Pubblicata una review internazionale sulla prevenzione dei rifiuti

Successivamente al Workshop su “Waste Prevention & 3R”, tenutosi a Kyoto nel Novembre 2015, è stato predisposto un articolo di review sul tema della prevenzione dei rifiuti. L’articolo, che dà ampio spazio anche agli studi sulla prevenzione condotti dal gruppo AWARE, è pubblicato sul Journal of Material Cycles and Waste Management, ed è disponibile ad accesso libero a questo link.

 

Food waste: let’s put our hands in!

“We had masks most of time, really!”

 

 

 

 

 

Rilanciamo un post sulle attività di AWARE svolte nell’ambito del progetto REDUCE.

Circa il 15-20% in peso del rifiuto residuo contiene scarti di cibo, e quasi un terzo di questo è evitabile. Nel rifiuto organico differenziato siamo invece al 25% di cibo evitabile. Proiettando questi valori a livello nazionale, si può stimare in Italia un quantitativo di rifiuto di cibo evitabile dell’ordine di un milione e mezzo di tonnellate all’anno!

Il post completo in inglese è disponibile al seguente link

3° Workshop “Rifiuti e Life Cycle Thinking” – disponibili le presentazioni

Il 15 Febbraio 2017 si è svolta con successo la terza edizione del workshop “Rifiuti e Life Cycle Thinking”. Su questa pagina è disponibile un breve resoconto, oltre a tutte le presentazioni.

Guarda il video sul workshop prodotto da Aracne TV.

 

 

 

 

 

Incenerimento di rifiuti: abbattimento dei gas acidi ad alta temperatura

Negli ultimi anni, molti impianti di incenerimento in Italia hanno osservato un incremento della concentrazione di gas acidi nei fumi grezzi in uscita dalla caldaia. Ciò è probabilmente dovuto al progressivo diminuire della quantità di rifiuti urbani trattati, sostituiti parzialmente da rifiuti speciali. Questi ultimi sono caratterizzati da una composizione chimica più variabile, con possibile incremento del carico al forno dei composti alogenati (cloro e fluoro) e dello zolfo.

Lo studio, finanziato da Unicalce, ha testato l’utilizzo di un nuovo sorbente dolomitico da iniettarsi direttamente in caldaia ad alta temperatura. Tale sorbente ha il compito di effettuare un primo abbattimento dei gas acidi direttamente in caldaia, riducendo così il carico di inquinanti che arriva al successivo stadio di neutralizzazione a bassa temperatura condotto in linea fumi mediante l’addizione di calce o bicarbonato di sodio. I test sono stati effettuati in quattro impianti di incenerimento situati in nord Italia, in condizioni di operatività standard. Per iniezioni del sorbente pari a circa 6 kg per tonnellata di rifiuto, è stato osservato un abbattimento della concentrazione di gas acidi a valle della caldaia pari al 7-37% (media 23%) per l’HCl, al 34-95% (media 71%) per l’SO2 e al 39-80% (media 63%) per l’HF. Ciò ha permesso di ridurre il dosaggio di bicarbonato di sodio in linea fumi di circa il 30%. E’ stata inoltre osservata una migliore pulizia della caldaia, suggerendo che il sorbente sia in grado di ridurre i fenomeni di sporcamento e incrementare, così, il recupero energetico.

Le prestazioni ambientali del sorbente sono state, inoltre, valutate mediante la metodologia dell’Analisi del Ciclo di Vita, comparando il tradizionale operato degli impianti di incenerimento, che prevede la rimozione dei gas acidi mediante l’utilizzo di bicarbonato di sodio a bassa temperatura, con il nuovo scenario in cui il bicarbonato di sodio è ancora utilizzato ma in quantità minori grazie all’iniezione del nuovo sorbente dolomitico in caldaia. L’analisi ha incluso la produzione dei due reagenti, il trattamento dei residui solidi prodotti dalla neutralizzazione dei gas acidi e l’emissione aggiuntiva di CO2 al camino dovuta all’attivazione del bicarbonato. I risultati, riportati in figura 1, non mostrano particolari differenze tra i due scenari analizzati in termini di impatti ambientali. Se, invece, si include nell’analisi il ruolo che il nuovo sorbente dolomitico può avere nell’incrementare il recupero energetico, a seguito della migliore pulizia della caldaia, gli impatti dello scenario innovativo diminuiscono sensibilmente rispetto allo scenario di operatività tradizionale.Figura 1: variazione percentuale tra lo scenario base e quello in cui si utilizza il sorbente dolomitico ad alta temperatura (valori positivi indicano che gli impatti dello scenario in cui si usa il sorbente dolomitico ad alta temperatura sono maggiori di quello dello scenario base; vice versa per valori negativi).

Per maggiori dettagli, si rimanda alle seguenti pubblicazioni:

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0956053X14005030

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0956053X14005054

Il sistema di gestione dei RAEE in Regione Lombardia

I Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) sono tra i flussi di rifiuti che presentano i più veloci tassi di crescita in Europa. Il loro contenuto di materiali riciclabili di elevato valore e la contestuale presenza di sostanze pericolose, che richiedono particolari attenzioni durante le operazioni di recupero e smaltimento, rendono particolarmente interessante lo studio dell’ottimizzazione dei processi di recupero e trattamento.

La ricerca, finanziata da Finlombarda per Regione Lombardia, ha previsto l’analisi del sistema di gestione dei RAEE in regione Lombardia mediante la metodologia dell’Analisi del Ciclo di Vita (LCA). Lo studio ha riguardato tutte e cinque le categorie in cui i RAEE sono classificati secondo la normativa nazionale: R1: freddo e clima; R2: grandi bianchi; R3: TV e monitor; R4: piccoli elettrodomestici; R5: sorgenti luminose. L’anno di riferimento è stato il 2011. Sono stati dapprima individuati i principali impianti di trattamento RAEE operanti sul territorio regionale e quindi sono stati raccolti tutti i dati primari necessari per definirne il bilancio di materia e i consumi energetici. Successivamente è stata applicata l’LCA per valutare i benefici e gli impatti ambientali associati al trattamento e al recupero di ciascuna categoria di RAEE. Sono state incluse nella valutazione la raccolta di ciascuna categoria di RAEE, il trasporto alla piattaforma di stoccaggio, il primo trattamento in impianti specifici e il successivo trattamento delle componenti separate in impianti finali di riciclo e/o smaltimento.

Dal bilancio di materia è emerso che acciaio e vetro sono i principali flussi di materia recuperabili dal trattamento dei RAEE. Oltre a ciò, è possibile recuperare quantitativi non trascurabili di plastica ed anche metalli preziosi (piombo, argento, palladio, oro, nickel, rame, alluminio, acciaio, cobalto).

La LCA ha mostrato che i benefici associati al recupero di materiali ed energia compensano ampiamente gli impatti del trattamento, ad eccezione delle categorie di impatto tossicità umana-effetti cancerogeni e ecotossicità delle acque dolci. Le categorie di RAEE il cui trattamento e recupero risulta più vantaggioso per la salute umana e l’ambiente sono gli R3 e gli R5 (In figura 1 i risultati relativi ai monitor a schermi piatti appartenenti alla categoria R3). I principali benefici sono associati al recupero dei metalli, della plastica e del vetro.

Figura 1: suddivisione percentuale degli impatti associati al sistema di gestione di 1 tonnellata di R3 – schermi piatti

Per maggiori dettagli si rimanda alle seguenti pubblicazioni:

http://www.ledijournals.com/ojs/index.php/IngegneriadellAmbiente/article/view/276

http://www.ledijournals.com/ojs/index.php/IngegneriadellAmbiente/article/view/277

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0048969715004921

Il recupero dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione in Regione Lombardia

Il gruppo AWARE sta svolgendo, per conto della Regione Lombardia e in collaborazione con il Centro Studi MatER, un progetto di ricerca finalizzato alla valutazione ambientale del sistema di gestione e recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione – C&D – implementato in regione, attraverso l’analisi del ciclo di vita (LCA).


Dati gli elevati quantitativi in gioco (12 milioni di tonnellate all’anno) e gli obiettivi fissati dalle direttive europee, Regione Lombardia ha individuato i rifiuti C&D come un flusso prioritario su cui indirizzare azioni volte a valorizzarne il recupero e le sue interconnessioni con le filiere di utilizzo delle risorse secondarie (ovvero i comparti del settore costruttivo dove gli aggregati riciclati possono essere impiegati).

Il Progetto di ricerca si pone i seguenti obiettivi:

  • comporre un quadro conoscitivo completo e aggiornato sul sistema attuale di gestione e recupero dei C&D, quantificando i volumi prodotti in regione e i relativi destini;
  • raccogliere dati e informazioni per definire le attuali modalità di trattamento e il livello tecnologico degli impianti di riciclo dei C&D, ponendo particolare attenzione alla qualità delle materie prime secondarie prodotte e agli effettivi utilizzi;
  • valutare, mediante LCA, le prestazioni attuali del sistema regionale al fine di evidenziarne benefici e criticità;
  • individuare possibili azioni mirate a migliorare le prestazioni ambientali del sistema attuale, mediante la costruzione di “scenari alternativi” anch’essi valutati nell’ottica di LCA.

Considerato l’ampio spettro di informazioni quantitative e qualitative necessarie per lo studio, nella fase di acquisizione dei dati è stata richiesta la collaborazione di diversi soggetti ed Enti di riferimento in relazione a tre specifici settori: produzione di aggregati riciclati (ARPAL, ANPAR, impianti di trattamento), produzione di aggregati naturali (Province, siti estrattivi) e costruzioni edili (ANCE, imprese edili e stradali).

Insegnare LCA in India

28 gennaio Malpensa: sono in partenza per l’India: mai stata: chissà come sarà! Milano – Abu Dhabi – Hyderabad. Dopo circa 13 ore di viaggio, arrivo a destinazione e fiduciosa esco dall’aeroporto, vado a sinistra (come mi era stato indicato dal professore ospitante) e cerco il mio nome sui fogli tenuti in mano dalle persone in attesa dell’arrivo dell’aereo, ma niente da fare: il mio non c’è. Ricontrollo, aspetto un po’, ricontrollo, niente. Chiedo al poliziotto, che molto gentilmente chiama il numero di telefono che mi era stato dato in caso di necessità e poi mi dice: aspetta qua, arriveranno. Passa mezz’oretta (nel frattempo cambio l’ora all’orologio: 4 ore e mezza in avanti) ed ecco che finalmente appare un foglio con il mio nome! Salgo in auto (dalla parte opposta che da noi) con destinazione il campus del NIT di Warangal. Supera a destra, supera a sinistra, schiva moto, tuc tuc, persone a piedi, camion….dopo aver visto la morte almeno 100 volte in due ore oso dire: è un po’ pericoloso guidare qua, sembra che non ci siano regole. Risposta: se seguissimo le regole ci metteremmo 5 ore invece che 3 per fare 150 km. Penso: non fa una piega. Decido così, invece che guardare avanti, di guardare a sinistra e vedo campi di cotone e risaie e purtroppo un bel po’ di rifiuti sparsi qua e là.

Arriviamo finalmente al campus e alla stanza che mi hanno riservato (capirò dopo che è nella residenza per ospiti speciali). Primo impatto: odore molto forte, caldo pazzesco, finestre mezze rotte, muffa nel mini frigo, bagno cavi a vista, cavo di rete che entra dalla finestra proveniente dall’altro lato della casa. Ma il professore è molto gentile e mi chiede se è tutto a posto. Mi dice poi che lunedì prima dell’inizio delle mie lezioni ci sarà una cerimonia di benvenuto. Ed effettivamente, lunedì mi ritrovo seduta tra direttore dell’istituto, direttore del dipartimento, coordinatore della sezione e il professore. Non capisco molto di quello che viene detto (l’inglese è un po’ indianizzato e poi parlano tutti a bassa voce) ma capisco che sono veramente contenti che io sia lì perché è per loro un’opportunità di accrescimento ed arricchimento della conoscenza. Inizio poi la mia lezione e quindi entro in aula (dove tutto è consunto ) e dico good afternoon: gli studenti tutti in coro e sorridenti mi rispondono good afternoon e si alzano in piedi. Inizio la mia lezione, scrivo qualcosa alla lavagna, faccio per cancellare e subito uno studente si alza e mi precede col cancellino. Pensando che forse a qualcuno dei nostri studenti italiani due settimane qua per capire cosa sono il rispetto per il professore e la voglia di conoscenza non finalizzata all’ottenimento di crediti potrebbero far bene, sorrido e continuo la mia lezione.

 

Greenrail – la traversina ferroviaria del futuro

Il gruppo AWARE è coinvolto nel progetto biennale “Greenrail – innovative and sustainable railway sleepers: the greener solution for railway sector”, finanziato in ambito SME Instrument di Horizon 2020.

In particolare si occuperà della valutazione delle prestazioni ambientali della traversina innovativa mediante un’analisi del ciclo di vita  (LCA) condotta secondo la guida sull’impronta ambientale dei prodotti (PEF). L’attività è svolta in collaborazione con la Fondazione Sviluppo Sostenibile.

Webinar “Sviluppi metodologici in campo LCA”: materiale ora disponibile

Il Gruppo di Lavoro DIRE (Development and Improvement of LCA methodology: Research and Exchange of experiences) ha organizzato nel pomeriggio del 13 dicembre 2016 un webinar dal titolo “Sviluppi metodologici in campo LCA”.

Il webinar ha previsto 4 presentazioni da parte di iscritti al GdL DIRE che hanno coperto alcuni aspetti di sviluppo metodologico dell’LCA (nello specifico, modellizzazione dei prodotti evitati quando i casi di multi-funzionalità sono risolti utilizzando l’espansione dei confini del sistema e calcolo dei fattori di caratterizzazione per nanoparticelle) ed utilizzo integrato con altri strumenti per la sostenibilità e l’economia circolare (in particolare combinazione tra LCA e il framework Cradle-to-Cradle e tra LCA e Risk Assessment):

  • “Valutazione dei benefici associati alle attività di riciclo: modellizzazione dei prodotti evitati”, relatore Lucia Rigamonti, Politecnico di Milano – Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale
  • “Combinazione di Life Cycle Assessment e Cradle to Cradle design framework in ottica di circular economy”, relatore Monia Niero, Technical University of Denmark – Department of Management Engineering
  • “Utilizzo combinato di strumenti di valutazione impatto di nanomateriali”, relatore Grazia Barberio, ENEA – Laboratorio Valorizzazione delle risorse nei sistemi produttivi e territoriali
  • “Life Cycle Impact Assessment (LCIA): sviluppi metodologici per nanoparticelle”, relatori Martina Pini, Università di Modena e Reggio Emilia – Dipartimento di Scienze e Metodi dell’ingegneria e Beatrice Salieri, EMPA – Swiss Federal Laboratories for Materials Science and Technology.

Le presentazioni ed il video del webinar sono disponibili qui