E’ ora disponibile l’ultimo numero della rivista Ingegneria dell’Ambiente, nel quale sono confluiti molti dei lavori presentati durante la quinta edizione della giornata di studio “Rifiuti e Life Cycle Thinking” tenutasi il 9 marzo 2021 e organizzata dal gruppo di ricerca AWARE in collaborazione con il Gruppo di Lavoro “Gestione e Trattamento dei Rifiuti” dell’Associazione Rete Italiana LCA. Il numero si apre con un editoriale che tratta delle novità e delle sfide dell’approccio Life Cycle Thinking applicato al settore della gestione dei rifiuti.
L’intero numero della rivista, così come tutti i singoli articoli, scaricabili gratuitamente, li trovate a questo link.
Gli oli lubrificanti usati sono rifiuti pericolosi che possono causare seri problemi all’ambiente e salute pubblica se non gestiti adeguatamente. I Paesi sottosviluppati sono i più vulnerabili alle conseguenze ambientali di gestione inefficiente di tali rifiuti persistenti. Un buon punto di partenza per comprendere i sistemi di gestione dell’olio usato in tali Paesi è attraverso le ONG umanitarie che operano là. In collaborazione con il comitato internazionale della croce rossa (CICR), questo caso di studio sulla gestione degli oli usati in Kenya, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo è stato condotto per comprendere i potenziali impatti ambientali degli attuali sistemi di gestione degli oli usati nel contesto umanitario del CICR e per esplorare le possibili azioni per ridurre questi impatti. La valutazione viene effettuata con la metodologia Life Cycle Assessment (LCA) seguendo il metodo di valutazione dell’impatto ReCiPe 2016. Due modelli LCA sono stati costruiti. Il primo rappresenta il Sud Sudan e la RDC. Inizia con la fase di stoccaggio e movimentazione, seguita dal trasporto ai cantieri. Nei cantieri, l’olio usato è applicato su legname per prevenire gli attacchi di termiti. Il secondo modello rappresenta il Kenya. Inizia con le fasi di stoccaggio e movimentazione, quindi l’olio esausto viene trasportato in una raffineria a Nairobi per recuperare l’olio base. I principali impatti del primo modello erano associati alla fase di trattamento antitermite che aveva impatti diretti sulle categorie di impatto della tossicità. Il secondo modello ha mostrato una completa dominanza della raffineria in tutte le categorie di impatto. Il principale contributo all’impatto aggiunto della raffineria è la produzione di argilla sbiancante attivata, che viene utilizzata nella fase di finitura della ri-raffinazione dell’olio usato. Confrontando i due sistemi a livello midpoint, è stato riscontrato che il sistema del Sud Sudan e della RDC ha prestazioni migliori in 11 categorie di impatto su 18. A livello endpoint, il Kenya ha mostrato prestazioni complessive migliori. Il limite principale di questo studio è la carenza di dati in alcuni punti, che ha implicato molte ipotesi e di conseguenza molte incertezze. Tuttavia, questo è prevedibile dato che si tratta del primo studio di questo tipo nel contesto dell’Africa orientale. Questa limitazione dovrebbe essere affrontata in un futuro lavoro acquisendo più dati rappresentativi del sistema per migliorare i modelli e la robustezza dei risultati, in particolare negli hotspots ambientali rilevati in questo studio, come la raffineria e la produzione di argilla sbiancante attivata. Hazem Eltohamy
The main objective of my study was to conduct a review of selected computational water footprint (WF) methods by indicating their strengths and drawbacks, to provide some recommendations for application-dependent use of methods in LCA-based WF studies.Adopting the inside-out perspective, a total of 15 pre-selected WF methods were reviewed under three main groups i.e., 9 water depletion methods, 3 future efforts methods and 3 thermodynamic accounting methods, based on the underlying impact mechanisms and the water use issues addressed. The reviewed WF methods were thereafter summarized in a tabular format by considering their fundamental elements. Following an explicitly stated criteria, five (5) midpoint methods that only assess the impact category of water scarcity, and that are already available to be used in LCA software (SimaPro) were selected for case study application. The beneficiation process of Manganese ores available in the ecoinvent module was selected as a case study to better understand the environmental impacts of water use. Due to the strong dependence of WF from water consumption patterns and climate at local level, the spatial resolution of the 5 midpoint WF methods was tested by assuming two different locations, one in Africa (Gabon) and one in Europe (Poland). Sensitivity analyses were performed using 3 different calculation set ups to evaluate the reliability of results. All the 5 WF impact assessment methods showed that WF was higher in Poland than Gabon, and both country-specific WF results were lower than the global reference set up. The results from the WF analysis of the case study were then used to make conclusions and recommendations for future developments and research. Emmanuel Nyero
Il 22-24 settembre 2021 si terrà il X Convegno dell’Associazione Rete Italiana LCA X con tematica “Innovazione e circolarità: il contributo del Life Cycle Thinking nel Green Deal per la neutralità climatica”.
In linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030, che si pongono alla base delle politiche di ripresa post-Covid, il Green Deal europeo rappresenta la nuova roadmap della strategia di crescita sostenibile per raggiungere una giusta transizione energetica e la neutralità climatica entro il 2050 e attuare i 17 Sustainable Development Goals (SDGs) di Agenda 2030, stimolando la creazione di valore e la resilienza dei sistemi economici.
E’ aperta la CALL FOR PAPERS: per maggiori informazioni si veda il sito del convegno
Negli ultimi dieci anni le tecnologie di stampa digitale su tessuto (DTP) hanno rivoluzionato il modo in cui i tessuti vengono stampati. La tecnologia DTP richiede che molti tipi di tessuto siano pretrattati utilizzando l’urea per consentire all’inchiostro di penetrare nelle fibre tessili. L’urea viene poi dilavata in una serie di bagni di risciacquo, che scaricano acqua con alte concentrazioni di azoto organico e ammoniacale, con un basso rapporto sostanza organica biodegradabile / azoto. I trattamenti convenzionali degli impianti pubblici centralizzati rimuovono l’azoto con i processi convenzionali di nitrificazione e denitrificazione, e si trovano sovraccaricati di azoto e con carenza di sostanza biodegradabile per la denitrificazione. Il progetto LIFE DeNTreat propone una soluzione tecnologicamente innovativa: moduli di pretrattamento decentralizzati basati sul processo biologico ANAMMOX (ANaerobic AMMonium Oxidation), per trasformare l’azoto ammoniacale in azoto gassoso presso l’azienda.
L’evento finale del progetto (web meeting) si terrà il 24 febbraio 2021. In tale occasione Lucia Rigamonti presenterà l’analisi del ciclo di vita LCA condotta all’interno del progetto.
Per maggiori dettagli e per registrarsi si veda qui.
Journal of Cleaner Production è una rivista internazionale e interdisciplinare incentrata su ambiente, sostenibilità e produzioni più pulite. “Cleaner production” è un concetto che mira a prevenire la produzione di rifiuti, aumentando al contempo l’efficienza nell’utilizzo di energia, acqua, risorse e capitale umano.
Le aree tematiche coperte dalla rivista includono:
Produzione e processi tecnici più puliti, Sviluppo sostenibile e sostenibilità,
Consumo sostenibile, Valutazioni ambientali e di sostenibilità, Prodotti e
servizi sostenibili, Sostenibilità aziendale e responsabilità sociale
d’impresa, Educazione allo sviluppo sostenibile, Governance, legislazione e
politiche per la sostenibilità.
Il lavoro, coordinato da Lucia Rigamonti, mira a individuare quali sono le possibili specificità e finalità dell’applicazione della metodologia LCA (Life Cycle Assessment) al settore dei rifiuti, attraverso la descrizione di casi applicativi.
L’articolo è stato pubblicato sul terzo numero del 2020 della rivista Ingegneria dell’Ambiente ed è gratuitamente scaricabile qua.
Lo studio di LCA (Life Cycle Assessment) applicato ai rifiuti da costruzione e demolizione, condotto recentemente per Regione Lombardia e supervisionato da Lucia Rigamonti, assieme allo studio di LCC (Life Cycle Costing) oggetto del dottorato di Federica Carollo sono stati scelti come buona pratica all’interno del progetto Interreg Europe LCA4Regions.
LCA4Regions è un progetto del Programma comunitario Interreg Europe, che persegue la Cooperazione Territoriale Europea tra 9 Stati: Austria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Germania, Italia.
Il Progetto LCA4Regions si prefigge di integrare in modo più efficace l’applicazione delle metodiche di analisi del ciclo di vita alle politiche ambientali, in considerazione del fatto che usualmente molte politiche sono sviluppate in modo autonomo rispetto alle altre. Il Progetto si focalizza sulla estensione dei metodi LC (life cycle) come approccio olistico nella concezione di politiche pubbliche di protezione dell’ambiente e dell’efficienza del ciclo delle risorse. Su you tube è possibile vedere un breve filmato di spiegazione del progetto.
La presentazione delle buone pratiche selezionate avverrà mercoledì 21 ottobre durante la Transnational Learning Journey n. 3: LCA for waste management and material flows. Maggiori informazioni incluso il link a cui effettuare l’iscrizione (gratuita) all’evento sono disponibili qui.
È ora gratuitamente disponibile l’articolo “Environmental evaluation of treated tailing as Supplementary Cementitious Material” presentato durante la conferenza 27th CIRP Life Cycle Engineeering Conference (LCE 2020).
L’articolo è stato preparato nell’ambito della tesi di dottorato di Felipe Vargas: lo studio valuta con un approccio metodologico basato sulla Life Cycle Assessment ma sviluppato ad hoc i benefici ambientali dell’utilizzo dei residui dalle attività minerarie nella produzione di calcestruzzo in sostituzione di un certo quantitativo di cemento.
È stato pubblicato sulla rivista internazionale Waste Management un nuovo articolo sul tema della quantificazione dei benefici associati alle attività di riciclo. L’articolo, preparato da Lucia Rigamonti, che da anni lavora su questa tematica, assieme a un gruppo di ricercatori dell’università di Ghent, propone una nuova semplice metodologia per il calcolo del quantitativo di materiale che può essere evitato grazie all’utilizzo del materiale secondario, ossia quello derivante dall’attività di riciclo. L’articolo comprende anche degli esempi numerici per vari materiali, tra cui le plastiche.
L’articolo è scaricabile gratuitamente prima del 6 settembre 2020 a questo link.