Distretti intelligenti e sostenibili – un libro bianco

E’ ora disponibile il Libro bianco SSD – Smart Sustainable Districts, sviluppato nell’ambito di un progetto promosso dal Politecnico di Milano e coordinato dal Consorzio Poliedra, con l’obiettivo di individuare e suggerire orientamenti, azioni e strumenti per lo sviluppo sostenibile, la transizione ecologica, e il rafforzamento della resilienza dei sistemi territoriali e sociali attuabili alla scala locale.
Il progetto ha visto il coinvolgimento di più di 100 ricercatori di vari dipartimenti dell’Ateneo e dei suoi Consorzi (il Sistema Polimi) con competenze tecnico-scientifiche ma anche umanistico-sociali, che a partire dalle criticità degli attuali ambienti urbani, impietosamente messe in luce dalla pandemia, e dagli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, dal Green Deal e dal piano NextGenerationEU, hanno messo a fuoco il concetto SSD – Smart Sustainable Districts – per definire linee guida pratiche per affrontare la transizione ecologica a livello locale e orientare le necessarie trasformazioni urbane ed i processi di rigenerazione urbana, in chiave smart e sostenibile.
smart sta a sottolineare l’adozione di approcci “intelligenti”, multidisciplinari, innovativi e flessibili, che sfruttino al meglio le risorse e le possibilità offerte dalle nuove tecnologie.
sostenibile, perché permetta di bilanciare le tre dimensioni ambientale, sociale ed economica, contribuendo a raggiungere e mantenere un’elevata qualità della vita, della salute e del benessere dell’ambiente e della comunità, la conservazione delle risorse naturali e, allo stesso tempo, creare opportunità sociali ed equità per le persone.
Il lavoro affronta aspetti tecnico-scientifici ma anche umanistici e sociali, quali l’inclusione e integrazione sociale, la qualità dell’ambiente e del paesaggio, degli spazi pubblici e privati, la mobilità e l’energia, le economie locali e i modelli di business, la gestione e utilizzo dei dati con un approccio multidisciplinare che vede nell’integrazione e nel coordinamento sui vari temi il fattore chiave per guidare l’attuazione dei processi di trasformazione e rigenerazione urbana realmente smart e sostenibili e capaci di attivare sinergie e produrre effetti positivi cumulati. La dimensione locale investigata è inoltre quella che offre le migliori possibilità di attuazione, gestione amministrativa e monitoraggio delle azioni e dei loro effetti e pertanto contribuisce a rendere lo studio e le soluzioni proposte molto concrete.

Per AWARE ha contribuito al libro bianco Mario Grosso, insieme a Elena Sezenna del DICA, autrice di questo post.

Social Life Cycle Assessment (S-LCA): una metodologia per valutare la sostenibilità sociale del ciclo di vita di prodotti e organizzazioni

È disponibile l’articolo di comunicazione scientifica riguardo la Social Life Cycle Assessment (S-LCA), pubblicato dalla rivista Ingegneria dell’Ambiente.

Social Life Cycle Assessment (S-LCA): Metodologia e Applicazioni

La Social Life Cycle Assessment (S-LCA) è una metodologia innovativa, introdotta nel 2009 grazie agli sforzi congiunti del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e della Society of Environmental Toxicology and Chemistry (SETAC).

Questo approccio è stato progettato per valutare la sostenibilità sociale di prodotti e servizi, ampliando il concetto di analisi del ciclo di vita già applicato nel contesto ambientale (Environmental Life Cycle Assessment, E-LCA) e integrandolo con la valutazione economica (Life Cycle Costing, LCC).

L’obiettivo è ottenere una visione complessiva della sostenibilità, considerando i tre pilastri fondamentali: società, ambiente ed economia.

Evoluzione e Linee Guida della S-LCA

Nel 2021, dopo undici anni di applicazione pratica, sono state pubblicate le nuove linee guida della S-LCA, che riflettono l’esperienza accumulata e gli sviluppi metodologici a cui si è arrivati nel tempo.

Fin dalla sua nascita, la S-LCA ha fatto sua la struttura metodologica della norma ISO14040, originariamente concepita per l’analisi del ciclo di vita ambientale, alla valutazione degli impatti sociali.

Questa integrazione permette di fornire una valutazione completa e multidimensionale della sostenibilità, fondamentale per la gestione responsabile delle organizzazioni e dei loro prodotti.

Applicazioni della S-LCA
La S-LCA può essere utilizzata per migliorare le prestazioni sociali delle organizzazioni. Tra le principali applicazioni vi sono:

Supporto ai processi decisionali: fornendo informazioni dettagliate sugli impatti sociali, la S-LCA aiuta i decisori a migliorare le strategie aziendali e le politiche pubbliche.


Valutazione degli impatti sociali: permette di identificare e analizzare gli effetti sociali associati alla produzione e al consumo di prodotti e servizi.


Miglioramento della sostenibilità: unendo la S-LCA all’E-LCA e alla LCC, è possibile ottenere una valutazione integrata che abbraccia tutti gli aspetti della sostenibilità.

In conclusione, la Social Life Cycle Assessment (S-LCA) rappresenta una metodologia chiave per la valutazione della sostenibilità sociale. Le recenti linee guida del 2021 hanno rafforzato la sua applicabilità e rilevanza, rendendola uno strumento indispensabile per chi si occupa di sostenibilità a livello professionale.

La conoscenza e l’applicazione della S-LCA consentono di promuovere pratiche più responsabili e sostenibili, contribuendo significativamente al benessere sociale ed economico e alla salvaguardia dell’ambiente.

L’articolo è disponibile qui!

New Article on Scoping the life cycle assessment of Fine Future flotation technology

A new article is now available on the development of a prospective LCA on FineFuture flotation technology which is a novel technology being developed to help mining industry recover valuable minerals from very fine particles which are currently being discarded as waste. The project is being carried out under European Union’s Horizon 2020 research and innovation programme. For more information about the project, check the following link:

https://finefuture-h2020.eu/

The article focuses on the scope definition phase of two industrial case studies within FineFuture project. The two industrial partners are Eramet for manganese concentrate production, and Grecian Magnesite for magnesia and magnesite concentrate production.

Performing LCA for an emerging technology like FineFuture can provide better interpretation of the potential environmental impacts of the technology under development even at early Technology Readiness Levels (TRLs). The recommendations concluded from such study can significantly and more effectively help mitigate potential adverse environmental impacts of the technology before it is available on industrial scale as it can provide early guidance to the developers of the technology.

The article is open access and can be viewed and downloaded via the link:

https://authors.elsevier.com/sd/article/S2212-8271(22)00070-1

A Maputo, per il progetto HANDS

Dal 26 ottobre al 7 novembre si è svolta una visita sul campo del progetto HANDS – Health And urbaN Space in Chamanculo C.

La missione ha visto una squadra di cinque persone (Camillo Magni, Laura Montedoro, Giuliana Miglierina, Riccardo Mereu e Francesca Villa) afferenti a diversi dipartimenti del Politecnico di Milano varcare i confini italiani per riportare a casa informazioni raccolte direttamente a Maputo e nel quartiere di Chamanculo C. In questo frangente abbiamo potuto contare sull’appoggio della sede locale dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e sul prezioso supporto della ONG AVSI, presente da anni nel quartiere di Chamanculo C insieme ad Asscodecha, nonché delle altre associazioni partner.

Maputo è la capitale del Mozambico, oltre ad essere la città di maggiori dimensioni del paese, con più di 1.2 milioni di abitanti stimati, e una generazione di rifiuti pro-capite che varia dai 1.15 kg per abitante al giorno della “cidade cemento” (la zona centrale, coi palazzi e le strade asfaltate) agli 0.20 kg/ab/gg delle aree rurali, passando per le zone peri-urbane e i quartieri informali (0.49 kg/ab/gg)(cfr. dos Muchangos et al. 2017).

Chamanculo è un “bairro” (quartiere) storico, sviluppatosi in epoca coloniale e post-coloniale senza una precisa pianificazione urbanistica, ed appartiene alla cinta dei quartieri informali. È diviso in diversi settori, tra i quali Chamanculo C, focus dell’intervento.

Obiettivo di questa missione è stato, da parte del nostro team, la raccolta di informazioni sul funzionamento del sistema di gestione dei rifiuti di Maputo e di Chamanculo C. Lo sviluppo di un laboratorio di autoproduzione di Polichina (qui maggiori dettagli sul progetto) può portare infatti alla generazione di diversi flussi di materiale , che necessariamente dovranno interagire con il sistema esterno nelle diverse fasi di raccolta/riuso/riciclo. Per questo è richiesta la conoscenza del contesto in cui si andrà ad inserire il progetto.

Container per la raccolta secondaria a Chamanculo C (foto di F. Villa)

Sono stati svolti sopralluoghi e interviste a diversi attori locali. Per il settore pubblico, e in particolare la Municipalità di Maputo (CMCM), responsabile della gestione dei rifiuti, è stata incontrata la vice-direttrice del Dipartimento di Ambiente e Salute, con il team. Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare due associazioni (KUTENGA e ACADEC) che si occupano della raccolta primaria in altri quartieri informali, ricevendo spunti su problematiche e buone pratiche attuate. Sono stati intervistate due acquirenti di materiali riciclabili del settore informale, e rilevata la presenza di raccoglitori informali (“catadores“) a Chamanculo e nell’intera Maputo. Infine, a distanza, è stata fatta un’intervista con il presidente di AMOR, una delle associazioni più importanti per il riciclaggio in Mozambico.

Carretti a mano per la raccolta primaria (foto di F. Villa)

Le informazioni relative a questi incontri saranno riassunte nel report di missione ufficiale, nel frattempo sulla pagina Facebook del progetto è possibile vedere qualche istantanea della missione!

LCA di una tecnologia di cattura e utilizzo della CO2

È ora disponibile una pubblicazione relativa alla valutazione di LCA condotta nell’ambito del progetto europeo FReSMe. In particolare, l’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare gli impatti ambientali di una nuova tecnologia grazie alla quale i gas di processo di un’acciaieria sono utilizzati per produrre sia metanolo che elettricità. Lo studio ha dimostrato l’importanza di condurre una valutazione LCA fin dall’inizio del processo di sviluppo di una tecnologia: l’LCA può infatti guidare lo sviluppo tecnologico formulando raccomandazioni basate sulla quantificazione delle prestazioni ambientali delle diverse configurazioni possibili.

L’articolo è stato pubblicato sulla rivista internazionale International Journal of Greenhouse Gas Control ed è disponibile qui.

Il ruolo delle tecnologie ad emissioni negative basate sugli oceani per la mitigazione dei cambiamenti climatici

La rivista scientifica Frontiers in Climate ha pubblicato un ebook sul tema di ricerca: il ruolo delle tecnologie ad emissioni negative basate sugli oceani per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Nell’ebook sono raccolte le pubblicazioni che analizzano vari aspetti delle tecnologie ad emissioni negative applicate agli oceani.

Gli studi raccolti rispondono all’urgenza di sviluppare tecnologie per la rimozione di CO2 dall’atmosfera che insieme all’immediata e forte riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra sono necessari per evitare impatti più intensi dei cambiamenti climatici. A partire anche da questi risultati, ulteriore ricerca sul tema è in corso considerate le dimensioni del problema e del contributo che gli oceani possono dare alla soluzione, benchè subiscano già attualmente gli effetti come l’acidificazione degli oceani.

Tra le pubblicazioni ci sono anche i due studi del progetto di ricerca Desarc-Maresanus  che sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Climate (disponibili qui e qui). L’ebook è disponibile gratuitamente sia in formato pdf sia epub al seguente link.

Qual è l’impronta di un libro scolastico? Con Zanichelli abbiamo cercato di dare una risposta

La metodologia LCA (Life Cycle Assessment) è uno degli strumenti più efficaci che oggi abbiamo per valutare i potenziali impatti ambientali di un prodotto.

Zanichelli editore S.p.A. ha deciso di commissionare al nostro gruppo di ricerca AWARE- Assessment on WAste and REsources un’analisi del ciclo di vita del libro ministeriale di tipo B (libro di carta ed e-book), per quantificare il suo impatto sull’ambiente e capire cosa la casa editrice possa fare per ridurlo.

Figura 1. Confini del sistema del prodotto editoriale Zanichelli in analisi.

La valutazione ambientale ha incluso 15 categorie di impatto, di cui 8 associate all’impatto sull’ambiente, 3 all’impatto sulla salute umana e 4 all’impatto sull’esaurimento di risorse, con l’intento di includere il più ampio spettro di problematiche potenzialmente causate dal prodotto in analisi.

I risultati dello studio mostrano che gli impatti ambientali del libro scolastico Zanichelli di tipo B sono principalmente associati al ciclo di vita del libro cartaceo, soprattutto alla sua fase realizzativa.

Figura 2. Impatto complessivo del libro ministeriale di tipo B sulla categoria “cambiamento climatico” con la relativa analisi dei contributi.

Attualmente le potenzialità dell’e-book associato alla copia cartacea sono poco sfruttate e di conseguenza il suo carico ambientale è ridotto. Utilizzando il digitale al massimo delle sue potenzialità gli impatti complessivi del libro ministeriale B subiscono un aumento importante, oscillante tra il + 17% e il +229% a seconda della categoria di impatto osservata.

Gli impatti dell’ebook sono strettamente dipendenti dalle modalità d’uso dell’utente, ossia dalla quantità di materiale effettivamente scaricato (in termini di Gigabyte) per la fase di trasferimento del materiale e dalle ore di studio dedicate all’apprendimento su dispositivo elettronico.

Come riportato sul suo sito, la casa editrice Zanichelli si impegnerà nelle seguenti azioni:

  • scegliere cartiere e tipografie che usino più energie rinnovabili e meno reagenti chimici
  • usare inchiostri vegetali nella stampa, colle vegetali nella rilegatura e materiali biodegradabili nella plastificazione delle copertine
  • ridurre gli scarti di lavorazione della carta nella legatoria
  • valutare la fattibilità di compensare le emissioni di gas serra finanziando piantagioni di alberi o altre iniziative che riducano le emissioni anidride carbonica.

Impianti TMB, discariche e diossine nell’ultima sessione di laurea

L’incenerimento dei rifiuti è una delle attività generatrici di emissioni di diossine, furani ed altri POPs (Persistent Organic Pollutants). Le attuali BAT (Best Available Techniques) prevedono il monitoraggio dei microinquinanti organici sia in modalità discontinua che in modalità continua; quest’ultima avviene mediante campionamenti in continuo di lungo periodo (15 giorni in media) estesi su tutto il periodo annuale, mentre nella modalità discontinua si eseguono delle acquisizioni periodiche (6-8 ore) con frequenza trimestrale.
Lo studio effettuato prevedeva la valutazione delle acquisizioni del sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni atmosferiche di diossine e furani installato presso un impianto di termovalorizzazione alimentato con CSS (Combustibile Solido Secondario) prodotto dal rifiuto urbano.

Le principali indicazioni generali ricavabili dall’analisi ed elaborazione dei rilevamenti mostrano che tanto il sistema di prelievo in continuo che quello convenzionale in discontinuo fanno emergere concentrazioni a camino di PCDD/F estremamente modeste, sempre ampiamente inferiori ai limiti emissivi attualmente imposti e che si collocano intorno al limite inferiore dell’intervallo indicato nelle ultime BAT di settore.

Mariangela Perricone

Il lavoro di tesi nasce in seguito alla comunicazione da parte della Commissione Europea del 14 ottobre 2020 della strategia da adottare all’interno dei territori dell’Unione Europea per la riduzione delle emissioni di metano (“EU Methane Strategy”). Il metano è infatti un potente gas ad effetto serra, secondo solo all’anidride carbonica, a causa sia degli elevati quantitativi rilasciati sia del suo significativo potenziale di riscaldamento globale. Grazie alla breve persistenza in atmosfera del metano, la mitigazione delle sue emissioni risulta essere particolarmente importante per la riduzione del riscaldamento globale già nel breve periodo.
L’elaborato affronta quindi la tematica delle emissioni di metano dal settore dei rifiuti in Europa, in particolare il focus è stato posto sulle discariche poiché rappresentano la maggior fonte emissiva del settore rifiuti. Vengono quindi esaminate le metodologie di rendicontazione degli inventari nazionali delle emissioni dei gas ad effetto serra, proposte dall’IPCC nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Viene descritto in particolare il modello di stima delle emissioni di metano da discarica, il quale è basato su una cinetica di degradazione del primo ordine. Questo modello deve essere implementato attraverso l’utilizzo di parametri e di dati di attività di ciascuno Stato Membro dell’Unione Europea: vengono quindi analizzati e confrontati i dati implementati e le emissioni stimate dagli Stati Membri maggiori emettitori, ovvero Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito (appartenente all’UE fino al 2020). Infine, il modello dell’Italia viene replicato in modo tale da poter stimare l’andamento futuro delle emissioni di metano da discarica secondo diversi scenari ipotetici, basati sia sul raggiungimento degli obiettivi posti a livello europeo sia sul miglioramento dei sistemi di captazione del metano installati in discarica.

Giovanni Alloisio

Il corretto trattamento dei rifiuti è di fondamentale importanza sia per ridurre l’utilizzo delle discariche sia per evitare la produzione di materiale che non può essere riutilizzato, generando un consumo, spesso, non giustificato di materie prime.
Il ciclo integrato dei rifiuti prevede l’impiego della raccolta differenziata con fini diversi in base al materiale trattato; i Rifiuti Urbani Residui (RUR), ad esempio, possono essere avviati al Trattamento Meccanico Biologico (TMB), dove il rifiuto in ingresso viene trasformato in materiale che possa essere gestito in maniera alternativa.
Lo scopo del lavoro di tesi, svolto in un impianto TMB nella provincia di Napoli, è stato quello di studiare la frazione organica proveniente dal trattamento meccanico e sottoporla ad un processo biologico, denominato biostabilizzazione, in modo da verificare la possibilità di recupero di questo materiale. La biostabilizzazione è un processo degradativo aerobico il cui obiettivo è quello di ottenere un prodotto stabilizzato con caratteristiche quali igienizzazione e stabilizzazione, tale da poter essere utilizzato per recuperi ambientali, quali ad esempio copertura giornaliera o finale delle discariche.
Per assicurare un processo efficiente sono state eseguite diverse misure durante la sperimentazione, quali temperatura, ossigenazione, umidità, indice respirometrico dinamico (IRD) e analisi merceologica del substrato sottoposto a degradazione.

Giusy Russo

Plastica mono-uso o vetro a rendere? Analisi degli impatti ambientali nella filiera dell’acqua confezionata

Gli italiani sono tra i più grandi consumatori di acqua minerale in bottiglia. Si stima che, ogni anno, ciascun italiano beva in media più di 220 litri di acqua imbottigliata, cifra rilevante che colloca il nostro Paese al primo posto in Europa e al terzo posto al mondo, subito dopo Messico e Thailandia.

In tale settore, la promozione di un packaging sostenibile ed ecocompatibile diventa quindi d’obbligo.  

In relazione a questo tema, è ora disponibile sulla rivista internazionale Packaging Technology and Science una nuova pubblicazione del gruppo di ricerca AWARE che deriva dal lavoro di tesi magistrale dell’Ing. Viviana Grisales. L’articolo confronta due filiere alternative di distribuzione dell’acqua minerale nel contesto del nord Italia per il settore Ho.Re.Ca. (hotellerie-restaurant-café): bottiglie in PoliEtilene Tereftalato (PET) mono-uso da 0,5 litri e bottiglie in Vetro A Rendere (VAR) da 1 litro.

I risultati dello studio supportano la sostituzione delle bottigliette di plastica mono-uso solo nelle migliori condizioni di gestione del sistema VAR (almeno 25 usi della bottiglia e distribuzione locale) e contestualmente nelle peggiori condizioni per la filiera alternativa del PET (bottiglie di piccolo formato e produzione a partire da soli granuli vergini). Con l’introduzione di granuli riciclati (al 50% in peso) nella plastica mono-uso, le prestazioni ambientali della filiera del PET diventano ancora più favorevoli rispetto al vetro.   

 

L’articolo è disponibile al seguente sito

Recycling and Recovery of Solid Waste: State of the art and Developments for Fostering the Circular Economy

We are pleased to invite you to the 2nd edition of the international online conference organized by università degli studi dell’insubria under the title “RECYCLING AND RECOVERY OF SOLID WASTE: STATE OF THE ART AND DEVELOPMENTS FOR FOSTERING THE CIRCULAR ECONOMY”, which will be held on February 24, 2022.

The conference will be focused on the circular economy, solid waste management, and international cooperation. The event will consist of two-afternoon sessions with eight national and international speakers. It gives me honor to be one of the speakers presenting my work on used lubricating management within humanitarian NGOs.

Participation is open to public and for free. Registration should be done in advance through the following link:

https://forms.gle/yyGwbYUTF8XYzmc37

Details about the program of the conference can be found in the flyer below.