzazione di impianti di trattamento della frazione organica – compostaggio – e separazione dei riciclabili (R2), il supporto a piccole medie imprese locali già impegnate nell’economia circolare a migliorare i propri modelli di sviluppo sostenibile. Noi saremo direttamente coinvolti nel R1 e R2.
In questo momento è in corso la prima missione, con Francesca Villa (Ph.D.) sul campo insieme all’appena costituito team “waste or resources?”. L’obiettivo di questa prima visita è l’impostazione di una campagna di raccolta dati sul campo, che vedrà poi il coordinamento da remoto di Polimi e ISF-MI, l’implementazione sul campo da parte di CELIM e il fondamentale supporto delle Municipalità coinvolte.
Visita alla discarica di Chebaa del team di progetto Waste or resource? (ph. Agnese Stracquadanio)
La missione ha visto una squadra di cinque persone (Camillo Magni, Laura Montedoro, Giuliana Miglierina, Riccardo Mereu e Francesca Villa) afferenti a diversi dipartimenti del Politecnico di Milano varcare i confini italiani per riportare a casa informazioni raccolte direttamente a Maputo e nel quartiere di Chamanculo C. In questo frangente abbiamo potuto contare sull’appoggio della sede locale dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e sul prezioso supporto della ONG AVSI, presente da anni nel quartiere di Chamanculo C insieme ad Asscodecha, nonché delle altre associazioni partner.
Maputo è la capitale del Mozambico, oltre ad essere la città di maggiori dimensioni del paese, con più di 1.2 milioni di abitanti stimati, e una generazione di rifiuti pro-capite che varia dai 1.15 kg per abitante al giorno della “cidade cemento” (la zona centrale, coi palazzi e le strade asfaltate) agli 0.20 kg/ab/gg delle aree rurali, passando per le zone peri-urbane e i quartieri informali (0.49 kg/ab/gg)(cfr. dos Muchangos et al. 2017).
Chamanculo è un “bairro” (quartiere) storico, sviluppatosi in epoca coloniale e post-coloniale senza una precisa pianificazione urbanistica, ed appartiene alla cinta dei quartieri informali. È diviso in diversi settori, tra i quali Chamanculo C, focus dell’intervento.
Obiettivo di questa missione è stato, da parte del nostro team, la raccolta di informazioni sul funzionamento del sistema di gestione dei rifiuti di Maputo e di Chamanculo C. Lo sviluppo di un laboratorio di autoproduzione di Polichina (qui maggiori dettagli sul progetto) può portare infatti alla generazione di diversi flussi di materiale , che necessariamente dovranno interagire con il sistema esterno nelle diverse fasi di raccolta/riuso/riciclo. Per questo è richiesta la conoscenza del contesto in cui si andrà ad inserire il progetto.
Container per la raccolta secondaria a Chamanculo C (foto di F. Villa)
Sono stati svolti sopralluoghi e interviste a diversi attori locali. Per il settore pubblico, e in particolare la Municipalità di Maputo (CMCM), responsabile della gestione dei rifiuti, è stata incontrata la vice-direttrice del Dipartimento di Ambiente e Salute, con il team. Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare due associazioni (KUTENGA e ACADEC) che si occupano della raccolta primaria in altri quartieri informali, ricevendo spunti su problematiche e buone pratiche attuate. Sono stati intervistate due acquirenti di materiali riciclabili del settore informale, e rilevata la presenza di raccoglitori informali (“catadores“) a Chamanculo e nell’intera Maputo. Infine, a distanza, è stata fatta un’intervista con il presidente di AMOR, una delle associazioni più importanti per il riciclaggio in Mozambico.
Carretti a mano per la raccolta primaria (foto di F. Villa)
Le informazioni relative a questi incontri saranno riassunte nel report di missione ufficiale, nel frattempo sulla pagina Facebook del progetto è possibile vedere qualche istantanea della missione!
Da gennaio 2021 fino a luglio 2022 siamo coinvolti in un nuovo progetto di ricerca al servizio della cooperazione internazionale allo sviluppo, vincitore del Polisocial Award 2020.
HANDS (Health AND urban Space in Chamanculo) si propone di progettare in maniera inclusiva e sostenibile un laboratorio sociale per la produzione del disinfettante Polichina all’interno di Chamanculo C, un quartiere informale di Maputo, capitale del Mozambico. Qui il sito ufficiale e la pagina Facebook del progetto, con tutti gli aggiornamenti!
Il nostro gruppo è responsabile delle strategie di distribuzione della Polichina, con particolare riferimento ai contenitori per il disinfettante, e del vaglio di metodi per la gestione di rifiuti sanitari generati dall’emergenza COVID-19.
In particolare, i due filoni principali (su cui sono già stati avviati due progetti di tesi) sono:
Ricircolo virtuoso di contenitori usati per la Polichina: strategie di riutilizzo dei contenitori usati (plastica/vetro), con particolare riferimento a metodi di raccolta, pulizia e disinfezione, e limiti di queste strategie, in qualsiasi contesto.
Rifiuti sanitari al tempo del COVID-19: generazione di rifiuti sanitari e sua variazione in epoca COVID-19; metodi di trattamento e smaltimento dei rifiuti sanitari nei contesti a basso reddito; metodi di riduzione, trattamento e smaltimento dei rifiuti sanitari generati dalla pandemia COVID-19 in qualsiasi contesto, con particolare riferimento ai dispositivi di protezione individuali (guanti, mascherine), alle soluzioni implementabili a livello della popolazione (es. mascherine di stoffa altrimenti dette “di comunità”).
Il 21 luglio 2020 ho discusso la mia tesi di dottorato di ricerca in “Metodologie e Tecniche appropriate nella Cooperazione Internazionale allo Sviluppo” (Università di Brescia).
Ho trascorso gli ultimi anni seguendo progetti di cooperazione allo sviluppo legati alla gestione dei rifiuti, dal Libano al Kenya, passando per il Mozambico e il Brasile. In ognuno di questi contesti ho potuto toccare con mano gli impatti sociali ed ambientali di una scorretta gestione dei rifiuti, scontrandomi con gli stessi ostacoli che incontrano quotidianamente gli attori locali impegnati su questo fronte.
Il mio lavoro di ricerca, dal titolo “Open Source GIS tools for local administrations: pursuing the economic sustainability of Solid Waste Management in low-income countries“, rappresenta la sintesi di questo percorso. In particolare, ho voluto sviluppare degli strumenti in ambiente GIS (Geographical Information System) per supportare progettisti e amministratori locali nella pianificazione della raccolta dei rifiuti, sfruttando le informazioni e i dati disponibili, spesso scarsi e inaffidabili. Il consumo di carburante dei veicoli impegnati nella raccolta è stato uno degli aspetti su cui mi sono focalizzata, includendo nell’analisi anche l’impatto della morfologia del territorio, e la pendenza stradale, oltre alla collocazione geografica dei possibili punti di raccolta (tenendo in considerazione l’accessibilità dal reticolo stradale, e la comodità degli utenti). Ho poi applicato gli strumenti sviluppati ad un caso studio reale, un progetto di INTERSOS in Libano, nel quale sono stata direttamente coinvolta.
Percorsi di raccolta ottenuti con l’applicazione del pacchetto di moduli in QGIS
Gli strumenti che ho utilizzato sono liberamente accessibili e scaricabili (QGIS, con il suo Processing modeler, e OpenStreetMap), in modo da evitare la barriera economica all’accesso legata al pagamento delle licenze, nella speranza che questo renda i risultati della mia ricerca fruibili a chiunque abbia alcune competenze informatiche, a prescindere dalla latitudine e dalla provenienza geografica.
Il pacchetto di strumenti sviluppato in QGIS è attualmente in fase di debug, in attesa di essere reso disponibile, sempre secondo la logica open source.
Vorrei ringraziare i miei relatori, prof. Mentore Vaccari (UniBS) e prof. Mario Grosso (PoliMI), e la commissione (prof. Marco Ragazzi – UniTN, prof. Raffaella Pomi – La Sapienza, prof. Sabrina Sorlini – UniBS), per l’interesse dimostrato per il lavoro, e per gli spunti forniti durante la discussione.
Un pensiero va alle colleghe e ai colleghi del Libano, che mi hanno affiancato negli ultimi due anni, e che in questi mesi stanno vivendo una situazione molto difficile, tra la crisi politica economica scoppiata a settembre 2020, la pandemia, e il recente catastrofico incidente che ha devastato Beirut, e che vede molti di loro impegnati nella gestione dell’emergenza. A loro va la mia gratitudine e la mia solidarietà.
Avendo discusso la tesi da remoto, a causa degli strascichi dell’emergenza sanitaria, esiste il video della discussione, disponibile su richiesta. Per chi fosse interessato, anche la tesi. Di seguito sono invece scaricabili il sommario (ITA/ENG) della tesi e la presentazione:
Since June 2018, our research group is involved in a development cooperation project in Tyre (Lebanon), run by the Italian NGO Intersos and funded by the Italian Cooperation. Further information about the project can be found HERE (Italian only).
The project will be presented at the end of a five-days interchange travel of a delegation of Lebanese partners, on
Friday 21st of June, 2019 from 9:00 to 12:30
(Room 5.02, Edificio 5, Piazza Leonardo da Vinci 32, Politecnico di Milano)
The registration is required and can be done using this FORM.
The draft agenda of the meeting is the following:
9:00 – 11:00 An overview of the project “Gestione Integrata delle Risorse Naturali nell’Unione delle Municipalità di Tiro”:
INTERSOS NGO, leading partner
ARCENCIEL NGO, local partner
Union of Tyre Municipalities, local partner
Office for the Ministry of State Administrative Reforms (OMSAR)
Project Manager of Ain Baal Solid waste management treatment plant.
A ottobre 2018 è stata ufficializzata la collaborazione tra il Politecnico di Milano, e in particolare il nostro gruppo di ricerca, e l’organizzazione umanitaria italiana InterSOS, dal 1992 operativa nel settore delle emergenze umanitarie.
Il primo contatto era avvenuto a luglio 2018, con una prima missione che aveva visto la partecipazione di Mario Grosso e Francesca Villa.
Il progetto sul quale siamo chiamati a collaborare ha come tema la “Gestione Integrata delle Risorse Naturali nell’Unione delle Municipalità di Tiro”, il distretto più a sud del Libano, la cui capitale d’origine fenicia è ad oggi inserita nella lista dei Patrimoni UNESCO per la molteplicità di siti archeologici che ospita.
In un Libano che nel 2015 ha attraversato una grossa crisi legata alla gestione dei rifiuti, il progetto, finanziato da AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), in collaborazione con la controparte istituzionale Unione delle Municipalità di Tiro e la ONG locale ArcEnCiel, tocca diversi punti, dall’educazione al supporto vero e proprio alla gestione dei rifiuti.
Il nostro contributo, che si concretizzerà con un supporto da remoto ma anche con la presenza in loco nel corso di diverse missioni, sarà più rilevante nei seguenti ambiti:
stesura dei piani di gestione dei rifiuti della città di Tiro e di 8 municipalità limitrofe
supporto nell’identificazione di una zona appropriata per la costruzione di una discarica sanitaria controllata (ad oggi assente, in un’area abitata da oltre 400’000 persone)
ottimizzazione della logistica dell’impianto di trattamento dei rifiuti di Ain Baal, finito di ristrutturare a settembre 2019 e in attesa di apertura
miglioramento della qualità del CLO (Compost Like Output) in uscita da Ain Baal
organizzazione di una missione di studio in Italia per i partner locali libanesi.
Dopo una seconda missione, avvenuta a gennaio e febbraio, la terza missione è ancora in corso.