Cronache dallo Spazzatour 2024 in Lazio

Anche quest’anno, nel mese di febbraio, 50 ragazzi del Politecnico di Milano, di formazione diversa, sono stati accompagnati dal prof. Mario Grosso e dalla prof.ssa Lucia Rigamonti a visitare degli impianti di trattamento di rifiuti. La meta scelta è stata la regione Lazio e sono stati visitati un impianto TMB e un termovalorizzatore.

Nel Lazio la frazione indifferenziata viene pretrattata e poi inviata a impianti di termovalorizzazione o a discarica. Ad oggi sono attivi, infatti, 11 impianti per il trattamento meccanico (TM) o meccanico biologico (TMB), mentre il numero di impianti per la termovalorizzazione si riduce a uno. Di conseguenza il combustibile solido secondario (CSS) prodotto non può essere utilizzato nella sua totalità all’interno della regione e viene parzialmente trasportato al di fuori della stessa o, talvolta, all’estero.

Dopo aver incontrato per casualità alcuni camion dell’ATAC lungo il tragitto verso l’impianto, i ragazzi sono giunti a Guidonia Montecelio (RM) per visionare il TMB. I gestori dell’impianto di Ambiente Guidonia hanno accolto calorosamente tutto il gruppo e hanno guidato la visita.
Il rifiuto indifferenziato che arriva all’impianto (circa 100.000 tonnellate all’anno), dopo aver superato il controllo radiometrico, viene scaricato in un’area di ricezione e sottoposto ad un trituratore apri sacchi. Viene quindi fatto passare per un vaglio, che divide, su base dimensionale, in due, il flusso. Il sottovaglio contiene un’alta percentuale di organico, per cui, previa deferrizzazione, risulta necessario stabilizzarlo biologicamente in una vasca apposita. La frazione organica stabilizzata (FOS) risultante è al momento destinata a discarica (o, in certi casi, a termovalorizzazione), in quanto non è ancora stato indentificato il possibile utilizzo nella specifica situazione regionale (potrebbe essere utilizzata in operazioni di ripristino ambientale, quali il riempimento di cave dismesse o la ricopertura di discariche).

Sala di manovra della benna che alimenta il rifiuto in ingresso all’impianto TMB di Guidonia Montecelio (RM)

Vasca di bioessiccazione della frazione organica putrescibile dell’impianto TMB di Guidonia Montecelio (RM)

La restante frazione secca (sopravaglio) subisce un’altra serie di trattamenti quali la rimozione dei metalli e una separazione aeraulica al fine di distinguere due frazioni: la frazione pesante, poi inviata ad altri impianti per operazioni di ulteriore recupero di materiali ancora recuperabili, e la frazione leggera, sottoposta a triturazione e deferrizzazione per ottenere il CSS (classe 321), poi mandato a termovalorizzazione. L’impianto è di recente avviamento ed è in fase di espansione.

Il termovalorizzatore visitato, l’unico della regione, si trova a San Vittore del Lazio (FR) ed è gestito da Acea Ambiente. Suddiviso su tre linee identiche e indipendenti, è in grado di trattare circa 390.000 tonnellate di rifiuto sotto forma di CSS all’anno. Tramite il processo di incenerimento avviene una significativa riduzione del peso e del volume dei rifiuti da smaltire e, soprattutto, viene recuperato il contenuto energetico dei materiali presenti per la produzione di energia elettrica, che viene immessa nella rete nazionale. La combustione avviene su griglia mobile e la raccolta delle ceneri pesanti è di tipo sia a umido sia a secco, in base alla linea. Le ceneri pesanti vengono successivamente recuperate in altri impianti. La linea di trattamento dei fumi è caratterizzata da una doppia depolverazione (precipitatore elettrostatico e filtro a maniche), intramezzata da una fase di rimozione dei gas acidi con bicarbonato di sodio, e da un catalizzatore finale volto alla riduzione selettiva degli ossidi di azoto. Nello stesso reattore a secco del bicarbonato viene dosato anche il carbone attivo, al fine di rimuovere principalmente metalli pesanti e diossine. Anche questo impianto è in via di espansione: è prevista la realizzazione di una quarta linea entro il 2025, che consentirà di mandare in revamping due delle attuali linee esistenti.

Scorcio di una delle tre camere di combustione dell’impianto di termovalorizzazione di San Vittore del Lazio (FR)

Tra una visita e l’altra, gli studenti hanno avuto l’opportunità di assistere ad un convegno organizzato dall’università Tor Vergata di Roma, in cui sono stati esaminati la situazione attuale del sistema di gestione integrata dei rifiuti del Lazio e di Roma Capitale e i relativi potenziali sviluppi futuri. Tra i diversi interventi, sono stati fatti un approfondimento sul recupero dei residui solidi di combustione e uno sul termovalorizzatore di cui si doterà la regione nel breve termine. Nel contempo alcuni ragazzi hanno avuto modo di confrontarsi con un gruppo di manifestanti contrari alla realizzazione del nuovo termovalorizzatore, traendo interessanti spunti di riflessione sulle motivazioni che rendono controverso questo tema a livello sociale.
L’insieme delle tre attività ha permesso ai partecipanti di comprendere più approfonditamente il sistema di gestione dei rifiuti della regione Lazio ed eventualmente di confrontarlo con quello della propria regione di origine. È stato reso chiaro a tutti che dei miglioramenti possono essere fatti e che c’è un lavoro continuo di ricerca finalizzato all’efficientamento del sistema e, soprattutto, alla riduzione dei rifiuti destinati a discarica. L’augurio è che gli studenti siano riusciti a valutare criticamente la situazione e che abbiano fatto tesoro delle attività svolte, in modo che possano potenzialmente tornare utili nel loro futuro lavoro.

Testo di Francesca Neri, con il contributo di Mary Jo Nichilo

Celebriamo l’acqua con la ricerca

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, il 22 marzo 2024 il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale (DICA) del Politecnico di Milano ha organizzato una giornata ricca di occasioni per celebrare questa importante risorsa. La mattinata sarà dedicata al seminario “Lavorare insieme per una gestione sostenibile della risorsa idrica” patrocinato in collaborazione con l’associazione AQUAPLUS. Seguirà poi nel pomeriggio il seminario “Sustainable management of water resources in a changing world”, durante il quale, oltre agli esperti, anche i giovani ricercatori e i dottorandi del Dipartimento avranno occasione di presentare i loro lavori in cui l’acqua è protagonista.

Tra i giovani ricercatori che parteciperanno alla sessione, ci sarà anche il nostro gruppo di ricerca con le presentazioni di Giulia Cavenago e Irene Crippa.

Giulia ci parlerà del progetto BeviMI, promosso da CICMA e cofinanziato da Fondazione Cariplo con la presentazione dal titolo “Drinking water on campus: exploring alternatives and assessing environmental impacts through LCA methodology”, Irene invece presenterà il lavoro “Valorisation of algal biomass from the wastewater treatment process: an LCA analysis”.

Ulteriori informazioni sui lavori citati sono consultabili in questi post https://www.aware.polimi.it/?p=3620 e https://www.aware.polimi.it/?p=2813

Qui invece, potete trovare il programma completo e l’ordine delle presentazioni.

Le potenzialità della termovalorizzazione: visita all’impianto Silla 2 di Milano

Yes-Europe Italy organizza una visita al termovalorizzatore Silla 2 di Milano il giorno Sabato 2 marzo 2024.

Il Gruppo AWARE parteciperà con un intervento del Professor Mario Grosso per discutere delle potenzialità collegate agli impianti di termovalorizzazione e di come gestire correttamente tali impianti per minimizzarne gli impatti ambientali.

Sarà inoltre indagata la percezione del rischio sociale per questo tipo di impianti, tramite un questionario predisposto da Giuseppe Cecere. Lo scopo sarà quello di identificare i temi maggiormente sentiti per discutere di quali possano essere le misure più adeguate per ridurne i rischi connessi.

Qui il comunicato di Yes Europe-Italy:

Partecipa alla visita al termovalorizzatore di Silla 2, a Milano il Sabato 2 marzo 2024. Sarà un’opportunità unica per scoprire il funzionamento di un vero termovalorizzatore e imparare come contribuire alla salvaguardia dell’ambiente.

Unisciti a noi per una giornata divertente e informativa, dove potrai partecipare a visite guidate, ascoltare interessanti start-up innovative e partecipare a un workshop interattivo a gruppi. Avrai la possibilità di incontrare esperti del settore e porre loro tutte le tue domande sul trattamento dei rifiuti.

Parteciranno all’evento

-WiSort start-up innovativa che sviluppa soluzioni hardware e software hightech per migliorare la qualità dei rifiuti e ottimizzare la user-experience per una raccolta differenziata più sostenibile.

-M.Grosso Professore associato e docente di Solid waste managment and treatment presso il Politecnico di Milano.

La partecipazione all’evento è completamente gratuita e include il servizio navetta da e per Milano Centrale, un pranzo fornito da un catering e una visita guidata all’impianto. Non ci sono costi nascosti o aggiuntivi per i partecipanti, tutti questi servizi sono offerti gratuitamente per garantire un’esperienza indimenticabile.

Non perdere questa occasione per imparare e divertirti allo stesso tempo! Ti aspettiamo al termovalorizzatore di Silla 2 per una giornata indimenticabile. Prenota subito il tuo posto!

Per partecipare, qui il link di iscrizione!

SPAZZATOUR 2024: alla scoperta della gestione dei rifiuti in Lazio

Dopo la Campania, AWARE e gli studenti del Politecnico di Milano si dirigono in Lazio per approfondire il tema della gestione dei rifiuti nella regione stessa. Tra il 24 e il 28 febbraio 2024 i ragazzi, accompagnati da Mario Grosso e Lucia Rigamonti, si muoveranno tra Roma e i dintorni per visitare alcuni impianti di trattamento e cercare di comprendere la situazione e i problemi che affliggono la capitale.

Insieme agli studenti del corso di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio dell’università di Tor Vergata, verranno visitati due impianti di trattamento dei rifiuti. In entrambi i casi saranno i gestori degli stessi a fare da guide e a rispondere alle domande di ragazzi e docenti.
Lunedì 26 febbraio si visiterà, in mattinata, l’impianto di trattamento meccanico-biologico di Guidonia, dove avviene la produzione di un combustibile solido secondario, destinato alla produzione di energia, e di una frazione organica stabilizzata, che può essere utilizzata per il ripristino ambientale.
Il rapporto tra Roma e i rifiuti è piuttosto conflittuale ed è ben noto a tutti che ci siano delle problematiche nella gestione degli stessi. Per capire meglio quali siano i nodi da sciogliere, è stato organizzato un convegno in collaborazione con l’Università Tor Vergata di Roma per il pomeriggio del 26 febbraio (vedi la locandina in fondo al post), in cui si parlerà della situazione attuale di gestione dei rifiuti e degli scenari futuri, facendo un particolare riferimento al termovalorizzatore di cui si doterà la capitale nei prossimi anni.
Il giorno successivo, martedì 27 febbraio, sarà la volta del termovalorizzatore di San Vittore del Lazio, il più grande della regione, dove i rifiuti vengono bruciati per produrre energia elettrica.

Lo scopo dell’attività è duplice. Si pone in primis l’obiettivo di informare i ragazzi di quale sia la condizione in una regione importante e non troppo distante dalla Lombardia, caso già noto a molti. In secondo luogo, si cerca di stimolare una lettura critica e propositiva della situazione, accogliendo domande e ragionamenti. A questo proposito, è favorevole l’integrazione tra le due università, di Milano e Roma, nel far venire a contatto studenti con background e quotidianità differenti.

Testo di Francesca Neri

Prevenzione e trattamento dei rifiuti e produzione di idrogeno nella sessione di laurea magistrale di dicembre

Nel contesto delle attività di economia circolare e prevenzione dei rifiuti, il mio lavoro di tesi ha analizzato se e in che misura l’attività del centro del riuso “Panta Rei” di Vimercate possa effettivamente contribuire a fornire benefici ambientali. Tale valutazione è stata effettuata utilizzando la metodologia LCA, modellizzando la prima e la seconda vita dei beni in esame e distinguendo tra impatti ambientali evitati (prima vita) e impatti aggiuntivi (seconda vita). I risultati hanno mostrato che nel 2022 il centro ha generato benefici ambientali in solo 6 delle 16 categorie di impatto esaminate. La prestazione ambientale dell’attività di riuso, infatti, dipende da numerosi fattori, quali il tasso di sostituzione (indica se l’acquisto di un bene usato sostituisce realmente l’acquisto di un bene nuovo), il tasso di qualità (indica la vita media attesa del bene usato rispetto a quella del bene nuovo), l’indice di prestazione energetica (indica la prestazione energetica del bene usato rispetto a quella del bene nuovo), la distanza tra centro del riuso e abitazione del secondo utente e il tempo effettivo di utilizzo del bene. Una sostituzione del 100% tra beni nuovi e usati, ad esempio, porterebbe a benefici ambientali in tutte le categorie di impatto. Sono state così identificate tre azioni chiave per migliorare le prestazioni ambientali dei centri del riuso: aumentare la consapevolezza dei cittadini sugli impatti delle loro azioni, promuovere la mobilità sostenibile e ridurre le distanze tra centro e consumatori. Il lavoro sottolinea, in definitiva, l’importanza del ruolo del consumatore nel garantire benefici ambientali nelle attività di prevenzione dei rifiuti. Mary Jo Floriana Antonia Nichilo

Lo studio svolto nella mia tesi parte da un’indagine effettuata sul territorio calabrese, nella provincia di Catanzaro, ove risulta frequente il fenomeno dell’abbandono massiccio di rifiuti. L’obiettivo dello studio è stato analizzare l’impatto ambientale della gestione dei suddetti rifiuti tramite la metodologia LCA. A causa della loro qualità compromessa dall’azione degli agenti atmosferici, il riciclo di materiali viene escluso, ma ne viene considerato il recupero energetico. Sono stati individuati tre scenari: lo smaltimento in discarica, la gestione tramite termovalorizzatore e la gestione tramite gassificatore. I risultati hanno mostrato come la gestione tramite gassificatore ha un impatto irrilevante (a tratti negativo) sulle categorie di tossicità, mentre dal punto di vista delle emissioni atmosferiche è nettamente in svantaggio rispetto il termovalorizzatore. Perciò per la gestione immediata di tali rifiuti è consigliato il trattamento tramite termovalorizzatore. Tuttavia, la gestione tramite gassificatore lascia degli interessanti spunti di lavoro per la riduzione delle emissioni, al fine di renderlo comparabile e competitivo rispetto al termovalorizzatore in termini di impatto ambientale. Sara Mattei

In today’s world, there is an urgent need to shift towards sustainable fuel and energy options, and these alternatives to consider need to be environmentally friendly, throughout their life cycle. Hydrogen emerges as a promising option due to its lack of Carbon dioxide emissions, high-energy content, and favourable combustion kinetics. The Helmholtz Centre for Environmental Research (UFZ) in Leipzig, Germany, has developed a white hydrogen production technology utilizing cyanobacteria, that could contribute to global sustainable energy demands. This study conducts a comprehensive Life Cycle Assessment of this white hydrogen production technology, intending to elucidate its environmental consequences and potential as a sustainable energy solution. Results show that this technology is an energy-intensive process and relies significantly on electricity, and the impact on the environment is exacerbated by the German electricity mix to levels comparable to conventional grey hydrogen production technologies. Shifting to renewable energy sources, especially wind, reduces environmental impacts by 75%, but challenges persist. This study advocates a holistic approach, combining renewable energy sources and sustainable choices of BG-11 medium to substantially diminish environmental impacts. Despite challenges, hydrogen production by cyanobacteria remains a promising avenue for sustainable hydrogen production, aligning with the global pursuit of greener energy alternatives. Usamah Derwaish

Degradabilità degli imballaggi, impiego del fresato d’asfalto riciclato, sostenibilità dei biocombustibili e LCA della valorizzazione della biomassa algale, della gestione dell’organico, e di un centro del riuso nella sessione di laurea di ottobre

Martina Intilisano

Una volta diventati rifiuti, gli imballaggi compostabili sono gestiti in un sistema originariamente concepito solo per il rifiuto organico, con diverse criticità, prima tra tutte la loro effettiva degradazione. Sulla base della loro crescente diffusione, nel mio lavoro di tesi è stata valutata la degradabilità anaerobica di due imballaggi per il cibo d’asporto: uno realizzato in sola carta e l’altro realizzato in carta con un film in acido polilattico – PLA. Dalle prove di bio-metanazione (BMP) in mono-digestione, la vaschetta in sola carta ha dimostrato alta compatibilità con il rifiuto alimentare (degradabilità > 90%), mentre la vaschetta composta da carta e PLA ha avuto degradabilità del 18% inferiore. Su quest’ultima è stata testata la co-digestione con rifiuto alimentare in prove di BMP e alimentazione semi-continua, per simulare gli impianti alla scala reale, ottenendo degradabilità della miscela pari al 90%. Le prove in semi-continuo hanno però mostrato la presenza di residui non digeriti, costituiti principalmente da PLA, pari al 30% del peso di bioplastica alimentata.

Daniele Facchin

L’obiettivo del mio elaborato di tesi è analizzare come l’impiego del fresato riciclato possa generare un notevole valore aggiunto nella produzione di asfalto sia dal punto di vista ambientale che economico, rappresentando così una vera svolta sostenibile nel settore. In particolare, l’impiego del fresato riciclato nella produzione dei conglomerati bituminosi rappresenta un esempio virtuoso di economia circolare attraverso il quale si valorizza un materiale (il fresato), che fino a pochi anni fa veniva smaltita come rifiuto, per produrre un bene (l’asfalto). L’utilizzo del fresato riciclato genera un notevole valore aggiunto nella produzione di asfalto, sia dal punto di vista ambientale, sia da quello economico. Il riciclo a caldo del fresato mediante l’adozione della tecnologia “doppio forno” è risultato essere il metodo di riciclo ad oggi più efficiente. Questa tecnologia consente infatti di riutilizzare grandi percentuali di fresato mantenendo, al contempo, elevato il livello di qualità del prodotto finale. Il caso studio analizzato è stato l’insediamento produttivo della PMB S.p.A. all’interno del quale, oltre ad un impianto a caldo di comune utilizzo, è presente un innovativo impianto a doppio forno (TBA 4000 RPP) che consente di impiegare elevate percentuali di fresato d’asfalto nel processo di confezionamento dei conglomerati bituminosi. Le prestazioni dell’innovativo impianto analizzato sono state poste a confronto con le capacità di ricircolo del fresato d’asfalto degli impianti presenti in Lombardia presi in considerazione in uno studio di Life Cycle Assessment (LCA) realizzato nel 2017 per conto della Regione. Sono stati infine valutati i benefici ambientali ed economici ottenibili grazie alla innovativa tecnologia, determinando i risparmi di energia, bitume vergine e inerti naturali ottenuti dall’impianto con doppio forno presente presso la PMB S.p.A.

Michelle Eid

The transportation sector is one of the main contributors to climate change due to its heavy reliance on fossil fuels. Accordingly, the use of EVS, biofuels, and e-fuels are the most promising strategies for its decarbonization and improving its environmental performance. This study aims to compare the environmental impacts associated with using petrol to those observed from the utilisation of a fuel blend containing fossil LPG, bio-LPG and renewable DME (r-DME) for two types of passenger car segments. Two production pathways for r-DME were analysed, its production as a biofuel (bio-DME) and its production as an e-fuel (e-DME). A life cycle assessment (LCA) was performed to quantify the environmental performance of the different scenarios. Results indicated that all scenarios with the blend offer GHG emission savings and a reduced impact on climate change compared to petrol. Avoided petrol production also resulted in improved performance on use of fossil resources, freshwater ecotoxicity, ozone depletion and particulate matter emissions. The blend with e-DME showed a better performance than that with bio-DME and the scenarios with the B-segment car indicated higher savings than those with the C-segment car. As for the sensitivity analyses, the first indicated an increased impact on climate change when exhaust emissions factors were modified to those of the real-driving test (RDE). The second implied that replacing wind power with hydropower during e-DME production leads to a worse environmental performance on almost all impact categories. Finally, the third indicated that the results are not sensitive to the indirect effects of diverting UCOs for the production of bio-LPG.

Irene Crippa

Il mio lavoro analizza la fattibilità, l’efficacia e l’efficienza, dell’integrazione del processo di depurazione delle acque reflue e la coltivazione algale. L’accoppiamento di questi processi consente sia di sfruttare i meccanismi biologici naturalmente messi in atto dalle alghe per ridurre il carico di contaminati nell’acqua, prima che venga rilasciata nel corpo idrico, sia di ridurre i costi associati alla coltivazione algale. Gli obiettivi sono principalmente due: confrontare le prestazioni ambientali del sistema di depurazione con bacino algale e priva di bacino, e la comparazione di diverse possibilità di valorizzazione della biomassa algale, al fine di non concepirla più come scarto, bensì come risorsa. Tale analisi è stata svolta mediante la metodologia LCA. Per quanto concerne i diversi approcci con cui la biomassa può essere recuperata, sono stati considerati quattro destini: l’uso diretto in agricoltura, il recupero energetico a seguito di una combustione, l’uso in cementificio come combustibile per alimentare il ciclo produttivo e, infine, la produzione di biostimolanti. Ciascun approccio è stato studiato e valutato costruendo quattro specifici scenari di sistema. È stato interessante approfondire il settore relativo ai biostimolanti: cosa sono, come vengono prodotti e i benefici che sono in grado di apportare, quando applicati in agricoltura. Nonostante lo scenario inerente a tali prodotti non si configuri come il più favorevole dal punto di vista ambientale (uso in cementificio), ma nemmeno il meno conveniente (combustione e recupero di energia), i risultati mostrano quanto la modellizzazione, e quindi la valutazione dell’importanza da un punto di vista della sostenibilità e dell’economia circolare, di tale settore sia raffinabile.

Farima Forouzandeh

This study investigates the integration of anaerobic digestion and composting as a sustainable waste management solution in Isfahan, Iran. Through a Life Cycle Assessment (LCA) method, the study evaluates two scenarios: current composting process and a future approach involving anaerobic digestion followed by post-composting. By implementing the integrated method, the climate change impact can be reduced by 88%, as well as reduction in fossil resources consumption. Additionally, this method not only addresses the global waste management issue but also generates biogas for energy and nutrient-rich compost for soil enrichment. The research highlights the environmental benefits of this approach, providing valuable insights for Isfahan’s transition towards a greener and more sustainable waste management system.

Chiara Ebli

Lo scopo della mia tesi è quello di proporre una metodologia per lo sviluppo di un’analisi LCA sui centri di riuso per valutarne i potenziali benefici ambientali.
In queste strutture vengono raccolti articoli usati di svariate tipologie (capi d’abbigliamento, mobili, libri, giochi per bambini, stoviglie,…) ancora in buone condizioni che altrimenti finirebbero in piattaforma ecologica come rifiuti.
Essi vengono poi rivenduti ad un prezzo generalmente basso e sicuramente inferiore al normale prezzo d’acquisto del prodotto nuovo. I centri di riuso rientrano quindi tra le attività che incentivano la prevenzione della produzione dei rifiuti e si trovano in cima alla gerarchia dei rifiuti definita dalla Direttiva 2008/98/CE. Nell’elaborato è stato considerato come caso studio il centro di riuso Panta Rei locato a Vimercate.
Sono state svolte indagini dirette nella struttura con lo scopo di identificare la motivazione che porta gli utenti a recarvici e le modalità di utilizzo degli articoli acquistati. A titolo esemplificativo è stata quindi svolta un’analisi LCA di una categoria di prodotti utilizzando il software SimaPro e la metodologia proposta.

The role of life cycle thinking-based methodologies in the development of waste management plans

È appena stato pubblicato un nuovo articolo sulla rivista Waste Management che si è concentrato sull’analisi dell’utilizzo delle methodologie di Life Cycle Thinking nella redazione dei Piani di Gestione dei rifiuti.

Highlights:

  • Valutazione dell’uso delle metodologie Life Cycle Thinking nei Piani di Gestione dei Rifiuti.
  • Valutazione di diversi livelli di applicazione dell’Analisi del Ciclo di Vita nei Piani di Gestione dei Rifiuti.
  • Applicazione del modello sviluppato per la revisione dei Piani di Gestione dei Rifiuti a livello italiano.
  • Raccomandazione per migliorare l’uso delle metodologie Life Cycle Thinking nella preparazione dei Piani di Gestione dei Rifiuti.

L’articolo è stato sviluppato nel contesto del gruppo di lavoro Gestione e Trattamento dei Rifiuti della Rete Italiana LCA.

Qui è possibile leggere la pubblicazione.

Analysis of Life Cycle Assessment studies on single-use and reusable packaging for dine-in and take-away influencing the discussion on PPWR

Analisi degli studi LCA su imballaggi monouso e riutilizzabili per il settore della ristorazione rilevanti ai fini della discussione sul nuovo regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio

Over the last few months, as experts in Life Cycle Assessment (LCA), along with other researchers and professors, we have been engaged in academic (and beyond) discussions on the topic of PPWR Packaging and Packaging Waste Regulation. Specifically, we focused on the role of life cycle assessments as a tool to support environmental decision-making. Out of these discussions arose the Open Letter, previously published here. The objective was to provide guidelines to policymakers, particularly members of the European Parliament, on what is scientifically and methodologically relevant in the field of LCA. We defined criteria that a study based on “Life Cycle Thinking” should meet to be considered reliable. We believe it’s crucial to inform policymakers on this matter, enabling them to make informed decisions regarding environmental issues, especially considering the potential environmental impacts of various policies.

Recently, several LCA studies on single-use and reusable packaging in the restaurant and take-away food sector have been published and considered in political discussions on proposed reuse targets in the draft regulation. In particular, studies commissioned by industrial players with specific interests, such as the “No Silver Bullet study” funded by McDonald’s and studies commissioned by the European Paper Packaging Alliance (EPPA), have received significant media coverage. As a follow-up to the letter, we conducted an analysis evaluating some LCA studies in light of the criteria outlined in the open letter, highlighting methodological weaknesses in some of the studies considered so far. The full analysis is available here.

As indicated by the color-coded system, the analyzed studies exhibit varying degrees of criticality. We want to emphasize that when considering studies that may involve conflicts of interest or other forms of bias, such as those funded by the industry, it is crucial to verify the robustness and transparency of the assumptions on which the study is based before evaluating its results.

ITA

Negli ultimi mesi, come esperti di Life Cycle Assessment  (LCA), insieme ad altri ricercatori e professori, siamo stati coinvolti nella discussione accademica (e non solo) sul tema della PPWR Packaging and Packaging Waste Regulation – e in particolare sul ruolo delle analisi del ciclo di vita come strumento di supporto alle decisioni in materia ambientale. Dalla discussione è nata l’Open letter che già avevamo pubblicato (qui). L’obiettivo era dare delle linee guida ai decisori politici, e in particolare ai membri del Parlamento Europeo su cosa fosse rilevante dal punto di vista scientifico e metodologico in materia di LCA: sono stati, quindi, definiti i criteri che uno studio basato sul “Life Cycle Thinking” dovrebbe avere per essere considerato attendibile. Riteniamo che su questo punto sia essenziale informare i politici in modo da consentire di prendere decisioni consapevoli in materia ambientale e in particolare tenendo conto dei potenziali impatti ambientali che le diverse politiche possono avere.

Recentemente, diversi studi LCA sul tema degli imballaggi mono-uso e riutilizzabili per il settore della ristorazione e del cibo da asporto sono stati pubblicati e presi in considerazione durante la discussione politica sui target di riutilizzo proposti nella bozza di regolamento. In particolare, alcuni studi commissionati da attori industriali con specifici interessi, come il “No Silver Bullet study” finanziato da McDonald’s e gli studi commissionati dalla European Paper Packaging Alliance (EPPA), hanno avuto grande copertura mediatica. Quindi, come follow-up alla lettera, è stata condotta un’analisi che valuta alcuni studi LCA alla luce dei criteri della lettera aperta ed evidenzia in quali punti risultino metodologicamente fragili alcuni studi che sono stati finora presi in considerazione. L’analisi estesa è disponibile qui (in inglese).

Come si può vedere dal codice colori, gli studi analizzati presentano delle criticità più o meno gravi. Ci preme sottolineare che nel caso si considerino studi per cui potrebbero esserci conflitti di interesse o altri tipi di condizionamento, ad esempio finanziati dall’industria, sia fondamentale verificare la robustezza e la trasparenza delle assunzioni su cui lo studio si basa prima di valutarne i risultati.

Sviluppi metodologici nelle valutazioni di sostenibilità

Il 14 novembre 2023 si terrà un webinar dedicato agli sviluppi metodologici degli strumenti basati sul Life Cycle Thinking (LCT) nelle valutazioni di sostenibilità. L’evento è organizzato dal Gruppo di Lavoro DIRE (Development and Improvement of LCA methodology: Research and Exchange of experiences) dell’Associazione Rete Italiana LCA .

Nel webinar saranno esplorati due temi chiave: l’inclusione degli aspetti sociali ed economici nelle valutazioni di sostenibilità e l’estensione di strumenti basati sull’approccio LCT per i processi decisionali. Per ulteriori informazioni sulle presentazioni e le modalità di partecipazione, siete invitati a consultare il programma dettagliato dell’evento, disponibile anche sul sito dell’Associazione Rete Italiana LCA.

Circularity and sustainability -Circolarità e sostenibilità /3

On the 11th of October 2023, Politecnico di Milano, Brunel University London, Southern Denmark University and Wageningen University & Research co-organised an online event on: “What is the true meaning of circularity? Beverage packaging as a case study”.

120 participants attended this online event, which was introduced by a series of short presentations from the four academics who jointly published the paper: “Keep circularity meaningful, practical and inclusive: a view into the plastics value chain”. Following that, there were 3 reactions from industry, policy and academia with Arnaud Mittelette from Sources ALMA, Davide Tonini from the European Commission’s Joint Research Centre and Monia Niero from the Sant’Anna School of Advanced Studies.

If you would like to stay in touch of any follow-up that the 4 universities will be taking to continue to build a dialogue between policy, academia and industry towards a better understanding of circularity and the measures that lead to true sustainability, please fill in the following form.

L’11 ottobre 2023, Politecnico di Milano, Brunel University London, Southern Denmark University e Wageningen University & Research hanno co-organizzato un evento online sul tema: “Qual è il vero significato della circolarità? Il packaging delle bevande come caso di studio”.

120 partecipanti hanno partecipato a questo evento online, introdotto da una serie di brevi presentazioni dei quattro accademici che hanno pubblicato congiuntamente l’articolo: “Keep circularity meaningful, practical and inclusive: a view into the plastics value chain”. Sono seguite 3 reazioni da parte dell’industria, della politica e del mondo accademico con Arnaud Mittelette di Sources ALMA, Davide Tonini del Joint Research Centre della Commissione Europea e Monia Niero della Scuola Superiore Sant’Anna.

Se desideri rimanere aggiornato sul follow-up che le 4 università intraprenderanno per continuare a costruire un dialogo tra politica, mondo accademico e industria verso una migliore comprensione della circolarità e delle misure che portano a una vera sostenibilità, compila il seguente modulo.

All the presentations are available here / Tutte le presentazioni sono disponibili qui:

Eleni Iacovidou

Ciprian Cimpan

Ulphard Thoden van Velzen

Lucia Rigamonti

Arnaud Mittelette

Monia Niero

The recording of the event is available here / La registrazione dell’evento è disponibile qui.

https://forms.office.com/e/JrH1yNFHn1