Un nuovo progetto sotto il cielo di Tiro (Libano)

A ottobre 2018 è stata ufficializzata la collaborazione tra il Politecnico di Milano, e in particolare il nostro gruppo di ricerca, e l’organizzazione umanitaria italiana InterSOS, dal 1992 operativa nel settore delle emergenze umanitarie.

Il primo contatto era avvenuto a luglio 2018, con una prima missione che aveva visto la partecipazione di Mario Grosso e Francesca Villa.

Il progetto sul quale siamo chiamati a collaborare ha come tema la “Gestione Integrata delle Risorse Naturali nell’Unione delle Municipalità di Tiro”, il distretto più a sud del Libano, la cui capitale d’origine fenicia è ad oggi inserita nella lista dei Patrimoni UNESCO per la molteplicità di siti archeologici che ospita.

In un Libano che nel 2015 ha attraversato una grossa crisi legata alla gestione dei rifiuti, il progetto, finanziato da AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), in collaborazione con la controparte istituzionale Unione delle Municipalità di Tiro e la ONG locale ArcEnCiel, tocca diversi punti, dall’educazione al supporto vero e proprio alla gestione dei rifiuti.

Il nostro contributo, che si concretizzerà con un supporto da remoto ma anche con la presenza in loco nel corso di diverse missioni, sarà più rilevante nei seguenti ambiti:

  • stesura dei piani di gestione dei rifiuti della città di Tiro e di 8 municipalità limitrofe
  • supporto nell’identificazione di una zona appropriata per la costruzione di una discarica sanitaria controllata (ad oggi assente, in un’area abitata da oltre 400’000 persone)
  • ottimizzazione della logistica dell’impianto di trattamento dei rifiuti di Ain Baal, finito di ristrutturare a settembre 2019 e in attesa di apertura
  • miglioramento della qualità del CLO (Compost Like Output) in uscita da Ain Baal
  • organizzazione di una missione di studio in Italia per i partner locali libanesi.

Dopo una seconda missione, avvenuta a gennaio e febbraio, la terza missione è ancora in corso.

Il duplice contributo di Aware alla conferenza WasteSafe (Bangladesh, 23-24 febbraio 2019)

C’era anche AWARE per il decimo anniversario della conferenza “WasteSafe – Integrated Management and Safe Disposal of Municipal Solid Waste in Least Developed Asian Countries”, a Khulna, in Bangladesh.

L’incontro è durato due giorni (23-24 febbraio 2019) e ha coinvolto oltre un centinaio di persone del mondo accademico bangladese, insieme ad altri appartenenti di alcune delegazioni internazionali (Italia, Germania, Nepal, India, Zimbabwe).

Nelle sale della KUET (Khulna University of Engineering & Technology) si è parlato di sistemi di gestione dei rifiuti solidi e dei reflui sanitari, di tecnologie, dello stato dell’arte, della situazione attuale, delle sfide organizzative e tecniche che si possono incontrare in contesti a basso reddito.

In questo contesto, sono stati presentati due contributi, sintesi del lavoro svolto lo scorso anno sotto il filone relativo alla gestione dei rifiuti nella cooperazione internazionale.

Il primo, dal titolo “Entering Rocinha: a study on solid waste management in a slum of Rio de Janeiro (Brazil)“, presentato sabato pomeriggio, è una fotografia della gestione dei rifiuti nella famosa favela carioca, e contiene una proposta per la creazione di un sistema parallelo al sistema ufficiale nata dall’analisi delle esistenti iniziative di gestione locale e decentralizzata.

Clicca qui per l’abstract (Rocinha)

Il secondo, “Social aspects in the pathway towards the closure of a dumpsite: the case of Ngong (Kenya)“, nella sessione di domenica mattina, ha affrontato gli aspetti sociali legati ad un intervento, come può essere la chiusura di una discarica incontrollata e l’apertura di un nuovo impianto di trattamento, che prelude ad un miglioramento ambientale ma anche ad una drastica mutazione del tessuto sociale in cui si interviene.

Clicca qui per l’abstract (Ngong)

La conferenza è stata interessante, e ancor più stimolante è stata l’immersione, pur breve, nella realtà bangladese, tra le vie di Khulna brulicanti di persone in piena attività, le decine di rickshaws e tuk-tuk elettrici su cui si basa la mobilità stradale, le campagne verdi, le risaie, le mangrovie… un’esperienza che è valsa il viaggio!

Uno studio di fattibilità per il dumpsite di Ngong (Kenya)

Uno studio di fattibilità per la chiusura di un dumpsite (discarica non controllata) nella città di Ngong, e per l’apertura di un impianto di trattamento e recupero dei rifiuti indifferenziati.
Il gruppo AWARE arriva in Kenya nel quadro di una collaborazione che vede il Politecnico di Milano, con tre Dipartimenti coinvolti (DICA, ABC e Energia), coordinare un consorzio che include come partner locali la Technical University of Kenya (TUK) e l’azienda di consulenze LDK Africa Ltd. L’incarico arriva da UN-Habitat, agenzia delle Nazioni Unite che dal 1978 si occupa di vivibilità e miglioramento degli insediamenti umani.

Con una popolazione superiore a 150’000 abitanti, Ngong nasce come suburbio di Nairobi, prima di acquisire dignità come città appartenente alla Kajiado County, la contea limitrofa alla capitale. I rifiuti prodotti dagli abitanti di Ngong vengono conferiti dalla fine degli anni Novanta in una cava in disuso prossima alla strada principale che attraversa la città, che ad oggi ha assunto la forma di un grosso cumulo di spazzatura, esteso su una superficie poco inferiore ai due ettari e alto in alcuni punti fino a sette metri. In prossimità della discarica è sorto l’insediamento informale (slum) di Mathare, vicinissime si trovano una chiesa e una scuola, e il corso d’acqua che attraversava l’area è ora parzialmente sepolto dai rifiuti e ridotto ad un rigagnolo. Questa situazione incontrollata è causa di diversi problemi, da un punto di vista ambientale e sanitario, tanto da richiedere un intervento deciso.

Dumpsite  of Ngong (Kenya)
Il dumpsite di Ngong

Si è posto quindi il problema non solo di chiudere la discarica e spostarla in un sito identificato dal Governo, ma di individuare anche una tecnologia adatta per trattare i rifiuti, tenendo in considerazione la loro composizione  (oltre al contenuto prevalentemente organico, vi si trovano anche frazioni riciclabili come plastica, metalli e carta) e soprattutto i vincoli sociali dati dal contesto locale.

Diversi attori infatti partecipano alla raccolta e al conferimento dei rifiuti: il County Council, che organizza la raccolta dai contenitori dislocati per la città e lo spazzamento stradale; un consorzio di piccole imprese (PSPs o Private Service Providers) che portano avanti la raccolta dei rifiuti domestici, strutturata in maniera simile ad un porta a porta; e infine il NURU Youth Group, l’associazione (CBO) dei raccoglitori di rifiuti, che tutti i giorni popolano la discarica per separare e vendere materiali e oggetti di valore. I raccoglitori di rifiuti, conosciuti nei paesi anglofoni come waste pickers o (più volgarmente) scavengers, sono figure assai presenti nei contesti a basso reddito, una caratteristica manifestazione dell’economica informale, e spesso non viene riconosciuto loro il ruolo ricoperto nel recupero e riciclo dei materiali. Tra gli obiettivi di questo progetto c’è anche quello di realizzare un intervento che non leda quella che è fonte di sostentamento per oltre centocinquanta persone.

Assemblea di NURU Youth Group all'interno del dumpsite di Ngong
Assemblea di NURU Youth Group all’interno del dumpsite di Ngong

Ad inizio febbraio, Mario Grosso e Francesca Villa sono andati in missione a Nairobi per un workshop organizzato da UN-Habitat, con la partecipazione di tutti i partner coinvolti, delle istituzioni locali, dell’associazione delle PSPs e di Nuru Youth Group. La missione di Francesca si è poi protratta per portare avanti interviste e approfondimenti della situazione locale. Il prossimo appuntamento del progetto sarà a maggio.

Workshop a Ngong, Kenya (2 febbraio 2018)