Sulla rivista Renewable and Suistainable Energy Reviews è stata recentemente pubblicata una corposa analisi di letteratura riguardante i biocombustibili per automobili e veicoli commerciali leggeri in Europa. Questi due segmenti, unitamente, causano il 53% delle emissioni di gas serra dai trasporti in Europa. L’articolo, frutto dello sforzo congiunto di Politecnico di Milano, Innovhub SSI, e Vrije Universiteit Brussel, presenta una panoramica su produzione, uso, legislazione e studi LCA riguardanti i biocombustibili. Le conclusioni dello studio, in breve, sono le seguenti:
- I biocombustibili più utilizzati nel trasporto su strada in Europa sono attualmente biodiesel, bioetanolo e HVO (hydrotreated vegetable oil). Esiste una grande varietà di tecnologie produttive che consente di convertire praticamente qualsiasi tipo di biomassa in biocombustibile.
- La legislazione europea sta incrementando gli obbiettivi di riduzione delle emissioni da produzione e uso dei biocombustibili. Nel 2017 i biocombustibili costituivano il 4,5% dell’energia consumata dal trasporto su strada e dalle macchine mobili non stradali.
- Sono stati analizzati 86 studi LCA, prestando attenzione sia alle scelte metodologiche che ai risultati quantitativi. In media, l’uso dei biocombustibili può ridurre le emissioni well-to-wheels di gas serra rispetto a diesel e benzina. Tuttavia il reale vantaggio ambientale di alcuni biocombustibili è incerto, a causa degli effetti di cambiamento di destinazione d’uso del suolo, che sono raramente analizzati dagli studi LCA.
- Analizzando i risultati relativi alle altre categorie di impatto ambientale, l’uso dei biocombustibili generalmente causa maggiori impatti ambientali rispetto a benzina e diesel.
- I biocombustibili possono essere una promettente alternativa ai combustibili fossili, ma solo se prodotti da materie prime che non causano effetti dannosi da cambiamento d’uso del suolo.
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