La metodologia LCA (Life Cycle Assessment) è uno degli strumenti più efficaci che oggi abbiamo per valutare i potenziali impatti ambientali di un prodotto.
Zanichelli editore S.p.A. ha deciso di commissionare al nostro gruppo di ricerca AWARE- Assessment on WAste and REsources un’analisi del ciclo di vita del libro ministeriale di tipo B (libro di carta ed e-book), per quantificare il suo impatto sull’ambiente e capire cosa la casa editrice possa fare per ridurlo.
Figura 1. Confini del sistema del prodotto editoriale Zanichelli in analisi.
La valutazione ambientale ha incluso 15 categorie di impatto, di cui 8 associate all’impatto sull’ambiente, 3 all’impatto sulla salute umana e 4 all’impatto sull’esaurimento di risorse, con l’intento di includere il più ampio spettro di problematiche potenzialmente causate dal prodotto in analisi.
I risultati dello studio mostrano che gli impatti ambientali del libro scolastico Zanichelli di tipo B sono principalmente associati al ciclo di vita del libro cartaceo, soprattutto alla sua fase realizzativa.
Figura 2. Impatto complessivo del libro ministeriale di tipo B sulla categoria “cambiamento climatico” con la relativa analisi dei contributi.
Attualmente le potenzialità dell’e-book associato alla copia cartacea sono poco sfruttate e di conseguenza il suo carico ambientale è ridotto. Utilizzando il digitale al massimo delle sue potenzialità gli impatti complessivi del libro ministeriale B subiscono un aumento importante, oscillante tra il + 17% e il +229% a seconda della categoria di impatto osservata.
Gli impatti dell’ebook sono strettamente dipendenti dalle modalità d’uso dell’utente, ossia dalla quantità di materiale effettivamente scaricato (in termini di Gigabyte) per la fase di trasferimento del materiale e dalle ore di studio dedicate all’apprendimento su dispositivo elettronico.
Come riportato sul suo sito, la casa editrice Zanichelli si impegnerà nelle seguenti azioni:
scegliere cartiere e tipografie che usino più energie rinnovabili e meno reagenti chimici
usare inchiostri vegetali nella stampa, colle vegetali nella rilegatura e materiali biodegradabili nella plastificazione delle copertine
ridurre gli scarti di lavorazione della carta nella legatoria
valutare la fattibilità di compensare le emissioni di gas serra finanziando piantagioni di alberi o altre iniziative che riducano le emissioni anidride carbonica.
Da gennaio 2021 fino a luglio 2022 siamo coinvolti in un nuovo progetto di ricerca al servizio della cooperazione internazionale allo sviluppo, vincitore del Polisocial Award 2020.
HANDS (Health AND urban Space in Chamanculo) si propone di progettare in maniera inclusiva e sostenibile un laboratorio sociale per la produzione del disinfettante Polichina all’interno di Chamanculo C, un quartiere informale di Maputo, capitale del Mozambico. Qui il sito ufficiale e la pagina Facebook del progetto, con tutti gli aggiornamenti!
Il nostro gruppo è responsabile delle strategie di distribuzione della Polichina, con particolare riferimento ai contenitori per il disinfettante, e del vaglio di metodi per la gestione di rifiuti sanitari generati dall’emergenza COVID-19.
In particolare, i due filoni principali (su cui sono già stati avviati due progetti di tesi) sono:
Ricircolo virtuoso di contenitori usati per la Polichina: strategie di riutilizzo dei contenitori usati (plastica/vetro), con particolare riferimento a metodi di raccolta, pulizia e disinfezione, e limiti di queste strategie, in qualsiasi contesto.
Rifiuti sanitari al tempo del COVID-19: generazione di rifiuti sanitari e sua variazione in epoca COVID-19; metodi di trattamento e smaltimento dei rifiuti sanitari nei contesti a basso reddito; metodi di riduzione, trattamento e smaltimento dei rifiuti sanitari generati dalla pandemia COVID-19 in qualsiasi contesto, con particolare riferimento ai dispositivi di protezione individuali (guanti, mascherine), alle soluzioni implementabili a livello della popolazione (es. mascherine di stoffa altrimenti dette “di comunità”).
I giorni 22 e 28 ottobre 2021, Giovanni Dolci e Stefano Puricelli hanno discusso le rispettive tesi di dottorato.
Il primo dottorato ha previsto la valutazione di come l’intera filiera di trattamento del rifiuto alimentare domestico sia influenzata dalla tipologia di sacchetto utilizzato per la raccolta. Gli attuali sistemi si basano principalmente sull’utilizzo di sacchetti in bioplastica. Anche se meno diffusa, esiste una tipologia alternativa di sacchetto in carta riciclata appositamente studiata per la raccolta del rifiuto alimentare.
In primo luogo, è stata analizzata la fase di stoccaggio domestico del rifiuto. Successivamente è stata considerata la fase di trattamento del rifiuto effettuando, presso la Fabbrica della Bioenergia del Politecnico di Milano, test di biometanazione (BMP) sui sacchetti per caratterizzarne il comportamento in condizioni anaerobiche. Per meglio simulare le reali condizioni di funzionamento dei digestori a scala reale, i sacchetti sono stati inoltre sottoposti a prove di co-digestione in semi-continuo con il rifiuto alimentare. Infine, sono state valutate le prestazioni ambientali dell’intera filiera di gestione del rifiuto alimentare tramite un’analisi del ciclo di vita (LCA), confrontando due sistemi in cui i sacchetti per la raccolta sono rispettivamente in bioplastica e in carta.
I risultati dell’intero
studio mostrano, per tutte le fasi della filiera analizzate, un’influenza
positiva associata all’utilizzo dei sacchetti in carta in luogo di quelli in
bioplastica. In primo luogo, i sacchetti in carta garantiscono una maggiore
perdita di peso durante la fase di stoccaggio domestico del rifiuto, con un
minore rilascio di odori e percolato. I test BMP in condizioni mesofile e le
prove di co-digestione in semi-continuo hanno evidenziato una degradabilità
anaerobica dei sacchetti in bioplastica estremamente scarsa. Al contrario, il
sacchetto in carta ha un’elevata compatibilità con il processo di digestione
anaerobica. Infine, la LCA comparativa ha evidenziato una generale riduzione
dei potenziali impatti ambientali con l’utilizzo di sacchetti in carta
riciclata in luogo dei sacchetti di bioplastica; si è osservato tuttavia che la
scelta dell’approccio metodologico ha un’influenza importante sui risultati.
Per approfondimenti sono disponibili tre pubblicazioni relative allo studio.
Il secondo dottorato, cofinanziato da PoliMi e Innovhub-SSI, nonché congiunto con la VUB di Bruxelles, ha confrontato gli impatti ambientali di un’automobile alimentata con quattro miscele di benzina e combustibili rinnovabili. Le miscele, provate su un’automobile sia in laboratorio che in strada, sono state formulate in modo da essere già utilizzabili dall’attuale flotta circolante. I combustibili analizzati, prodotti da diverse biomasse, sono stati bioetanolo, bionafta, bio-ETBE, e metanolo (modellizzato nell’LCA come biometanolo ed e-metanolo). L’automobile tradizionale è stata anche posta a confronto con un’automobile elettrica. Eccetto per bioetanolo e bio-ETBE da grano, tutti i combustibili rinnovabili miscelati permettono una riduzione, seppur modesta, dell’impatto sul cambiamento climatico (da 0,8% a 10,2%), a confronto con l’auto a benzina. La bionafta ha contribuito al miglior risultato (-10,2%), ma gli effetti da cambiamento di destinazione d’uso dei terreni (land-use change) connessi all’olio di palma utilizzato per la sua produzione devono essere evitati, in quanto potrebbero annullare i benefici. L’automobile elettrica permette potenzialmente di ridurre del 41% le emissioni di gas serra rispetto all’auto a benzina. Sebbene l’uso di miscele parzialmente rinnovabili e l’uso di elettricità riducano gli impatti di cambiamento climatico e uso di risorse fossili, per le altre 14 categorie di impatto il quadro è più vario.
E’ possibile richiedere la tesi di dottorato all’indirizzo email stefano.puricelli@polimi.it.
A questa domanda e ad altre domande sul tema cambiamenti climatici si dà risposta nella video intervista disponibile al seguente link.
Il video fa parte dell’iniziativa DICA GREEN CORNER del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale del Politecnico di Milano per presentare le attività di ricerca del Dipartimento sul tema cambiamenti climatici in occasione della COP26, la XXVI Conferenza delle Parti dell’UNFCCC dal 31 ottobre al 12 novembre a Glasgow.
Nel video viene anche presentato lo stato di sviluppo della tecnologia per rimuovere CO2 dall’atmosfera tramite l’alcalinizzazione degli oceani studiata nel progetto di ricerca Desarc-Maresanus.
Mercoledì 13 Ottobre avremo il piacere di partecipare ad una tavola Rotonda presso la Centrale dell’Acqua di Milano in occasione del lancio del progetto #BeviMI.
BeviMI vede i tre atenei milanesi Politecnico di Milano, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Milano-Bicocca e l’associazione CICMA (Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua) uniti per promuovere attraverso l’App BeviMI e gli ecocompattatori di Coripet l’utilizzo dell’acqua di rete e la riduzione e il riciclo della plastica.
I delegati alla sostenibilità dei tre Atenei milanesi – Stefano Bocchi, Matteo Colleoni ed Eugenio Morello si confronteranno con CICMA, Coripet ed MM sull’approccio interdisciplinare alla sostenibilità per la promozione di comportamenti responsabili in grado di contribuire alla Transizione ecologica della città di Milano.
Noi approfondiremo i contenuti e i metodi della Ricerca interuniversitaria legata al progetto, basata sul concetto di “citizen science” e sull’uso della metodologia LCA per valutare l’impatto delle diverse filiere di approvvigionamento di acqua (dalla rete o con bottiglie di plastica) e dei diversi trattamenti del rifiuto di PET (recupero energetico, raccolta non selettiva del PET e raccolta selettiva col metodo Coripet “bottle to bottle”).
La tavola rotonda potrà essere seguita al seguente link.
Maggiori informazioni sul progetto e su CICMA sono disponibili al seguente link.
Il 23 luglio verrà presentato, nel corso di un webinar organizzato da Utilitalia, la ricerca svolta dal centro MatER sul recupero delle ceneri pesanti da incenerimento di rifiuti. Lo studio ha analizzato lo stato dell’arte di processi e tecnologie, nonché alcuni casi di eccellenza in Italia e all’estero. E’ stata inoltre svolta un’analisi del ciclo di vita delle diverse alternative di recupero delle ceneri pesanti, con particolare riferimento al riutilizzo della frazione minerale.
Lo studio completo, il programma e il modulo di iscrizione al webinar sono raggiungibili da qua
In occasione della giornata mondiale dell’acqua oggi nasce BeviMI, una novità per una Milano più sostenibile! BeviMI sarà una APP, un gioco, ma anche una ricerca che coinvolgerà tre campus universitari della città nel prossimo Anno Accademico 2021-2022.
Negli ultimi dieci anni le tecnologie di stampa digitale su tessuto (DTP) hanno rivoluzionato il modo in cui i tessuti vengono stampati. La tecnologia DTP richiede che molti tipi di tessuto siano pretrattati utilizzando l’urea per consentire all’inchiostro di penetrare nelle fibre tessili. L’urea viene poi dilavata in una serie di bagni di risciacquo, che scaricano acqua con alte concentrazioni di azoto organico e ammoniacale, con un basso rapporto sostanza organica biodegradabile / azoto. I trattamenti convenzionali degli impianti pubblici centralizzati rimuovono l’azoto con i processi convenzionali di nitrificazione e denitrificazione, e si trovano sovraccaricati di azoto e con carenza di sostanza biodegradabile per la denitrificazione. Il progetto LIFE DeNTreat propone una soluzione tecnologicamente innovativa: moduli di pretrattamento decentralizzati basati sul processo biologico ANAMMOX (ANaerobic AMMonium Oxidation), per trasformare l’azoto ammoniacale in azoto gassoso presso l’azienda.
L’evento finale del progetto (web meeting) si terrà il 24 febbraio 2021. In tale occasione Lucia Rigamonti presenterà l’analisi del ciclo di vita LCA condotta all’interno del progetto.
Per maggiori dettagli e per registrarsi si veda qui.
Con piacere vi annunciamo l’ingresso del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano, rappresentato in questa sede da Lucia Rigamonti, Sara Pantini e Federica Carollo, nello Stakeholder Group del progetto LCA4Regions.
La Direzione Generale Ambiente e Clima della Regione Lombardia, a partire dalle collaborazioni in atto e dall’esperienza dell’Osservatorio per l’Economia Circolare e la Transizione Energetica, ha proposto la partecipazione al progetto, come stakeholder, ai soggetti più rappresentativi nel panorama regionale, tanto del settore specifico dell’efficienza energetica, quanto della ricerca e applicazione del LCA al fine di valorizzare le rispettive competenze. Lo Stakeholder Group è chiamato inoltre a rappresentare in modo adeguato il territorio lombardo all’interno di un qualificato consesso europeo.
LCA4Regions è un progetto del Programma comunitario Interreg Europe, che si prefigge di integrare in modo più efficace l’applicazione delle metodiche di analisi del ciclo di vita alle politiche ambientali, in considerazione del fatto che usualmente molte politiche sono sviluppate in modo autonomo rispetto alle altre.
Gli studi di LCA (Life Cycle Assessment) e LCC (Life Cycle Costing) applicati ai rifiuti da costruzione e demolizione sono stati precedentemente selezionati come buona pratica del progetto.