4° Convegno MatER: sono aperte le iscrizioni

Sono aperte le iscrizioni per la Quarta edizione del Convegno MatER, dal titolo “Innovations & Technologies in Waste Recovery” che si terrà il 27 e 28 maggio 2019 presso il campus di Piacenza del Politecnico di Milano.

Il programma del convegno è visibile qua e comprende due giornate ricche di presentazioni da parte di esperti del mondo accademico e industriale e una giornata dedicata a visite tecniche a impianti di trattamento rifiuti.

Qua un video che racconta l’edizione 2017

Per tutte le altre informazioni e per iscriversi, visitate il sito: www.mater.polimi.it

Prendiamoci Cura

L’Associazione culturale Il Bosco, di Bergamo, ha organizzato la terza edizione di Prendiamoci Cura, ciclo di conferenze su salute e benessere volto a diffondere uno stile di vita sano e sostenibile. La serata conclusiva dell’edizione 2018-2019 si terrà il 14 maggio e sarà dedicata al grande tema dell’ambiente, per sensibilizzare e proporre buone pratiche parlando di Economia Circolare con Lucia Rigamonti: per maggiori informazioni si veda la locandina dell’evento

Progetto GeTRI – Gestione Trasporto Inerti Intermodale

La mattina dell’8 maggio 2019 presso la Sala convegni della Provincia di Varese in P.zza Libertà 1 a Varese si terrà il 1° convegno di presentazione del progetto GeTRI – Gestione Trasporto Inerti Intermodale – agli stakeholder. Il progetto finanziato dal Bando Interreg Italia-Svizzera sull’Asse 3 – Mobilità integrata e sostenibile –  mira a studiare la possibile ottimizzazione e la riduzione di impatto (traffico, congestione alle dogane e conseguenti tempi di attesa, emissioni atmosferiche e rumore) del trasporto di inerti vergini dall’Italia alla Svizzera e di rifiuti inerti dalla Svizzera all’Italia, mediante l’impiego di sistemi intermodali che prevedano l’integrazione funzionale del trasporto su gomma e del trasporto ferroviario. Gli inerti infatti rappresentano circa il 30% delle merci movimentate tra Svizzera e Italia, trasportati esclusivamente su gomma.

Capofila di progetto sono la Provincia di Varese e la Repubblica e Cantone Ticino, mentre partner sono Regione Lombardia, ARS ambiente Srl, Università Cattaneo – LIUC, FSS Cargo e Provincia di Como.

Il progetto permetterà di studiare prima e pianificare poi il miglioramento della gestione transfrontaliera del trasporto di inerti dal punto di vista logistico, operativo ed amministrativo, agendo in maniera coordinata su tutti gli stakeholder della filiera. Si lavorerà, quindi, in modo integrato sui diversi temi specifici: accessi doganali, i percorsi dei materiali e dei rifiuti, nuove tecnologie di monitoraggio e procedure informatiche conseguenti. Il progetto permetterà  inoltre di valorizzare l’impiego delle infrastrutture ferroviarie che collegano le due realtà.

Il convegno dopo i saluti istituzionali e la presentazione delle singole azioni di progetto a cura dei singoli partner prevede una tavola rotonda dove sono rappresentati tutte le principali associazioni di categoria ed Enti coinvolti nella produzione, utilizzo, trasporto degli inerti vergini e dei rifiuti inerti. Alla tavola rotonda è stato invitato anche AWARE, che sarà quindi presente con Lucia Rigamonti. E’ prevista una discussione finale seguita da un light lunch sostenibile.

L’evento è a partecipazione libera senza necessità di pre-registrazione.

Qua il programma dell’evento.

Un nuovo progetto sotto il cielo di Tiro (Libano)

A ottobre 2018 è stata ufficializzata la collaborazione tra il Politecnico di Milano, e in particolare il nostro gruppo di ricerca, e l’organizzazione umanitaria italiana InterSOS, dal 1992 operativa nel settore delle emergenze umanitarie.

Il primo contatto era avvenuto a luglio 2018, con una prima missione che aveva visto la partecipazione di Mario Grosso e Francesca Villa.

Il progetto sul quale siamo chiamati a collaborare ha come tema la “Gestione Integrata delle Risorse Naturali nell’Unione delle Municipalità di Tiro”, il distretto più a sud del Libano, la cui capitale d’origine fenicia è ad oggi inserita nella lista dei Patrimoni UNESCO per la molteplicità di siti archeologici che ospita.

In un Libano che nel 2015 ha attraversato una grossa crisi legata alla gestione dei rifiuti, il progetto, finanziato da AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), in collaborazione con la controparte istituzionale Unione delle Municipalità di Tiro e la ONG locale ArcEnCiel, tocca diversi punti, dall’educazione al supporto vero e proprio alla gestione dei rifiuti.

Il nostro contributo, che si concretizzerà con un supporto da remoto ma anche con la presenza in loco nel corso di diverse missioni, sarà più rilevante nei seguenti ambiti:

  • stesura dei piani di gestione dei rifiuti della città di Tiro e di 8 municipalità limitrofe
  • supporto nell’identificazione di una zona appropriata per la costruzione di una discarica sanitaria controllata (ad oggi assente, in un’area abitata da oltre 400’000 persone)
  • ottimizzazione della logistica dell’impianto di trattamento dei rifiuti di Ain Baal, finito di ristrutturare a settembre 2019 e in attesa di apertura
  • miglioramento della qualità del CLO (Compost Like Output) in uscita da Ain Baal
  • organizzazione di una missione di studio in Italia per i partner locali libanesi.

Dopo una seconda missione, avvenuta a gennaio e febbraio, la terza missione è ancora in corso.

Il duplice contributo di Aware alla conferenza WasteSafe (Bangladesh, 23-24 febbraio 2019)

C’era anche AWARE per il decimo anniversario della conferenza “WasteSafe – Integrated Management and Safe Disposal of Municipal Solid Waste in Least Developed Asian Countries”, a Khulna, in Bangladesh.

L’incontro è durato due giorni (23-24 febbraio 2019) e ha coinvolto oltre un centinaio di persone del mondo accademico bangladese, insieme ad altri appartenenti di alcune delegazioni internazionali (Italia, Germania, Nepal, India, Zimbabwe).

Nelle sale della KUET (Khulna University of Engineering & Technology) si è parlato di sistemi di gestione dei rifiuti solidi e dei reflui sanitari, di tecnologie, dello stato dell’arte, della situazione attuale, delle sfide organizzative e tecniche che si possono incontrare in contesti a basso reddito.

In questo contesto, sono stati presentati due contributi, sintesi del lavoro svolto lo scorso anno sotto il filone relativo alla gestione dei rifiuti nella cooperazione internazionale.

Il primo, dal titolo “Entering Rocinha: a study on solid waste management in a slum of Rio de Janeiro (Brazil)“, presentato sabato pomeriggio, è una fotografia della gestione dei rifiuti nella famosa favela carioca, e contiene una proposta per la creazione di un sistema parallelo al sistema ufficiale nata dall’analisi delle esistenti iniziative di gestione locale e decentralizzata.

Clicca qui per l’abstract (Rocinha)

Il secondo, “Social aspects in the pathway towards the closure of a dumpsite: the case of Ngong (Kenya)“, nella sessione di domenica mattina, ha affrontato gli aspetti sociali legati ad un intervento, come può essere la chiusura di una discarica incontrollata e l’apertura di un nuovo impianto di trattamento, che prelude ad un miglioramento ambientale ma anche ad una drastica mutazione del tessuto sociale in cui si interviene.

Clicca qui per l’abstract (Ngong)

La conferenza è stata interessante, e ancor più stimolante è stata l’immersione, pur breve, nella realtà bangladese, tra le vie di Khulna brulicanti di persone in piena attività, le decine di rickshaws e tuk-tuk elettrici su cui si basa la mobilità stradale, le campagne verdi, le risaie, le mangrovie… un’esperienza che è valsa il viaggio!

Al via il progetto DESARC-MARESANUS – Contrastare l’acidificazione dei mari rimuovendo carbonio dall’atmosfera

Il progetto di ricerca “DESARC-MARESANUS” affronta due problemi ambientali di grandissima rilevanza: l’aumento delle concentrazioni di biossido di carbonio (CO2) in atmosfera e la conseguente acidificazione degli oceani.

È ormai evidente e riconosciuto dalla comunità scientifica che le attività umane, in particolare l’uso di combustibili fossili e la deforestazione, hanno comportato un aumento dei livelli di CO2 in atmosfera di entità e velocità senza paragoni rispetto agli ultimi due milioni di anni. Il conseguente surriscaldamento globale sta già provocando conseguenze sulle attività umane e sugli ecosistemi, come riconosciuto anche dall’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Parallelamente agli impatti causati direttamente e indirettamente dall’aumento delle temperature, la diffusione negli oceani della CO2 atmosferica in eccesso sta comportando un aumento dell’acidità delle acque dei mari, con rischi già elevati per gli ecosistemi marini, in particolare le barriere coralline.

Per limitare il riscaldamento globale “ben al di sotto dei 2°C”, come stabilito nell’ambito dell’Accordo di Parigi, non è più sufficiente la drastica riduzione delle emissioni di gas climalteranti, ma diventa necessario rimuovere CO2 dall’atmosfera in quantità tanto più ingenti quanto più si ritarda nella riduzione delle emissioni.

Il progetto “DESARC-MARESANUS” è proprio finalizzato a studiare un processo per rimuovere CO2 dall’atmosfera e contemporaneamente contrastare l’acidificazione degli oceani. Questo processo, già oggetto di attività di ricerca al Politecnico di Milano recentemente pubblicata sulla rivista “Mitigation and Adaptation Strategies for Global Change”, utilizza le biomasse per produrre calce con cui diminuire l’acidità del mare, generando sottoprodotti energetici decarbonizzati come l’idrogeno. L’attività di ricerca del progetto DESARC-MARESANUS è finalizzata a studiare più in dettaglio la fattibilità tecnica ed economica del processo, nonché i benefici per il comparto marino, con un focus sul Mediterraneo.

A tale scopo la ricerca prevede il coinvolgimento della Fondazione Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), una delle principali strutture di ricerca scientifica sul cambiamento climatico a livello europeo. In particolare, la Divisione ODA (Ocean Modeling and Data Assimilation) del CMCC studierà il potenziale contributo del processo nella riduzione del trend di acidificazione del mare Mediterraneo, assorbendo nel contempo CO2 dall’atmosfera, valutando diverse strategie operative. Alla ricerca collabora inoltre CO2APPS, una start-up innovativa che ha ideato il processo.

Amundi, il più grande asset manager in Europa per patrimonio gestito e tra i primi dieci a livello globale, offre il proprio contributo economico ai due partner scientifici del progetto DESARC-MARESANUS, coerentemente con il proprio impegno nell’investimento responsabile, dimostrato da un’esperienza decennale e da masse gestite secondo i principi ESG pari a 276 miliardi di euro. Amundi è in prima linea nel contrasto al cambiamento climatico e nell’affrontare altre sfide cruciali a livello globale quali le ineguaglianze sociali. Tra le iniziative emblematiche intraprese in questo settore va citata la partecipazione in qualità di cofondatore alla Portfolio Decarbonization Coalition (PDC), istituita nel 2014 e l’adesione ai Principi per l’Investimento Responsabile nel 2006. Lo scorso ottobre Amundi ha presentato un piano d’azione triennale nell’investimento responsabile destinato a implementare in modo integrale i principi ESG e, fra le altre cose, ad aumentare gli investimenti in progetti a impatto ambientale e sociale, quali ad esempio DESARC-MARESANUS.

Secondo il Prof. Stefano Caserini, docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici presso il Politecnico di Milano e Project Leader della ricerca: “DESARC-MARESANUS è una ricerca di grande importanza per avviare quel grande sforzo, anche tecnologico, necessario per rimanere all’interno degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi e per perseguire scenari ambiziosi di contenimento del surriscaldamento globale”.

Il Prof. Mario Grosso, responsabile scientifico della ricerca per il Politecnico di Milano, aggiunge: “la ricerca riguarda uno dei temi di frontiera della lotta al cambiamento climatico: si intende alzare l’asticella dell’ambizione e studiare una tecnologia che permetta di conseguire emissioni negative, ovvero rimozione di CO2 dall’atmosfera. Qualcosa di sicuramente pionieristico, ma imprescindibile per cercare di stabilizzare il sistema climatico”.

La Dott.ssa Simona Masina, responsabile dell’unità di modellistica oceanica della Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, afferma: “il progetto DESARC-MARESANUS ci permetterà di stimare per la prima volta la risposta del Mar Mediterraneo al processo di alcalinizzazione come possibile strumento di riduzione dell’acidificazione del mare e contemporaneamente di rimozione di CO2 dall’atmosfera”.

Paolo Proli, Head of Retail Distribution di Amundi SGR, conclude: “Amundi è stata pioniera nei diversi fronti dell’investimento responsabile e si è fatta portavoce del climate change e di come ciò sia rilevante nella gestione degli investimenti, contribuendo a costruire una consapevolezza che oggi è sempre più diffusa. Il contributo economico al progetto di ricerca DESARC-MARESANUS risponde alla nostra vocazione di asset manager consapevole della propria responsabilità nei confronti della società e convinto che ciò possa tradursi in performance finanziarie nel lungo periodo”.

Potenziali emissioni negative di CO2 nel settore della produzione di cemento – una nuova pubblicazione

E’ stato pubblicato su Mitigation and Adaptation Strategies for Global Change un nuovo lavoro sul tema dello stoccaggio sottomarino della CO2 rilasciata da processi di produzione del cemento. Nell’articolo si approfondisce anche la potenzialità del processo complessivo di conseguire emissioni negative di CO2, grazie al potenziale di carbonatazione del cemento durante la sua vita utile e nel fine vita.

La valutazione, applicata a quattro differenti situazioni geografiche, ha sostanzialmente confermato quanto precedentemente rilevato in merito ai costi dello stoccaggio e al beneficio ambientale complessivo del processo proposto.

Qua il link alla pubblicazione

In memoria di Alfons Buekens

Il 19 Febbraio 2019 ci ha lasciati il Prof. Alfons Buekens, uno dei miei mentori principali.
Tutto iniziò durante la Dioxin Conference di Venezia – correva l’anno 1999 – dove ha commentato una delle mie prime emozionate presentazioni durante una conferenza internazionale e mi ha invitato a visitare il suo Dipartimento alla VBU di Bruxelles durante il mio dottorato. Abbiamo poi avuto numerosi scambi professionali e umani molto proficui, culminati nel 2013 con il suo supporto alla mia permanenza presso la Zhejiang University di Hangzhou come visiting researcher. Analogo supporto mi ha permesso di visitare le Università di Kyoto e di Sendai in Giappone, nell’anno successivo.
Non dimenticherò mai la sua gentilezza, la devozione alla ricerca e la volontà infinita di sostenere i giovani ricercatori.
Non dimenticherò mai il suo sottile senso dell’umorismo.

Arrivederci Alfons!