Il pomeriggio del 15 Gennaio 2026 (14-15.30) si terrà il primo evento di una nuova serie di seminari promossa dal Polimi LCA Network, con l’obiettivo di diffondere e valorizzare la ricerca sulla metodologia Life Cycle Assessment (LCA) svolta presso il Politecnico di Milano, favorendo al contempo lo scambio e la collaborazione tra i diversi dipartimenti.
L’evento presenterà studi condotti da tre dottorandi del Polimi LCA Network (Samuele Abagnato, Nicolas Bertoldo e Laura Corti). Il programma prevede anche una keynote lecture tenuta dalla Prof.ssa Monia Niero della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, oltre ai saluti introduttivi della Prof.ssa Lucia Rigamonti, in rappresentanza del Polimi LCA Network.
Il webinar si terrà in lingua inglese. Sarà possibile partecipare online tramite Microsoft Teams a questo link oppure in presenza presso la Sala Alpha, Edificio 24, Campus Leonardo. Ulteriori dettagli sono disponibili nella locandina dell’evento.
Siamo lieti di annunciare che è ora attiva, sul sito del Politecnico di Milano, una pagina dedicata al Polimi LCA Network che riporta dettagli in merito a obiettivi, singoli team costituenti, resoconto delle attività, gruppi di lavoro e contatti.
Il Polimi LCA Network, nato a novembre 2024 su iniziativa di AWARE, riunisce professori, ricercatori, dottorandi e assegnisti del Politecnico di Milano che adottano la metodologia LCA (Life Cycle Assessment) in diversi ambiti di ricerca e di consulenza applicata.
Il network si compone attualmente di 16 gruppi di ricerca appartenenti a 8 Dipartimenti Polimi (DABC, DCMC, DEIB, DENG, DES, DICA, DIG e DMEC), per un totale di oltre 60 esperti di ciclo di vita e sostenibilità, che ricoprono 11 aree tematiche (Edilizia, Energia e trasporti, Filiere agroalimentari, Materiali, Policies, Prodotti e beni strumentali, Processi manifatturieri, Prodotti e processi chimici, Strutture e infrastrutture, Sviluppi metodologici, Trattamento rifiuti, acque e suoli).
This study examines solid waste pollution in the Varanasi stretch of the Ganges through field observations, discussions with KudaBazar, an NGO, and a technical assessment of interception systems, focusing on the SEADS Blue Barrier. The Varuna-Ganga confluence was identified as the ideal installation site, with the system capable of capturing up to 80% of floating debris. The project also collaborates with OGYRE, an organization working on marine waste recovery and Ocean Bound Plastic Credits, to ensure long-term financial and social sustainability. By integrating technology, community involvement, and institutional backing, the research proposes scalable, context-specific solutions for reducing riverine plastic pollution in India and demonstrates how international collaboration can turn academic work into practical environmental action.
Parvathy Sethunadh Thekkumtheyyath
Il lavoro di tesi analizza le performance di un impianto di selezione del rifiuto cartaceo di nuova generazione, il centro IREN di Collegno (TO) progettato da Stadler. Basato sull’integrazione di tecnologie avanzate come la selezione ottica (NIR) e l’intelligenza artificiale, l’impianto si è dimostrato tecnicamente ed economicamente superiore ai sistemi convenzionali. L’analisi ha evidenziato una netta capacità di valorizzazione: l’impianto genera sei flussi di Materia Prima Seconda ad elevata purezza, con picchi superiori al 98% per il cartone, a differenza delle sole due macrocategorie miste del processo precedente. Cruciale è la sua abilità nel gestire materiali complessi, separando e valorizzando i poliaccoppiati in due flussi dedicati. La valutazione economica, infine, ha confermato la piena sostenibilità del progetto. Il lavoro convalida quindi l’impianto non solo come un investimento affidabile, ma come un modello strategico per la filiera, che rappresenta un passo concreto per l’economia circolare nel territorio.
Ha preso il via il progetto “ECOCIRC – L’économie circulaire au service du Lac Tanganyika et de ses riverains”, che vedrà il nostro coinvolgimento in Burundi e nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) fino al 2027.
Finanziato dall’Unione Europea, il progetto è implementato da un consorzio che vede LVIA come capofila, in collaborazione con AVSI e con diversi partner locali: COPED e BBIN in Burundi, AHDS e Caritas in RDC. L’obiettivo principale è individuare e sviluppare soluzioni per ridurre e gestire i rifiuti solidi urbani attraverso modelli di economia circolare, contribuendo allo stesso tempo alla tutela della biodiversità e alla qualità della vita delle comunità che vivono attorno al lago Tanganyika, ad oggi seriamente minacciato dall’inquinamento, in particolare dai rifiuti plastici.
Rifiuti plastici lungo la riva del lago Tanganyika a Bujumbura
Il progetto si inserisce nel programma europeo TAKIWAMA – Lake Tanganyika Water Management Project Phase II, successivo a LATAWAMA – Lake Tanganyika Water Management, che ha l’obiettivo di gestire e preservare la qualità delle acque e la biodiversità dei bacini dei laghi Tanganyika e Kivu.
Le aree interessate da ECOCIRC sono distribuite in cinque territori che coinvolgono i due Paesi:
Dal 13 al 20 novembre si è svolta la prima missione sul campo, che ha visto la partecipazione di Mary Jo Nichilo e Mario Grosso, con l’obiettivo di effettuare una valutazione preliminare dello stato di fatto della gestione dei rifiuti, integrando l’analisi bibliografica già svolta con una ricognizione diretta dei territori di Bujumbura e Rumonge.
La pianificazione originaria della missione comprendeva anche un sopralluogo nella città di Uvira, che non è stato possibile realizzare a causa della situazione politica della RDC. Tuttavia, per garantire continuità alle attività previste, lo staff della RDC si è recato a Bujumbura, mettendo a disposizione materiale fotografico e videografico relativo a Uvira, così da consentire una prima valutazione a distanza e un confronto sulle successive attività in territorio congolese.
Durante la missione sono stati incontrati diversi stakeholders:
– a Bujumbura:
il Dipartimento di Acqua e Igiene presso il Ministero dell’Ambiente (direttore e un membro dello staff tecnico);
l’ufficio nazionale di OBUHA (Office Burundais de l’Urbanisme, de l’Habitat et de la Construction);
alcune imprese private attive nella raccolta e/o nel trattamento dei rifiuti;
il Consorzio per la Valorizzazione dei Rifiuti in Burundi, condotto dall’ONG FIADI (Femmes Ingénieures Actives pour le Développement Inclusif) e comprendente anche lo studio di consulenza L’Urbaniste;
– a Rumonge:
il municipio (segretaria e sindaco);
l’ufficio comunale di OBUHA.
Focus group organizzato da POLIMI e LVIA con alcune imprese private attive nella raccolta e/o nel trattamento dei rifiuti a Bujumbura
Sono stati inoltre effettuati sei sopralluoghi e visite di campo:
– a Bujumbura:
la discarica incontrollata di Mubone;
un punto di accumulo della plastica lungo uno dei corsi d’acqua che sfociano nel lago Tanganyika e le rive del lago stesso;
l’impianto di selezione della plastica dell’impresa New Energy;
l’impianto di selezione e riciclo della plastica dell’impresa NVPH;
– a Rumonge:
il mercato e alcuni punti di accumulo di rifiuti circostanti;
il sito individuato per la futura discarica.
In seguito alla missione saranno predisposte alcune raccomandazioni operative per le fasi successive del progetto. AWARE sarà inoltre coinvolto in un’attività formativa dedicata ai temi dell’economia circolare, rivolta al personale di AVSI, che avrà il compito di proporre e coordinare un comitato interdisciplinare in RDC. L’obiettivo è definire e condividere una metodologia da mettere a disposizione degli attori del sistema di gestione dei rifiuti solidi urbani, affinché possano valutarla e adottarla. La metodologia si struttura in quattro fasi:
identificazione dei problemi e delle relative conseguenze;
proposta e valutazione di soluzioni adeguate;
elaborazione di un piano d’azione;
implementazione delle azioni, inizialmente in forma pilota e con possibile estensione successiva.
Ingresso alla discarica di Mubone (Bujumbura): si osservano al centro i camion “assaliti” dai raccoglitori di rifiuti, a sinistra una pozza di percolato e cumuli di plastica che è stata separata dai rifiuti indifferenziatiDiscarica di Mubone (Bujumbura)
During the first half of November, Dr. Laura Megido Fernández, lecturer and researcher at University of Oviedo (Spain), spent a week at the DICA of Politecnico di Milano as part of an international teaching training stay. Throughout the week, she attended several classes across different courses taught both in English and Italian, gaining insights into diverse teaching approaches and methodologies.
She also held enriching discussions with Professor Mario Grosso and his team on topics such as teaching innovation, artificial intelligence in education, and strategies to foster more engaging and inclusive learning environments.
“I always enjoy coming back to Italy,” Dr. Megido shared. “Since my PhD years, when I first came to conduct research at the Università degli Studi di Padova, I have always felt warmly welcomed here. This stay at Polimi has been a truly enriching experience, both professionally and personally.” As part of her stay, she observed different classes and interacted with students and faculty members, focusing on the dynamics and delivery of teaching in various formats. “When attending classes now as a lecturer rather than a student, I notice new aspects, like the teaching strategies taken by professors to the fluency and rhythm of the lectures” she reflected. “It has been a great opportunity to observe different styles and think about how to adapt some of those approaches in my own courses, as well as to reflect on new ways of connecting more effectively with students.” Another interesting aspect of the stay was the relevance of multidisciplinarity. Dr. Megido also attended a short seminar by researcher Lucia Tecuto from the University of Bologna on the psychological response to climate change. “It was a brief but enriching session,” she noted, “and a good reminder of how interconnected technical, environmental, and social perspectives really are.” Outside the university, she also took the opportunity to explore Milan for the first time. “The roof terraces of the Duomo di Milano are absolutely stunning, and visiting the Castello Sforzesco was another highlight of the trip. As always in Italy, the food is exceptional! I was also lucky to reconnect with some dear friends from previous research visits in Italy, sharing conversations, memories, and coffee together reminded me how valuable these personal connections are, and how they grow with each new experience abroad.” This exchange marks another step in strengthening the collaboration between University of Oviedo and Politecnico di Milano, fostering international cooperation and lifelong learning.
Dal 4 al 7 novembre 2025 si è svolta presso la Fiera di Rimini la 28ª edizione di Ecomondo, uno dei principali eventi internazionali dedicati alla sostenibilità, con un programma particolarmente ricco e articolato. La manifestazione nasce con l’intento di creare un punto d’incontro tra imprese, start-up, ricercatori e policy makers, favorendo dialogo e collaborazioni utili ad accelerare la transizione ecologica e a promuovere i principi dell’economia circolare.
Anche AWARE ha partecipato attivamente all’evento con le seguenti presentazioni:
“Managing future waste from the energy transition: recovery technologies and future perspectives for Italy” – Ing. Federica Dei. Una presentazione dedicata a un progetto di ricerca sui rifiuti della transizione energetica, in collaborazione con il Centro Studi MatER. In particolare, sono state illustrate le principali strategie di recupero delle batterie agli ioni di litio, dei motori elettrici, dei pannelli fotovoltaici e delle pale eoliche. Inoltre, è stata fornita una stima quantitativa, riferita al contesto italiano, dei rifiuti attesi tra il 2030 e il 2050, alla luce degli obiettivi strategici del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) e dei diversi scenari di decarbonizzazione.
“Casein-based film enriched with lignin as a biodegradable substrate for enzyme immobilization“, PhD Giovanni Dolci. Una presentazione effettuata all’interno dell’evento conclusivo del progetto Ecosister (Ecosistema Territoriale di Innovazione dell’Emilia-Romagna) e relativa alla valutazione LCA della produzione di un film biodegradabile a base di caseina.
“The role of the LCA methodology in regional waste management plans in Italy: updates from the latest plans” PhD Giuseppe Cecere. Quest’ultimo intervento è stato effettuato all’interno del Convegno “Sistemi innovativi di prevenzione dei rifiuti e gestione circolare delle risorse” organizzato dalla Prof.ssa Lucia Rigamonti insieme al Prof. F. Passarini e D. Bonato, Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali di Erion.
Durante l’incontro la Prof.ssa Lucia Rigamonti, l’Ing. Elisa Amodeo e il PhD Roberto Rocca del Polimi LCA Network hanno guidato i partecipanti nella scoperta dei principi fondamentali dell’LCA, mettendone in evidenza logiche e potenzialità attraverso un approccio ludico e partecipativo. Questo metodo ha favorito un apprendimento attivo, stimolando lo scambio di idee e la collaborazione tra i corsisti.
Un ulteriore passo per diffondere una cultura della sostenibilità fondata su dati, metodo scientifico e collaborazione: quando l’apprendimento diventa un’esperienza condivisa, si trasforma in valore per tutto il gruppo!
Sulla rivista specializzata Algal Research è stata pubblicata una nostra analisi di letteratura sul tema delle microalghe e, nello specifico, sugli studi di valutazione del ciclo di vita (LCA) ad esse applicati. Le microalghe ricevono ormai da anni crescenti attenzioni per il loro ruolo come alternativa all’uso di materiali di origine fossile nelle più svariate applicazioni. In questo lavoro bibliografico, sono stati analizzati 92 studi LCA pubblicati tra il 2020 e il 2025. Dapprima, è stato descritto e discusso in che modo la metodologia sia stata applicata. Successivamente, l’attenzione si è spostata sui 41 studi comparativi, ossia quelli che presentavano almeno un confronto fra gli impatti ambientali causati dall’uso di microalghe e quelli di materiali convenzionali. Gli studi sono stati raggruppati in cinque settori produttivi: biocombustibili, prodotti per l’agricoltura, cibo e mangimi, sostanze chimiche e un ultimo gruppo per le restanti applicazioni.
Sul lato metodologico, sono state trovate delle limitazioni in vari studi in termini di ridotto numero di categorie di impatto, mancanza di trasparenza e carente qualità dei dati di inventario. Ne è scaturita quindi una serie di raccomandazioni, fra le quali l’uso di standard e linee guida, la scelta di confini del sistema dalla culla alla tomba, l’inclusione di un ampio numero di categorie di impatto, la pubblicazione dettagliata dei dati di inventario e il ricorso ad analisi di sensibilità e incertezza.
Evoluzione temporale del numero di studi LCA a tema microalghe e dei rispettivi settori di utilizzo.
Riguardo agli studi comparativi, non sono emersi risultati netti e comuni a tutti i settori produttivi. Complessivamente, nessuno dei possibili destini delle microalghe è risultato particolarmente favorevole o penalizzante, con ciascun singolo risultato che dipende dalla peculiarità del sistema analizzato.
Panoramica dei processi di produzione di biocombustibili da microalghe, limitatamente agli studi inclusi nell’analisi di letteratura. I biocombustibili sono l’applicazione per microalghe più studiata negli studi LCA. Acronomi: FAME = fatty acid methyl ester; HEFA = hydroprocessed esters and fatty acids; LPG = Liquified Petroleum Gases.
Questa corposa analisi di letteratura offre uno sguardo aggiornato e critico sulle pubblicazioni scientifiche a tema microalghe ed è una lettura d’obbligo per gli interessati al tema. L’articolo è scaricabile gratuitamente al seguente collegamento: https://doi.org/10.1016/j.algal.2025.104377
Il lavoro è parte dell’attività svolta nell’ambito del progetto Ecosister, progetto finanziato dal Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (Missione 4 Istruzione e ricerca – Componente 2).
My research aims to improve the energy efficiency of the numerous small-scale waste incineration facilities in Japan and reorganize them into a more rational system. To this end, we visited a Waste-to-Energy (WTE) facility in Italy renowned for its exceptional energy utilization rate, and one of the largest in Italy. This advanced plant not only generates electricity from steam produced by incineration heat but also supplies hot water to Brescia’s extensive district heating network. In addition, it features a highly sophisticated system for recovering additional heat via flue gas condensation, achieving an exceptional overall energy recovery efficiency of 98%. Compared to facilities in Japan, the scale of Termoutilizzatore A2A Brescia is truly remarkable. Its investment in heat recovery equipment and its actual heat utilization rate are significantly higher. Moreover, the close collaboration between the incineration plant and the city to build a district heating network that meets the entire city’s heat demand is a highly rational and effective model.
Il corso offrirà un’analisi approfondita di alcuni temi chiave e controversi della metodologia Life Cycle Assessment (LCA):
modellizzazione del contenuto di materiale riciclato nei prodotti e dei processi di riciclo di scarti;
analisi dell’incertezza e dei fattori dipendenti dal tempo nell’LCA;
struttura computazionale dell’Input-Output Analysis;
differenza tra modellizzazione attributional e consequential.
Il programma combina fondamenti teorici 📚 con casi di studio pratici 🛠️, fornendo ai partecipanti gli strumenti e le competenze necessari per affrontare sfide complesse nell’ambito dell’LCA, sia nel contesto della ricerca scientifica che in ambiti professionali.
Maggiori informazioni sul corso sono disponibili a questo link