My research aims to improve the energy efficiency of the numerous small-scale waste incineration facilities in Japan and reorganize them into a more rational system. To this end, we visited a Waste-to-Energy (WTE) facility in Italy renowned for its exceptional energy utilization rate, and one of the largest in Italy. This advanced plant not only generates electricity from steam produced by incineration heat but also supplies hot water to Brescia’s extensive district heating network. In addition, it features a highly sophisticated system for recovering additional heat via flue gas condensation, achieving an exceptional overall energy recovery efficiency of 98%. Compared to facilities in Japan, the scale of Termoutilizzatore A2A Brescia is truly remarkable. Its investment in heat recovery equipment and its actual heat utilization rate are significantly higher. Moreover, the close collaboration between the incineration plant and the city to build a district heating network that meets the entire city’s heat demand is a highly rational and effective model.
Il corso offrirà un’analisi approfondita di alcuni temi chiave e controversi della metodologia Life Cycle Assessment (LCA):
modellizzazione del contenuto di materiale riciclato nei prodotti e dei processi di riciclo di scarti;
analisi dell’incertezza e dei fattori dipendenti dal tempo nell’LCA;
struttura computazionale dell’Input-Output Analysis;
differenza tra modellizzazione attributional e consequential.
Il programma combina fondamenti teorici 📚 con casi di studio pratici 🛠️, fornendo ai partecipanti gli strumenti e le competenze necessari per affrontare sfide complesse nell’ambito dell’LCA, sia nel contesto della ricerca scientifica che in ambiti professionali.
Maggiori informazioni sul corso sono disponibili a questo link
È stato pubblicato un nuovo articolo sulla rivista Clean Technologies and Environmental Policy, dal titolo: “Well-to-Wheel analysis of passenger cars fuelled with a blend of LPG, bio-LPG, and renewable DME”.
Lo studio applica la metodologia di Life Cycle Assessment (LCA) Well-to-Wheels (WTW) per confrontare gli impatti ambientali di autovetture di segmento B e C alimentate a benzina con quelli derivanti dall’uso di una miscela innovativa composta da gas di petrolio liquefatto GPL (60%), bio-GPL (20%) e dimetil etere (DME) rinnovabile (20%). Sono stati considerati due percorsi produttivi per il DME rinnovabile: i) come biocarburante da biometano (bio-DME) e ii) come e-fuel a partire da CO₂ catturata e idrogeno prodotto tramite elettrolisi dell’acqua con energia idroelettrica (e-DME).
I risultati mostrano che la miscela proposta riduce le emissioni di gas serra fino al 28% per le auto di segmento B e fino al 22% per quelle di segmento C rispetto alla benzina. Inoltre, le prestazioni della miscela variano in base al tipo di DME e al tipo di autovettura: gli scenari con e-DME offrono risultati migliori rispetto al bio-DME in entrambi i segmenti, le auto di segmento B riducono gli impatti rispetto a quelle di segmento C, mentre lo scenario con bio-DME in un’auto di segmento C ha le prestazioni ambientali peggiori.
Risultati della fase di valutazione degli impatti ottenuti per 16 categorie di impatto ed espressi come variazione percentuale rispetto alla benzina come carburante di riferimento.
Oltre ai benefici climatici, la miscela mostra miglioramenti in diverse categorie di impatto, tra cui l’uso di risorse fossili, il particolato, la riduzione dello strato di ozono stratosferico e l’ecotossicità delle acque dolci. Tuttavia, emergono anche degli svantaggi, con impatti più elevati osservati in categorie come acidificazione, consumo d’acqua, uso di risorse minerali e metalliche ed eutrofizzazione. Le ricerche future dovrebbero estendere il confronto alle auto elettriche, testare miscele con percentuali più elevate e adottare una prospettiva dalla culla alla tomba che includa il ciclo di vita del veicolo e le emissioni non-exhaust.
Impatti ambientali per la categoria di impatto “Cambiamenti climatici”, espressi in kg CO₂ eq/km. Il rombo bianco si riferisce all’impatto totale “Well-to-Wheels”.
Per ulteriori informazioni, la pubblicazione completa è disponibile qui.
È ora online e pubblicato nel numero speciale Effective Waste Management towards Promoting Circular Economy della rivista Environmental Science and Pollution Research l’articolo dal titolo: “Quantification of the environmental benefits of the reuse of goods”.
Lo studio propone una metodologia per quantificare gli impatti ambientali associati al riutilizzo di beni, attraverso lo sviluppo di un modello ad hoc basato sull’approccio del Life Cycle Assessment (LCA).
Nella formulazione del modello sono stati introdotti tre parametri chiave:
tasso di sostituzione: indica in che misura l’acquisto di un bene usato sostituisce effettivamente l’acquisto di un bene nuovo;
tasso di qualità: rappresenta la qualità del bene usato in termini di durata media attesa, comparata a quella di un prodotto nuovo;
tasso di prestazione energetica: confronta il consumo energetico di un bene nuovo rispetto a quello di un bene usato equivalente.
Come proof of concept, la metodologia è stata applicata a un centro del riuso situato in Italia, una struttura dedicata alla raccolta di beni usati che altrimenti sarebbero smaltiti, permettendone invece il ritiro da parte di altri utenti per un nuovo utilizzo.
Lo studio da un lato intende colmare una lacuna nella letteratura scientifica, offrendo un modello e un caso applicativo per valutare i benefici ambientali delle attività dei centri del riuso; dall’altro, sottolinea il ruolo cruciale della consapevolezza dei consumatori nel tradurre le pratiche di prevenzione dei rifiuti in effettivi vantaggi ambientali.
Per approfondire, la pubblicazione completa è disponibile a questo link.
Federica ha presentato il lavoro dal titolo “Modeling Future Waste From The Energy Transition: A Forecast-Oriented Approach For Italy”, riguardo la stima quantitativa dei flussi di rifiuti generati dalla transizione energetica. Il lavoro è parte del progetto a tema promosso dal centro studi MatER. I rifiuti analizzati sono batterie al litio, motori elettrici, pannelli fotovoltaici e pale di turbine eoliche. Si tratta di rifiuti complessi e ad alta intensità di risorse, che rappresentano una sfida emergente per il settore della gestione rifiuti e per l’economia circolare. L’obiettivo della ricerca è comprendere e stimare in anticipo questi flussi di rifiuti, così da trasformare potenziali criticità in opportunità concrete.
Nel messaggio condiviso con il Comitato Organizzatore, Federica ha evidenziato come questa esperienza sia stata particolarmente significativa non solo per il riconoscimento ottenuto, ma anche per l’opportunità di confronto internazionale. Nonostante le distanze geografiche e culturali, infatti, tutti i partecipanti hanno dimostrato di condividere problematiche simili e lo stesso impegno nel trovare soluzioni innovative per un futuro più sostenibile.
Questo importante risultato conferma l’impegno del gruppo AWARE nell’affrontare le sfide ambientali emergenti attraverso la ricerca scientifica, il dialogo internazionale e l’innovazione.
E’ ora disponibile su Procedia CIRP (sezione riguardante la 32nd CIRP Conference on Life Cycle Engineering) una nuova pubblicazione inerente il percorso verso la sostenibilità ambientale intrapreso da RMB S.p.A., piattaforma polifunzionale specializzata nel trattamento e recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi nel Nord Italia. L’articolo presenta le prime valutazioni del ciclo di vita (LCA) svolte con l’obiettivo di rendere l’azienda consapevole dei propri impatti ambientali e conseguentemente definire un piano di miglioramento delle performance sia da un punto di vista dei prodotti che dell’organizzazione.
Una prima valutazione preliminare, che sarà approfondita nel prossimo periodo, riguarda una LCA sul prodotto Ferro Proler, frazione ferrosa (5-150 mm per singolo pezzo) ottenuta dal trattamento dei veicoli fuori uso (VFU). Si tratta di un’analisi cradle-to-gate, con confine di sistema definito dalla culla al cancello aziendale che ha preso in considerazione un ampio spettro di categorie d’impatto inerenti l’ambiente, la salute umana e il consumo di risorse. I primi risultati evidenziano come i principali contributi agli impatti provengano da attività esterne alla piattaforma di riferimento. In particolare, a seconda della categoria d’impatto analizzata, le fasi più critiche risultano essere l’approvvigionamento dei VFU dagli autodemolitori e il trattamento finale della frazione di scarto del processo produttivo costituita prevalentemente da plastiche e gomme. Pertanto, l’ottimizzazione della logistica di trasporto e l’adozione di nuove tecnologie per il riciclo della frazione di scarto risultano di fondamentale importanza in un’ottica di miglioramento ambientale.
Analisi dei contributi associata alla produzione di 1 tonnellata di Ferro Proler.
La seconda analisi è una Carbon Footprint di Organizzazione, condotta secondo lo standard UNI EN ISO 14064:2018. L’analisi ha incluso sia le emissioni dirette di gas serra (categoria 1) sia le emissioni indirette derivanti dall’energia importata (categoria 2). Poiché il consumo di energia elettrica dalla rete nazionale italiana incide in modo significativo sulle emissioni complessive dell’organizzazione, sono state definite e analizzate diverse strategie di riduzione dei consumi alla fonte e l’acquisto di energia rinnovabile certificata.
L’articolo completo è disponibile al seguente link: qui
Dal 9 all’11 giugno 2025 si è svolta a Piacenza la settima Edizione del Convegno del Centro Studi MatER dal titolo “Lagestione dei rifiuti per la transizione ecologica”. L’evento ha previsto numerose sessioni parallele finalizzate a fornire un aggiornamento rigoroso e obiettivo sulle più recenti evoluzioni in merito alla transizione verso una gestione sostenibile dei rifiuti (aspetti strategici, tecnologici, scientifici e normativi).
Anche AWARE ha partecipato attivamente al convegno contribuendo con tre presentazioni orali:
“i rifiuti della transizione energetica: strategie di recupero e stima dei flussi in Italia” – G. Brussa e F. Dei. L’intervento ha approfondito la gestione di quattro flussi di rifiuti derivanti dalla transizione energetica: pale di turbine eoliche, pannelli fotovoltaici, batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici e accumulo stazionario e motori elettrici per veicoli elettrici. È stato mostrato, in particolare, lo stato dell’arte delle tecnologie di recupero disponibili in Europa e in Italia e successivamente è stata fornita una prima stima quantitativa dei flussi di rifiuto di pannelli fotovoltaici e batterie previsti nel breve termine (anno 2030) e nel lungo termine (anno 2050) in linea con gli obiettivi dei piani strategici nazionali;
“produzione di idrogeno dalla termovalorizzazione di rifiuti: aspetti metodologici e analisi di casi studio” G. Dolci e F. Ardolino. La presentazione ha illustrato uno studio LCA, commissionato dalla società A2A, volto ad analizzare le prestazioni ambientali di sei termovalorizzatori italiani da poter dedicare in futuro alla produzione di idrogeno (elettrolisi con uso di energia elettrica prodotta dalla termovalorizzazione di rifiuti urbani limitatamente alla sola componente biogenica);
“valorizzazione del rifiuto urbano residuo: analisi sui tassi di recupero e sulla qualità dei materiali sulla base di dati primari” – M. Grosso. Lo studio ha esaminato le prestazioni di tre impianti europei per la selezione del Rifiuto Urbano Residuo (RUR), raccogliendo dati primari sui flussi di input e output. Mediante bilanci di massa è stata condotta un’analisi quantitativa dei tassi di recupero dei materiali riciclabili, valutandone anche la purezza.
I Proff. Mario Grosso e Lucia Rigamonti hanno inoltre moderato due sessioni del convegno (Prof. Grosso: Sessione 1.B – Recupero di Materiali e Sessione 2.B – Servizi Ecosistemici e Trattamenti Biologici; Prof. Rigamonti: Sessione 1.A – Intelligenza Artificiale e Sessione 2.B – LCA e Sostenibilità ambientale)
La collaborazione con l’Istituto sull’inquinamento atmosferico del CNR ha dato luogo a una nuova pubblicazione sul tema dei siti di abbandono incontrollato dei rifiuti, ancora purtroppo molto presenti anche in Italia. L’articolo è stato peraltro selezionato per comparire come storia di copertina del Volume 6, Numero 2 di earth.
Lo studio propone un metodo basato sul GIS (Sistema Informativo Geografico) per identificare le discariche abusive in Regione Calabria. Combinando dati satellitari, rilievi a terra e analisi spaziali, sono stati geolocalizzati 171 siti, analizzandone volumi e caratteristiche. Il GIS calcola anche i percorsi più brevi per il trasporto verso gli impianti di trattamento, riducendo i costi.
La ricerca e l’innovazione possono essere un driver fondamentale per l’evoluzione dei sistemi di gestione dei rifiuti nella direzione della circolarità e della decarbonizzazione, ma solo se in un quadro di regole basate sull’oggettività scientifica e capaci di agevolare iniziative industriali e investimenti. Se n’è discusso a Piacenza, nel settimo convegno del centro studi MatER (9-11 giugno), promosso dal Laboratorio Energia & Ambiente Piacenza (Leap). A questo link è disponibile un breve video di Ricicla.tv che raccoglie i commenti a caldo di alcuni Professori (tra cui Mario Grosso e Lucia Rigamonti) ed esperti del settore.
Dal 3 al 5 giugno si è svolta a Paestum la prima edizione di GITISA Young, un evento dedicato a giovani ricercatori, dottorandi e assegnisti operanti nei diversi settori dell’Ingegneria Sanitaria-Ambientale. Giovanni Dolci ha presentato l’attività svolta dal gruppo di ricerca AWARE nell’ambito del progetto PNRR ecosister. In dettaglio, è stata presentata la valutazione tramite analisi LCA di dimostratori sviluppati nell’ottica dell’economia circolare: un impianto pilota che integra l’utilizzo di microalghe nel trattamento delle acque reflue, sistemi per il trattamento delle acque che integrano microalghe e nanomateriali, asfalti prodotti con l’impiego di plastica riciclata e substrati per enzimi prodotti da caseina.
In occasione dell’Assemblea GITISA è stata inoltre eletta la nuova Giunta, che sarà in carica per i prossimi tre anni. Sotto la Presidenza del Prof. Claudio Lubello dell’Università di Firenze, la Giunta prevede la presenza di Mario Grosso in rappresentanza dei docenti di II fascia.