Ogni anno, sul mercato europeo, si immettono più di 5 miliardi di batterie per uso domestico. Sebbene le usa e getta rappresentino ancora oggi la tipologia più venduta (90% in Europa), negli ultimi decenni l’uso delle ricaricabili è stato fortemente incoraggiato.
Sulla base di questi presupposti, lo studio confronta l’intero ciclo di vita delle batterie stilo (AA) e mini stilo (AAA) nel contesto italiano, considerando la tipologia alcalina per le usa e getta e nichel-metallo idruro per le ricaricabili. L’intento è quello di quantificare, se presenti, i benefici ambientali associati alle ricaricabili e analizzare, nello stesso tempo, l’influenza delle scelte del consumatore durante l’acquisto e l’utilizzo di entrambi i dispositivi.
Da un punto di vista della produzione dei rifiuti, la scelta delle ricaricabili è indubbiamente conveniente: con soli 20 utilizzi si garantisce una riduzione dei rifiuti prodotti pari al 90%. Per gli indicatori ambientali ed energetici, il quadro è invece più complesso. Per alcune categorie quali il cambiamento climatico o l’impoverimento delle risorse idriche, le ricaricabili garantiscono benefici significativi già dopo pochi utilizzi. Per altri indicatori quali l’acidificazione o la tossicità umana con effetti cancerogeni, soli 20 usi rendono le ricaricabili svantaggiose persino rispetto allo scenario peggiore di acquisto delle usa e getta (uso dell’auto per raggiungere il punto vendita e acquisto di una confezione piccola).
Lo studio è stato finanziato dalla Fondazione Eureka, coordinata dal Dott. Carlo Mazzola.
Articolo completo su The International Journal of LCA
Breve intervista per il Yale Climate Connections Radio Show